martedì 26 giugno 2018

Twitter, CCCXXIV sunto

villa palladiana

A chi mi dà del colto, dico che studio molto ma so poco. Ho rivelato la mia grande ignoranza ieri sera a cena mettendo il Palladio nel neoclassicismo di fine 700. Vero è che il ritorno del classico è la forma ritmica della storia culturale europea, ma questo non giustifica lo sproposito mio.

Oggi nel teatro comunale di Bologna parlavano del liceo classico Dionigi, Bettini, Condello e Marcolongo. Quest'ultima, richiesta di dare un consiglio ai maturandi riguardo alla traduzione dello scritto di greco, ha detto: "Il greco l'avete dentro!"
Studiare dunque non serve più, non serve a niente. Infatti l’ultimo governo presentandosi non ha detto una parola sulla cultura e sulla scuola.

Agli ignoranti come me cito due versi dell’Ars poetica di Orazio: “vos exemplaria Graeca/nocturna versate manu, versate diurna” (vv. 268-269), voi leggete e rileggete i modelli greci, di notte e di giorno. Se si smette di studiare, non solo non si accresce il sapere ma si perde quel poco che si sa.

Ribadisco: studiare secondo tanti raccomandati non serve più, non serve a niente. Infatti l’ultimo governo presentandosi non ha detto una parola sulla cultura e sulla scuola rovinata dal governo precedente. Io credo invece che studiare non basta mai: ho usato l'indicativo, il modo dell'oggettività e della realtà, poiché lo credo davvero, non ho dubbi.

Sono i primi a inghiottire i veleni della terra sconciata. quelli che vivono “veluti pecora quae natura prona atque ventri oboedentia finxit " come i bruti che la natura foggiò chini e al servizio del ventre.
Ammiano nota che durante le pesti le bestie iugiter prona muiono prima
Prima di Ammiano (Storie, XIX, 4) ho citato Sallustio (De coniuratione Catilinae , 1). Tanti saluti gianni

Il megaron che si vede in fondo alle scale dell'ultima foto del blog del 25 giugno è la grande sala del ricevimento del Rettore dell'Università di Debrecen dove alloggiai ragazzo e delle gioie mie vidi l'inizio.

Invece di guardare i volti, il mare il cielo, fissano i cellulari
Idque apud imperitos humanitas vocatur, cum pars servitutis esset (cfr. Tacito, Agricola, XXI). 
I profittatori e gli imbecilli chiamano cellulari etc. civiltà e progresso mentre è parte della loro schiavitù.

Il riscaldamento globale ci porta una fine giugno con 14 gradi, vento poiggia E' una delle menzogne queste sì globali. Si devono spacciare i condizionatori che oltretutto spargono germi. D'estate al cinema, in treno si gela. L'umanità deve essre spaventata, rattrappita, infeliceFine modulo
Sono a Pesaro (0721-34093) alle prese con Ammiano Marcellino Non senza libri dunque nè bicicletta. Sono reperibile tra le 9 e le 12 poi tra le 16, 30 e le 18 Come vedete lavoro poco Nelle altre ore vado in bici, al cine mare e corro. Ancora non nuoto. l'acqua è fredda l'aria pure

L'impero di Costatino rimaneva una società piramidale nella quale la afflicta paupertas era costretta a ricorrere al patrocinio dei potentiores. Oggi l'afflizione massima è quella della cultura, dell'attenzione per il prossimo. Guardano i cellulari mentre mangiano, guidano etc.
Costantino creò una stabile moneta d’oro, il solidus. Un’economia legata all’oro garantisce i ricchi e impoverisce i poveri. Chi non possedeva l’oro non poteva pagare le tasse calcolate in oro.
Non capisco nulla di economia e chiedo se lo stesso può dirsi dell'euro "moneta forte"

Non è stato il cavallo del barbaro cosacco, sonante ungulā con l’unghia sonante, a calpestare la bellezza di Roma ma le bande dei suoi stessi amministratori

134 km andata e ritorno e un poco di costeggiamento della riva sinistra. Polenta e baccalà sul pontile.
Oggi ho goduto del penultimo giorno di crescita del sole andando in bici fino al Po: 134 km. Questa mattina mi sono chiesto: sei un vecchio leone o un vecchio e basta? Mi sono risposto pedalando con energia. L'autunno incipiente non mi rattrista.

Monte delle formiche in bicicletta: 36, 15: se indurisco un poco i rapporti nei primi 4 km scendo sotto i 35. All'andata ricordavo il distico letto nel santuario: certatim volitant formicae ad virginis aram/et simul ac volitant victima quaeque cadit.

Al ritorno, in discesa, ricordavo una canzoncina pesarese: "la moglie di friggin friggeva il pesce/ e sa le ciap del cul' il'arbaltèva". La cantavo da fanciullo quando amavo una fanciulla e delle gioie mie vidi l’inizio

L'imperatore Giuliano Augusto non ammetteva condoni trbutari: norat enim hoc facto se aliquid locupletibus additurum, sapeva che con questo avrebbe avvantaggiato i ricchi dal momento che i poveri sono sempre costretti a pagare senza alcuna dilazione Ammiano Marcellino XVI, 5, 15

Nec pudet me, cuncta bona in animi cultu et corporis sanitate ponentem, profiteri paupertatem meam honestam et pulchram.
Non frequenterò più quanti ammirano e rispettano solo i ricchi, veri o immaginari. Sono i veri straccioni e lazzaroni da evitare.

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