NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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giovedì 29 febbraio 2024

Conferenza del 25 marzo alla Ginzburg Prima parte.


 

La scienza come viene studiata e praticata ora quasi da tutti non arriva al massimo oggetto del sapere,  anzi della sapienza,  che è l’idea del bene: “ hj tou` ajgaqou` ijdeva mevgiston mavqhma (Platone, Repubblica, 505 a).

Se conoscessimo tutto quanto è materiale ma non l’idea del bene-dice Socrate personaggio del dialogo-questo sapere tutto il resto non ci gioverebbe a nulla ( 505b).

Ho studiato nel liceo classico di T. Mamiani di Pesaro, poi lettere antiche all’Università di Bologna e ho avuto la prima spinta a imparare  che il sapere supremo quello che dà valore a tutti gli altri è appunto l’idea del Bene. Il Bene può essere chiamato umanesimo che è amore dell’umanità.

Senza  umanesimo, quello dei classici antichi e moderni, può succedere che si approvi l’uccisione di esseri umani da parte delle automobili dalla velocità non limitata e impunita, capita delitti  e massacri vengano spacciati come atti di giustizia. Dobbiamo rilanciare in alto lo studio del classici. Nei corsi che ancora tengo, riesco a farli amare siccome li amo come amo la vita.

 

Salviamo il liceo classico per amore della cultura e della vita.

Leggo che le iscrizioni al liceo classico qui a Bologna sono in calo e temo non solo a Bologna. Questa scuola non seleziona più la classe dirigente come ai miei tempi. Decaduta è infatti tale classe e di molto.

I docenti rimasti, se non vogliono che questa scuola sparisca, devono farsi un esame di coscienza. Il greco e il latino vanno insegnati al ginnasio come lingue, poi nel triennio anche come letterature opera di scrittori che sono i maestri di tutti i successivi autori della letteratura europea.

Dunque bisogna indicare nei testi greci soprattutto, e pure in quelli latini, le prefigurazioni di quanto scriveranno tutti i loro discepoli e successori. Dante, Machiavelli, Shakespeare, Goethe, Fsecolo, Leopardi, Joyce, Thomas Mann, Proust,  per dirne solo alcuni, sono incomprensibili se non si conoscono Omero, i lirici, i tragici greci, Erodoto, Tucidide, Plutarco,  Virgilio, Seneca, Petronio, Tacito, e ne menziono  solo pochi.

Bologna 13 febbraio 2024 ore 21, 16

giovanni ghiselli

 

Desiderio di umanesimo acuito dalla visione di un film.

 

In greco il desiderio di una cosa che manca si dice oJ povqo~.

Nell’Odissea lo spettro di Anticlea, la madre di Odisseo, dice al figlio che non è stata la malattia a farla morire ajlla; so;~ povqo~ (XI, 202) ma la mancanza di te, il tormento dovuto alla tua assenza.

 Oggi in molti  soffriamo per la mancanza di umanesimo, di amore per l’umanità, di solidarietà tra gli umani.

Patisce questa mancanza soprattutto chi, vecchio oramai come chi scrive, ha vissuto in altri tempi e ha fruito e gioito di rapporti umani del tutto diversi da quelli attuali.

 Sono stati gli ultimi anni Sessanta e i primi Settanta gli anni d’oro della solidarietà diffusa tra gli umani. Poi le stragi hanno cambiato l’atmosfera e un poco alla volta questa si è saturata di paura, diffidenza, ostilità. Ora è piena di guerre sterminatrici.

Faccio un esempio: nel luglio del 1972 ero in traghetto verso la Finlandia con un amico. Si avvicinarono alcuni giovani finlandesi e ci chiesero dove andassimo e dove avremmo dormito. Rispondemmo che avremmo cercato un albergo. Allora un ragazzo e una ragazza ci invitarono a passare la notte in casa loro: c’era posto e non dovevamo perdere tempo e denaro. Incredibile oggi. L’anno prima avevo chiesto a una ragazza che cosa volesse dire la parola amore per lei. “E’ un sentimento umanistico- rispose- è amore per l’umanità”. Era “di moda” allora, quando la moda non era sorella della morte e dell’odio, bensì era associata all’amicizia e all’amore.

 

Ieri sera ho visto un film che mi ha fatto ricordare quegli anni, belli non solo perché ero giovane. Green Border diretto da  Agnieszka Holland racconta di profughi siriani, afgani, e altri ancora, tormentati atrocemente nel territorio di confine tra Bielorussia  e Polonia dai poliziotti e dai cani a guardia di quella zona. Nuovi tormenti e nuovi tormentati rispetto a quelli cui siamo stati abituati e assuefatti qui in Italia.

