lunedì 12 febbraio 2024

“Me ne frego” o addirittura “ti frego”

Anche la cura della forma per lo meno chiara e magari  anche bella delle parole che usiamo nel parlare e nello scrivere è parte dell’umanesimo, che come ho detto più volte è rispetto e amore dell’umanità.
Se rispettiamo chi ci ascolta e chi ci legge,  parliamo e scriviamo con chiarezza per essere capiti senza fatica né pena.
L’incuria di farsi comprendere è incapacità o sciattezza o malizia. Comunque una cosa brutta e da biasimare.
Nel Fedone di Platone il personaggio Socrate dice :" euj ga;r i[sqi (…) a[riste Krivtwn, to; mh; kalw'" levgein ouj movnon eij" aujto; tou'to plhmmelev"[1], ajlla; kai; kakovn ti ejmpoiei' tai'" yucai'"" (115 e), sappi bene (…) ottimo Critone che il non parlare bene non è solo una stonatura in sé, ma mette anche del male nelle anime.
Oggi è di moda parlare male . A pare mio significa io  “me ne frego” o addirittura “ti frego”.
 
Bologna 12 febbraio 2024 ore 17, 27
p. s.
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[1] Aggettivo formato da plhvn e mevlo~, contro il tono, contro il metro.

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