martedì 8 aprile 2014

La scuola corrotta nel paese guasto Diciassettesimo capitolo. Terza parte



Otellointerpreti: Vittorio Gassman e Pamela Villoresi
Il racconto di Ifigenia. Il dialogo tragicomico.

"Nel pomeriggio lui è venuto a parlare in una sala del Grand Hotel. Era piena di gente. Mi guardava, molto. Anche io lo guardavo. Da un certo momento in avanti, ci fissavamo a vicenda, in maniera eloquente. Non c'erano barriere di pudore tra noi. Quando ha finito la conferenza, si è avvicinato. Mi ha detto: ‘E questa bella ragazza chi è?’ ‘Sono Ifigenia dell'Antoniano di Bologna’ ho risposto. ‘Bene, Ifigenia, brava. Vuoi venire a cena con me e con i miei amici? Parleremo dell'Otello  che sto preparando per la prossima stagione teatrale’. ‘Sì’ ho fatto io. Volevo conoscerlo, sentirlo parlare, volevo imparare cose nuove da lui. Così siamo andati in un locale elegante. C'erano diverse persone. Lui faceva discorsi interessanti sul teatro, sul cinema, sulla televisione. Tutte cose molto importanti per me. A un certo momento anzi ha detto ai commensali: ‘Nomina sunt omina, i nomi sono presagi, vero? A Ifigenia darò la parte dell'omonima creatura tragica, quando porterò Euripide sulla scena’!”
“Cialtrone - ho pensato - vecchio bellimbusto cadente! Sta lavorando all’Otello da mesi, figuriamoci se ha in mente Euripide! Ma se lo dico, questa invasata non mi racconta più niente".

"Io ne sono stata fiera e felice, ma non ho osato metterci bocca. A quella tavola c'erano persone intelligenti e preparate, che parlavano di teatro con competenza".
“Sì, come Tortorella del Resto del Carlino” ho pensato.
Finita la cena, mi ha invitata in un night a bere qualcosa".
"Ma non eri astemia una volta? Non insegnavi la sobrietà, anzi l'astinenza anche a me?" ho pensato.
"Siamo saliti su un taxi. Durante il percorso lui voleva baciarmi, ma io gli ho detto che ho un rapporto meraviglioso con un uomo adulto, e molto in gamba. Insomma, gli ho parlato di te".
"Certo! - ho pensato - Come fece con me quando mi parlò di Felice: gli ha detto di noi per fargli capire che potrebbe reggere un rapporto con lui senza impazzire né dargli fastidi. Vedrai che poi gli avrà chiesto: ‘ma tu cosa vuoi da me?’ E' la battuta chiave del suo copione di seduttrice di uomini che potrebbero esserle babbi o nonni".
“Mi ha detto che se voglio davvero fare l'attrice – continuò – non devo avere un ruolo fisso nemmeno nella vita. Mi ha parlato del nostro mestiere a lungo, con intelligenza, senza narcisismo. Lui non è narcisista. Lo è meno di te".
"In ogni caso, quanto a paideia e giustizia non credo stia meglio di me"[1] ho pensato. Colui  impartisce odiosa sapienza.
"Mi ha convinta. Non credere che mi sia piaciuto soprattutto per l'aspetto o la fama; in un'ora mi ha insegnato tantissimo. Mi ha colpita in pieno".
"Sta vivendo la commedia di Horváth." ho pensato – ‘Tu lo sai che mi hai colpita come un fulmine, che mi hai spaccata in due’[2]. Vorrebbe vivere brillantemente la parte recitata mediocremente".
"Tu Gianni puoi essere più intelligente, colto e onesto, ma sei narcisista. Per questo negli ultimi tempi io non ti amavo più: tu sei malato di narcisismo. Abbiamo parlato anche di quel povero bambino caduto nel pozzo. Hai sentito?"
"Sì, sta morendo. - ho risposto - Poi?" ho domandato.
"Poi io gli ho chiesto: ‘Ma insomma, tu da me cosa vuoi?’"
"Visto?" ho pensato.
"Lui allora ha detto: ‘Perbacco, ragazza, come parli diretta!’ e mi ha invitata ad accompagnarlo al suo albergo, il Savioli,  poi a salire in camera sua. Volevo sentirlo parlare ancora".
"Fatelo ruggire ancora, fatelo ruggire ancora!"[3] ho pensato.
"Volevo imparare altre cose".
"Ma sì - ho pensato - alla fin fine quel gradasso non sarà peggiore del ganzo di Pasife[4]. Inoltre il Savioli è un bell'albergo costoso: io non me lo poteva permettere".
"Ci siamo stesi nel letto, molto vicini tra noi. L'ho abbracciato, ma non mi sono lasciata baciare".
"Come avrà fatto?" ho pensato.
"Poi era mezzanotte e sono venuta da te. Tu che cosa ne dici? Ti consideri offeso?"

giovanni ghiselli

P. S.
Domani 8 aprile, dalle 13 alle 15, terrò una lezione su Tacito nell’aula universitaria A di via Centotrecento.
Mercoledì 9 aprile terrò un’altra lezione su Tacito nell’aula Marco Celio al V piano di via Zamboni 38, dalle 9 alle 11.
Sempre Mercoledì 9 aprile, dalle 17 alle 18, 30 terrò una lezione sulla presenza dei Greci e dei Latini nelle letterature moderne, in via Zamboni 32, aula Guglielmi.


[1] Cfr. Platone, Gorgia, 470 e:"ouj ga;r oi\da paideiva" o{pw" e[cei kai;  dikaiosuvnh"", infatti non so come sta a educazione e a giustizia (con riferimento al grande re dei Persiani)
[2] Cfr. Horváth, Storie del bosco viennese, I, 4.
[3] Let him roar again, let him roar again” (Shakespeare, A Midsummer-Night’s dream, II, 1).
[4] Cfr. Luciano, Lucio o l'asino, 51: "ajdew'" loipo;n uJphrevtoun ejnnouvmeno" wJ" oujde;n ei[hn kakivwn tou' th'" Pasifavh" moicou'

1 commento:

  1. Onestamente non credo che si siano solo abbracciati, penso che la ragazza fosse disposta a tutto per la carriera Peccato che ce siano mille e più che la darebbero per un minuto di gloria! Giovanna.

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