 Durante le due ore del film si assiste con orrore e compassione a scene terribili di antiumanità assoluta. Per fortuna non mancano nemmeno là, in quella terra fredda e desolata, alcuni casi di solidarietà e persone umane, donne in particolare, che cercano di aiutare i perseguitati.

I persecutori vengono aizzati da una propaganda menzognera che presenta come pericolosi terroristi o terribili untori quei disgraziati in fuga da paesi dove subivano altri mali. Molti di questi fuggiaschi vengono picchiati e non pochi perdono la vita.

Purtroppo questo odio reciproco, o per lo meno una vicendevole diffidenza, è diffusa oggi in diverse parti del mondo.

 

Appoggio quanto dico e cerco di universalizzare i casi personali raccontati sopra attraverso  alcune citazioni.

Nell’Eneide di  Virgilio  Didone, la regina di Cartagine, rassicura i profughi troiani dicendo:" non ignara mali miseris  succurrere disco ", Eneide, I, 630, non ignara del male imparo a soccorrere gli sventurati.

Sappiamo che il pio Enea spietatamente non contraccambierà l’aiuto ricevuto. Il personaggio Naphta del romanzo La montagna incantata di T. Mann critica pesantemente Virgilio definendolo “quel laureato di corte e  leccapiedi della stirpe Giulia” ( Sesto capitolo, Da soldato a uomo, p. 769, traduzione Renata Colorni, Mondadori, 2010). Fa parte del mio metodo comparativo commentare Omero con Omero come suggerisce Aristarco di Samotracia[1]     {Omhron ejx   JJOmhvrou safhnivzein"[2] ma anche un classico  antico con uno moderno    

 

Quindi Seneca:" Vivit is qui multis usui est, vivit is qui se utitur " (Epist. ad Luc, 60, 4) vive chi si rende utile a molti, vive chi si adopera.

E ancora :" Natura nos cognatos edidit cum ex isdem et in eadem gigneret. Haec nobis amorem indidit mutuum et sociabiles fecit. Illa aequum iustumque composuit; ex illius constitutione miserius est nocere quam laedi ". (Epist..  95, 52), la Natura ci ha messi al mondo come parenti, siccome ci ha fatti nascere con gli stessi elementi e per gli stessi fini. Questa ci ha ispirato un amore reciproco e ci ha fatti socievoli. Essa ha stabilito l’equità e la giustizia; secondo il suo ordinamento è cosa più triste offendere che essere offesi.

 L’ultima affermazione è ricavata dal Gorgia di Platone  dove Socrate dice a Callicle : “ Duo‹n oân Ôntoin toà ¢dike‹n te kaˆ ¢dike‹sqai  me‹zon mšn famen kakÕn tÕ ¢dike‹n,   œlatton d tÕ ¢dike‹sqai, essendo due i mali , il commettere ingiustizia e subirla, noi diciamo che è più grave il commetterla, meno il subirla.

 

 

Essere umani significa essere vivi davvero, adoperarsi per aiutare la vita, la propria e quella degli altri.

Seneca:" Vivit is qui multis usui est, vivit is qui se utitur " (Epist. ad Luc, 60, 4) vive chi si rende utile a molti, vive chi si adopera.

 

 

 

 

L’olivo e la vite sono piante più umani dell’alloro, meno pretenziose e più benefiche.  

 

Leopold Bloom, l’Ulisse di Joyce  cammina lungo Dorset street di Dublino e legge su Agendath Netaim: società di piantatori.

Legge o ricorda “Aranceti e immensi campi di meloni a nord di Giaffa” (Joyce, Ulisse, p. 83).  La sua mente va verso ambienti mediterranei, israeliani in particolare. Vegetazione mediterranea: “gli ulivi costano meno: per gli aranci ci vuole l’irrigazione artificiale”, Olives cheaper: oranges need artificial irrigation 53.

Torna il tema della carenza d’acqua della sua preziosità

Un tema diffuso nel poema The Waste Land, la terra desolata di T. S. Eliot uscita nel 1922 come l’Ulisse di Joyce.

 

Bloom, figlio di un ebreo ungherese Virág, è attirato dal Mediterraneo forse nostalgicamente in maniera filogenetica.

“Spagna, Gibilterra, Mediterraneo, il Levante. Cassette in fila a Giaffa”

L’olivo è umile eppure prezioso come certe persone.

