mercoledì 6 giugno 2018

Lucrezio, "De rerum natura". V libro. parte 6



Gli uomini primitivi dunque scoprirono il fuoco, e dal sole che inteneriva i prodotti nei campi, impararono a cuocere.
Cominciarono a eccellere e a cambiare il tenore di vita precedente (victum vitamque priorem, 1105)
ingenio qui praestabant et corde vigebant” 1107
I re si diedero a fondare città e fortezze
Et pecus atque agros divisere atque dedere
Pro facie cuiusque et viribus ingenioque;
nam facies multum valuit viresque vigebant.
Posterius res inventast aurumque repertum
Quod facile et validis et pulchris dempsit honorem (1110-4)
Anche i belli e i forti infatti di solito seguono la fazione del ricco
Divitioris enim sectam plerumque sequuntur
Quamlibet et fortes et pulchro corpore creti
(1115-6)

Se invece uno governasse la vita vera ratione,
divitiae grandes homini sunt vivere parce
aequo animo; neque enim est umquam penuria parvi (1118-9).
Non c’è mai miseria del poco.

Cicerone nei Paradoxa Stoicorum[1] scrive più sinteticamente:"non esse emacem vectigal est" (VI, 51) non essere consumisti è una rendita.

Ma gli uomini vogliono la ricchezza e ad summum accedere honorem (1123) pensando così di trascorrere una placida vita (cfr. Adriano della Yourcenar), nequiquam, poiché
Et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
Invidia interdum contemptim in Tartara tetra (1125-6) li getta colpiti con disprezzo (ico-ici-ictum –ere) nel buio del Tartaro
Dunque è molto meglio un parēre quietum “quam regere imperio res velle et regna tenere” (1128).

Cfr. con segno ideologico capovolto quanto dice Anchise da morto:
“tu regere imperio populos, Romane, memento
(haec tibi erunt artes) pacique imponere morem,
parcere subiectis et debellare superbos" (Eneide, VI, 851-853), tu, Romano, ricorda di guidare i popoli con il tuo impero (queste saranno le tue arti) e di imporre una norma alla pace, risparmiare i sottomessi e ridurre all'obbedienza i superbi[2].

Torniamo a LucrezioQuelli che lottano sull’angusto sentiero dell’ambizione seguono i dettami del “si dice, si fa”. “ quandoquidem sapiunt alieno ex ore, petuntque –res ex auditis potius quam sensibus ipsis (1131-2) piuttosto che per il proprio sentire.

I monarchi poi vennero uccisi, regibus occisis (V, 1136),
et capitis summi praeclarum insigne cruentum –sub pedibus vulgi magnum lugebat honorem; - nam cupide conculcatur nimis ante metutum” (1138-1140) e la nobile insegna della testa sovrana piangeva insanguinato il grande potere perduto sotto i piedi del volgo, infatti si calpesta avidamente quello che prima si è temuto,
 e tutto tornava al fondo della feccia e alle folle “Res itaque ad summam faecem turbasque redibat” (1141)

Cfr. Riccardo II di Shakespeare
Riccardo II[3] deposto da Bolingbroke che sarà Enrico IV espone “le tristi storie delle morti dei re”
For God’sake let us sit upon theground
And tell sad (–lat. satur) stories of the death of kings:
How some have been deposed, some slain in war,
Some haunted by the ghosts they have deposed,
Some poisoned by their wives, some sleeping kill’d,
All murdered (lat. mors). For within the hollow
 crown-corona-korwvnh- cornacchia e coronamento/
That rounds-rotundus- the mortal temples (lat. tempora) of a king
Keeps death his court; and there the antic sits, sedēre-.e[zomai-
Scoffing his state and grinning at his pomp-pomphv invio, seguito- pompa seguito, processione,
Allowing-late latin. allocare-. him a breath, a little scene-scena-skhnhv-,
To monarchize, be fear’d-lat. periculum, and kill with looks,incutere timore fulminare con lo sguardo-
Infusing him with self and vain conceit
riempiendolo di sé e di vuote illusioni,
As if this flesh which walls-vallum palizzata- about our life
Come se questa carne che cinge di mura lo spirito
Were brass impregnable; and humour’d-lat. umor- umorem umidità- thus,
Fosse bronzo indistruttibile e dopo averlo lusingato così
Comes at the last, and with a little (pin lat- pinna penna, ala, freccia)
Viene alla fine e con un piccolo spillo
bores(-lat. forare)- through his castle wall, and farewell king!
Perfora le mura
Cover your heads, and mock not-late L. muccare, soffiarsi il naso- flesh and blood
Copritevi le teste e non canzonate un impasto di carne e di sangue
With solemn reverence, throw away gettate via respect lat. ,respicio respectus riguardo-
Tradition, form, and ceremonious-lat cerimonia- duty; tradizione formalità e il dovere dell’etichetta
For you have but mistook me all this while.
I live with bread, like you; feel want, vivo di pane come voi, sento desideri
Taste-( Late latin taxitare forma iterativa di taxare intensive di tangere)- grief-gravis-, need friends. Subjected-subiectus- thus ,assaporo il dolore ho bisogno di amici. Così asservito
How can you say to me I am a king? (Riccardo II, III, 2, 155-177)
La regalità viene smontata anche in La tempesta, quanto il nostromo (boatswain) dice: “what cares these roarers for the name of King?”
Poi, al re Alonso e al gentiluomo Gonzalo: “To cabin: silence trouble-lat. turba- us not!” (I, 1)

Agli uomini a un certo punto venne a noia trascorrere la vita nella violenza, quindi vennero create magistrature e leggi.

Cfr. Foscolo: “Dal dì che nozze e tribunali ed are-diero alle umane belve esser pietose –di sé stesse e d’altrui, toglievano i vivi-all’etere maligno ed alle fere-i miserandi avanzi che Natura-con veci alterne a sensi altri destina” (Dei Sepolcri, 91-96)

Da allora Inde metus poenarum maculat praemia vitae (1151).
Al timore terreno si aggiunse subito quello ultraterreno.

Poi nacque la religione. Gli uomini credevano di vedere gli dèi e attribuivano loro ogni potere.
O genus infelix humanum (1194) quando ebbe attribuito agli dèi potere e collera grandi.


CO NTINUA


[1] Del 46 a. C.
[2] Questi sono i popoli riottosi degli “Stati canaglia” dell’epoca.
[3] Riccardo II Plantageneto (Bordeaux, 6 gennaio 1367Pontefract, 14 febbraio 1400) è stato re d'Inghilterra dal 1377 al 1399. La tragedia di Shakespeare è del 1595.

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