“incipriati olivi argentei”-Silvered powdered olive trees”.

 

Gli olivi cominciano a comparire anche a Bologna. Fino a pochi anni orsono qui non c’erano. Mi mancavano. La zia Giulia mi ha lasciato un piccolo oliveto di tre ettari a Montegridolfo. Uso quell’olio come regalo eletto per gli amici più cari e preziosi.

Ho sempre amato gli olivi “i fratelli olivi-che fan di santità pallidi i clivi-e sorridenti[3].

 

Quando preparavo l’esame di maturità a Pesaro 61 anni or sono, mi colpì il giambo IV di Callimaco (III se, a. C.) con la contesa- nei`ko~ -tra l’olivo e l’alloro avvenuto sullo Tmolo, monte della Lidia

 

 

  L’alloro spregia l’olivo la cui foglie hanno un lato bianco wJ~ u{drou gasthvr, come ventre di biscia (IV, 22) e uno arso dal sole (hJlioplhvx).

 

L’olivo viene chiamato oh stolto- ejlaive w[frwn-, mentre l’alloro si qualifica come ijrhv-, sacro e puro ajgnhv- , non pestato da uomini, non contaminato da funerali e becchini.

.

L’alloro (davfnh) rivendica la sua sacra presenza a Delfi, in quanto albero amato da Apollo. Una corona di alloro è premio per i giochi pitici.

 

Invero dal santuario di Delfi  si vede  un oliveto che si estende  nella valle sottostante per diversi chilometri.

 

 

 

L’olivo che genera unguenti hj tekou`sa to; cri`ma rispose all’alloro dicendo la sua e citando una coppia chiacchierina di uccelli.

La gara di Olimpia intanto è più grande wJgw;n ouJn  jOlumpivh/ mevzwn di quella di Delfi hJ   jn toi`~ Delfoi`~. I vincitori olimpici ricevevano in premio una corona d’olivo

Pallade la figlia prediletta di Zeus ha trovato l’olivo quando gareggiava con Poseidone.

Qual è il frutto dell’alloro? Tiv th`~ davfnh~ oJ karpov~; A che mi serve? ej~ tiv crhvswmai; Non a mangiarlo né a berlo né ad ungermi.

Quello dell’olivo invece è un bel boccone popolare.

Insomma prevale la pianta utile su quella ornamentale.

 

Aggiungo che se l’alloro incoronava i vincitori di Delfi, l’olivo oltre incoronare i vincitori olimpici, offriva i suoi rami ai supplici. Un’altra testimonianza della vicinanza di questa pianta benefica agli afflitti

Nel prologo dell’ Edipo re di Sofocle leggiamo: vv.2-3.  :"quali seggi mai sono questi dove state seduti/con i supplici rami incoronati?" (vv. 2-3)

Plutarco nella Vita di Teseo (18) racconta che l'eroe ateniese , dopo l’estrazione a sorte dei giovani da portare a Creta "andò al Delfinio dove offrì ad Apollo il simbolo dei supplici, consistente in un ramo dell'olivo sacro avvolto di lana bianca (h\n de; klavdo~ ajpo; th`~ ijera`~ ejlaiva~ ejrivw/ leukw`/ katestemmevno~), per impetrare l'aiuto del dio".

 

 

 

 Il Giambo più noto dei 13 di Callimaco è questo quarto dove i due alberi si cimentano in una contesa che vede prevalere l'utilità e l'umiltà della pianta nutritiva  su la  pretenziosità  di quella ornamentale che viene ridicolizzata dall'ironia del poeta.

 

 

Aggiungo Giacomo  Zanella (1820-1888) che invece

Contrappone l’ Alloro alla Vite

 

Odio l’allor, che quando alla foresta

Le nuovissime fronde invola il verno,

avviluppato nell’intatta vesta

verdeggia eterno,

pompa de’ colli; ma la sua verzura

gioia non reca all’augellin digiuno;

ché la splendida bacca invan matura

non coglie alcuno.

 

Te, poverella vite, amo, che quando

Fiedon le nevi i prossimi arboscelli,

tenera l’altrui duol commiserando

sciogli i capelli.

Tu piangi, derelitta, a capo chino

Sulla ventosa balza. In chiuso loco

Gaio frattanto il vecchierel vicino

Si asside al foco,

Tien colmo il nappo: il tuo licor gli cade

Nell’ondeggiar del cubito sul mento;

poscia floridi paschi ed auree biade

sogna contento”.

 

In un altro campo della nonna Margherita partecipavo al lavoro della vendemmia imparando molto dai contadini.

Leggendo i classici allarghiamo, approfondiamo e rendiamo più chiara la coscienza di quanto vediamo, diciamo  e facciamo.

I nostri auctores-accrescitori parlano di noi.

 

 

Bologna 29 2024 ore 20, 22 giovanni ghiselli

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Note

[1] 217 ca-145 a. C.

[2]  Schol. B a Z 201.

[3] D’Annunzio, La sera fiesolana, 29-31.

Torno a Ilaria Sotis la cui immagine mi accora.

E’ chiusa in prigione a Budapest da mesi senza essere stata processata. E’ una donna laureata ancora in età fertile. Tutt’altro che brutta. Dicono che è cattiva ma  ha in volto un bel sorriso che a me pare anche buono. Non so se sia colpevole. So però che, secondo alcuni, certi poliziotti fanno bene a bastonare a sangue degli adolescenti disarmati e alcuni altri vorrebbero addirittura Ilaria morta perché accusata di avere picchiato dei nazisti.

Per quanto riguarda costora, rispondo utilizzando un motto evangelico e rovesciandolo: a chi dà, sara dato.

Che siano baci o ferite.

Se Ilaria ha dato delle botte, ha maltrattato delle persone, ha già subito il contrappasso: sono mesi che viene maltrattata.

Se la legge è quella delle XII tavole “talio esto”, questa è gà state abbondantemente applicata.

A quelli che la vogliono morta, alla loro coscienza, se ce l’hanno, rivolgo una domanda: non ne avete abbastanza di morti ammazzati? Tra Ucraini, Russi, Israeliani, Palestinesi, Libanesi sono due anni che assistiamo a uccisioni di persone inermi: donne, bambine, bambini, vecchie e vecchi, oltre ai soldati.

Satis! Satis!  Per carità!

Torno a ricordarvi un verso chiave (278) dell’Ecuba di Euripide

mhde; ktavnhte: tw'n teqnhkovtwn a{li" "

Parole che ripeto speso perché sono diventate il mio motto contro ogni forma di omicidio

Le dice Ecuba nel tentativo di salvare la vita della figlia Polissena.

Ci siamo commossi  in tanti-quorum ego- per l’assassinio di Giulia Cecchettin pensando che poteva essere nostra figlia, ora provo un analogo accoramento per Ilaria leggendo con orrore che c’è chi la vuole morta.

 

Bologna 29 febbraio 2024 ore 18, 32 giovanni ghiselli

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Desiderio di delicatezza.

Desiderio di delicatezza che fa parte dell’umanesimo.  

 

 Saffo "e[gw de; fivlhmm' ajbrosuvnan"[1], io amo la delicatezza.

 

Nell’Odissea Nausicaa chiede con delicatezza a Odisseo soltanto di non scordarla quando sarà tornato alla terra dei padri perché a lei per prima deve la vita (VIII, 461- 462), e l’uomo che è stato salvato dalla ragazza risponde con altrettanta finezza d’animo: se arriverò a casa ti rivolgerò, pensieri devoti come a un dio, poiché tu mi hai salvato la vita, fanciulla (su; ga;r m j ejbiwvsao, kouvrh., v. 468).

 

Non meno fine è il commento di Nietzsche: “Bisogna prendere congedo dalla vita come Odisseo da Nausicaa-benedicendola,  più che restandone innamorati"[2].

 

 

C'è da domandarsi "quanta delicatezza d'animo sia necessaria per essere un…vincitore di mostri"[3].

La prima delle Lezioni americane[4] di Calvino  si intitola Leggerezza e segnala un atto di delicatezza da parte di Perseo nelle Metamorfosi di Ovidio: il figlio di Danae, dopo avere ucciso la Gorgone anguicrinita, ne appoggia la testa al suolo ma, usandole un premuroso riguardo, ammorbidisce la terra con foglie e stende verghe nate nel mare:"anguiferumque caput durā ne laedat harena " (IV,  741), per non sciupare con la sabbia scabra il capo che porta serpenti.

 

"Qui Ovidio ha dei versi (IV, 740-752) che mi paiono straordinari per spiegare quanta delicatezza d'animo sia necessaria per essere un Perseo, vincitore di mostri…Mi sembra che la leggerezza di cui Perseo è l'eroe non potrebbe essere meglio rappresentata che da questo gesto di rinfrescante gentilezza verso quell'essere mostruoso e tremendo ma anche in qualche modo deteriorabile e fragile. Ma la cosa più inaspettata è il miracolo che ne segue: i ramoscelli marini a contatto con la Medusa si trasformano in coralli, e le ninfe per adornarsi di coralli accorrono e avvicinano ramoscelli e alghe alla Medusa"[5].

Insomma la Gorgone non è svanita nel nulla, ma come canta Ariele in La tempesta di Shakespeare :"Of his bones are coral made;/Those are pearls that were his eyes:/Nothing of him that doth fade,/But doth soffer a sea-change/Into something rich and strange " (The Tempest , I, 2), delle sue ossa si sono formati coralli, sono perle quelli che furono I suoi occhi, nulla in lui scompare ma subisce un cambiamento marino in qualche cosa di ricco e strano.

 

Infine Proust:  Swann era dispiaciuto del fatto che Odette dopo avere passato sei mesi con lui “non arrisse a intendere che vi sono sere in cui un essere di un’essenza un po’ delicata deve saper rinunciare a un godimento quando ne venga richiesto” (La strada di Swann, parte seconda, Un amore di Swann, p. 307, Einaudi1978, trad. Natalia Ginzburg, p. 307).

 

Anche io amo la delicatezza e ne soffro la mancanza e la desidero

 

Bologna 29 febbraio 2024 ore 12, 12 giovanni ghiselli

 

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[1] Fa parte di un frammento di Saffo  (58 Voigt) trasmesso dal Papiro di Ossirinco 1787.

[2]Di là dal bene e dal male , Aforismi e interludi, 96.

[3]I. Calvino, Lezioni americane , Mondadori, Milano, 1993, p. 10.

[4] Tenute nel 1985-1986 e pubblicate postume nel 1988.

[5] I. Calvino, Lezioni americane, p. 10.

Parole sgradevoli, manganellate cruente e persone lasciate annegare.


 

Censurare le parole e punire chi le ha dette, o le ha scritte, mette in dubbio, in forse e in pericolo la parresia che è il fondamento e la colonna della democrazia.

Non condivido e non mi piacciono le parole del generale censurato e punito, ma non approvo il fatto che queste parole- a me sgradite- ricevano biasimi maggiori delle bastonate inflitte a dei ragazzini inermi e punizioni peggiori del mancato soccorso agli annegati di Cutro.

Bologna 29 febbraio 2024 ore 10,22.

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Due conferenze mie nella biblioteca Ginzburg di Bologna.

Carissimi,

vi mando il link nel caso voleste partecipare da lontano alla mia conferenza del 18 marzo nella biblioteca Ginzburg. Presenterò e commenterò La montagna incantata di T. Mann,

il 25 marzo presenterò Desiderio di umanesimo che oggi manca a molti.

La biblioteca si trova in via Genova 10. L’orario andrà  dalle 17 alle 18, 30.

Suggerisco a chi non abita troppo lontano di venire in presenza: si segue meglio e si è seguiti meglio, visivamente e fonicamente

L’ingresso è gratuito ma dovete prenotarvi per la conta dei presenze. Il telefono della biblioteca è 051-466307.

Partecipa con Google Meet

Link della riunione

meet.google.com/xss-fwkm-kzu

Partecipa tramite telefono

(IT) +39 02 8732 3795
PIN: 542902420

A

 

 

Bologna 29 febbraio 2024 ore 10, 09

Saluti giovanni ghiselli

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mercoledì 28 febbraio 2024

I tesori sepolti dentro di noi.


Persone, situazioni, luoghi sono miniere preziose dentro il nostro suolo mentale.

Elena, Päivi, Ifigenia, Fulvio, Rodolfo, Stefano; Pesaro, Moena, Debrecen, la Grecia. Le assemblèe del 1968, le scuole di vario ordine e tipo dove ho insegnato, i giovani che ho educato, le numerose conferenze tenute, i tanti lettori del mio blog che crescono  ogni giorno, ogni ora, le gite soprattutto quelle ciclistiche: a Gabicce decenne, a Potenza Picena quattordicenne, poi Roma, Gallipoli,  il monte Grappa, i passi dolomitici, il Taigeto, il Parnaso, l’Olimpo, Budapest e Debrecen.

Una miniera di reperti preziosi che aiutano a vivere in giornate retrograde come queste. Il ritorno del freddo e del buio, questa regressione è follia del tempo atmosferico e dolore della sedentarietà, del digiuno, del rinnovato oscuramento, ma i tesori interni ci spingono ad avanzare ancora per trovarne altri ancora più belli.

Bologna 28 febbraio 2024 ore 18, 28 giovanni ghiselli

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Giorgia Meloni e Andromeda.


 

Presto verrà eletto il  governatore della regione Abruzzo.

Giorgia Meloni sconfitta, in Sardegna, ora si trova stretta a uno scoglio della costa abruzzese battuta dai flutti dell’Adriatico selvaggio.

Fa venire in mente Andromeda, e pare che aspetti l’eroe Marsilio  il quale, come novello Perseo, la salvi dal mostro minaccioso, quello di una seconda sconfitta.

Bologna 28 febbraio 2024 ore 17, 07 giovanni ghiselli

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Il monito del tocco (le 13)


 

E’ prossimo a scoccare il tocco

Mi dico:

“guardati dall’appetito disonesto

dell’inghiottire e  tieni l’animo fermo

a un desinare parco, minuto, modesto.

Non ingozzare tutto quanto trovi

aguzzando l’occhio esploratore

nella cucina messa sottosopra:

ricorda che ingozzare cibo immeritato

è u{bri~ e deve esserti vietato.

 

Bologna 28 febbraio 2024  ore 14, 02 giovanni ghiselli.

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Il giudizio finale.


 

E’ mercoledì, a Bologna piove da giorni, come a Cesena, e seguiterà per tutta la settimana. Non si può fare altro che studiare, scrivere, guardare la televisione. La vita senza la cosmesi dello sport, senza il cinema, il teatro, gli amici, è dimezzata. Nemmeno mangiare si può se non si vuole prendere peso, inficiare la forza e imbruttire. Appena un cetriolo con un pezzetto di tonno.

 

Tuttavia si possono risuscitare episodi significativi del passato e raccontarli: ore o momenti di felicità donati da una persona associata a un evento miracoloso. Allora dobbiamo correre subito a scrivere, siccome le modelle che ci hanno donato la gioia non hanno mai avuto tempo per concedere molte sedute. Nel vissuto di anni fa, come ora nel ricordo. E non bisogna mai dimenticare che il giudizio finale è il nostro lascito in termini di bellezza e di cultura a quanti ci leggono.

Bologna 28 febbraio 2024 ore 11, 59

 

giovanni ghiselli.

 

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Facce e menti convesse.


 

Il vento sta cambiando ha detto Elena Schlein. Lo spero e lo credo anche io. Eppure le facce convesse dei battuti si oppongono a questo auspicio. Il viatico per una strada diversa da questa ultima nebbiosa e oscura dovrebbe venire dall’elezione di Alessandra Todde che ha una bella faccia aperta e parla con chiarezza.

Quelli dalla faccia convessa in queste ultime due notti devono avere sentito il pigiama come un sudario. 

Chissà se hanno capito che non conviene a nessuno, nemmeno a loro, manganellare i ragazzini inermi, impoverire i poveri, ridurre l’assistenza medica agli indigenti, propugnare le guerre, umiliare la scuola?

Lo hanno creduto a lungo sostenuti da molti tra i penultimi che hanno orrore di venire raggiunti e superati dagli ultimi.

Bologna 28 febbraio 2024 ore 10, 34 giovanni ghiselli.

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martedì 27 febbraio 2024

Due stili.


 

Ravviso due stli che potrebbero identificarsi con l’educazione e la maleducazione.

L’educato -pepaideumevno~ - è la persona riflessiva, cortese, capace di ascoltare e di parlare con garbo pensando a quello che dice, e non dice mai parole contraddette dalla realtà.

 

Il maleducato è il chiacchierone, fanfarone, esibizionista sempre in posa sulla ribalta per darsi l’importanza che non ha e cerca di ottenere rivolgendosi a quelli più ignoranti di lui.

Purtroppo questo stile scadente, spesso anche vergognoso e deleterio, è maggioritario in questo tempo.

 

Ma forse il risultato dell’elezione sarda di ieri ci segnala che qualche cosa sta cambiando: la risposta delle matite ai manganelli, la replica delle parole pensate e proferite compostamente, alle moine, alle smorfie, al gesticolare, allo sbraitare, al mentire dei demagoghi ingannevoli significa che molti cominciano a fiutare la falsità della commedia: eripitur persona, manet res" (Lucrezio, De rerum natura,  III, 58), si strappa la maschera, rimane la sostanza.

 

Bologna 27 febbraio 2024 ore 13, 55 giovanni ghiselli

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