venerdì 26 gennaio 2018

Shakespeare, "Riccardo III"

William Hogarth, David Garrick as Richard III
Riccardo III, del 1592

(In molti casi indico la parentela etimologica delle parole inglesi con quelle latine e certe volte la parentela indiretta con parole greche. L’inglese infatti è “lingua d’origine germanica profondamente latinizzata”[1])

Riccardo si presenta come deform’d-deformis-de= away; forma= shape- , unfinish’d-finis-finire-…and so lamely and unfashionable that dogs bark at me, as I halt-claudus- by them (I, 1).
Cfr. La zoppia di Edipo e la tirannide come monarchia claudicante.

I, 1 Riccardo duca di Gloucester dice al fratello Giorgio duca di Clarence: Why, this it is when men are rul’ed-regula-regere- by women (I, 1), ecco che cosa succede quando gli uomini sono governati dalle donne.
Vuole fargli credere che il re loro fratello, Edoardo IV , lo perseguita in quanto messo su dalla moglie, regina Elisabetta.
Riccardo utilizza la diffidenza e la paura atavica nei confronti della donna.

La paura della donna
Catone il Vecchio si opponeva al lusso e alla libertas femminile da lui intesa già come licentia [2]. E' la paura della donna a suggerire al Catone di Tito Livio alcune parole sulla necessaria sottomissione della femina al fine di tenere sotto controllo una natura altrimenti riottosa .
Così si esprime il censore quando parla, nel 195 a. C., contro l'abrogazione della lex Oppia che, dal 215, imponeva un limite al lusso delle matrone[3] le quali erano scese in piazza proprio per manifestare a favore dell'annullamento della legge:" Maiores nostri nullam, ne privatam quidem rem agere feminas sine tutore auctore voluerunt, in manu esse parentium, fratrum, virorum...date frenos impotenti naturae et indomito animali et sperate ipsas modum licentiae facturas...omnium rerum libertatem, immo licentiam , si vere dicere volumus, desiderant… Extemplo simul pares[4] esse coeperint, superiores erunt "[5], (XXXIV, 2, 11-14; 3, 2) i nostri antenati non vollero che le donne trattassero alcun affare, nemmeno privato senza un tutore, e che stessero sotto il controllo dei padri, dei fratelli, dei mariti...allentate il freno a una natura così intemperante, a una creatura riottosa e sperate pure che si daranno da sole un limite alla licenza...desiderano la libertà, anzi, se, vogliamo chiamarla con il giusto nome, la licenza in tutti i campi…. appena cominceranno a esserci pari, saranno superiori.

Sentiamo anche il lunatico Re Lear (1605) di Shakespeare:" Guardate quella signora che sorride in modo affettato, la cui faccia fa presagire neve dove il corpo si biforca whose face between her forks -furca- presages presagium- snow, che affètta virtù that minces virtue (lat. minutia e virtus) e scuote il capo and does shake the head a sentir nominare il piacere to hear-ajkouvw- of pleasure’s-placēre- name- nomen, o[noma- ;
la puzzola e il cavallo nutrito d'erba fresca non vanno là (alla lussuria) con un appetito più sfrenato with a more riotous appetite- appetitus-appĕtere.
Sotto la vita esse sono centauri, sebbene donne nella parte superiore (down from the waist they are centaurs, though women all above); solo fino alla cintola esse sono eredi degli dèi but to the girdle do the gods inherit (lat. heres); sotto è tutta del demonio beneath is all the fiend’s : lì c'è l'inferno, lì ci sono le tenebre there’s hell, -allied to cell small room, latino cella, stanzuccia- there’s dark, lì c'è il pozzo solforoso the sulphourous pit-puteus che brucia, che scotta, c'è il fetore (stench), c'è la consunzione" (King Lear, IV, 6).

Questa svalutazione e svilimento del corpo femminile, necessario a chi voglia liberarsi dall'irrazionale soggezione alla libidine erotica, si trova nel Secretum del Petrarca quando S. Agostino che vuole liberare l'animo di Francesco dai due errori più pericolosi, l'amore per la gloria e l'amore per Laura, mette in guardia il poeta dai pericoli connessi alla bellezza delle donne, effimera e ingannevole se non addirittura inesistente:"Pauci enim sunt qui, ex quo semel virus illud illecebrose voluptatis imbiberint, feminei corporis feditatem de qua loquor, sat viriliter, ne dicam satis constanter, examinent " (III, 68), sono pochi quelli che, da quando una volta sola abbiano assorbito quel noto veleno del piacere seducente, possono considerare abbastanza energicamente, per non dire con sufficiente costanza, la laidezza del corpo femminile.

Crudele ironia shakespiriana quando Riccardo dice tra sé a proposito del fratello Clarence mandato nella torre perché venga ucciso da due sicari: “I do love thee so that I will shortly send thy soul to Heaven (I, 1), ti voglio bene al punto che presto manderò in cielo la tua anima.

Lady Anne dice a Riccardo il quale ha ucciso il suocero Enrico VI Lancaster (1471) e il marito Edoardo principe di Galles: “ diavolo immondo, vattene e non ci disturbare for thou hast made the happy earth- greco e[ra, terra- thy hell, (I, 2) tu che hai fatto della terra felice il tuo inferno.
Cfr. :"Fecimus coelum nocens" ( Oedipus, v. 36), io ho reso colpevole il cielo[6]. Un'eco di questa autodenuncia si trova nell'Amleto quando il re Claudio assassino del fratello dice:"Oh, my offence is rank, it smells to heaven" (3, 3), oh il mio delitto è marcio, e manda fetore fino al cielo.
Poco dopo Amleto[7], parlando con la madre, paragona lo zio a una spiga ammuffita che infetta l'aria salubre (3, 4).
Riprendiamo il Riccardo III dove eravamo quando Lady Ann dice a Riccardo che si appresta a corteggiarla: “Foul devil, for God’s sake hence, and trouble-tuvrbh-turba us not;-For thou hast made the happy earth thy hell,-Fill’d with cursing cries-quiritare to implore the aid of the Quirites and deep exclaims” (I, 2), sconcio demonio, per amor di Dio, via di qui e non darci pena; perché tu hai fatto della terra felice il tuo inferno, riempito con urla di maledizione e profondi gemiti.
Dopo una battuta corteggiante di Riccardo (wonderful when angels are so angry (I, 2, 75)
Anne rincara la dose chiamandolo “diffus’d infection-infectus incompiuto inficio- of a man”, diffusa infezione di uomo (I, 2).
Eppure Riccardo riesce a sedurla. Lady Anne gli dice “thou are unfit for any place but hell” (I, 2) e il duca risponde di essere invece fit- influenced as to sense by Middle English fete well done-, from Old French fait lat factus- for your bed-chamber –kamavra-volta-camera volta. E via via la convince.
Il linguaggio drammatico di S. suggerisce attraverso la parola scritta il gesto e il tono che devono accompagnarla mentre viene detta[8]. Come quando Richard III dopo avere conquistato Anne, dice: “Shine out, fair sun, till I have bought a glass, /That I may see my shadow-skovtoς (oJ)- as I pass-passus” (I, 2). L’attore non può non levare il capo verso il sole indicando la sua ombra.


CONTINUA



[1] Tullio De Mauro, Storia linguistica dell’Italia repubblicana dal 1946 ai nostri giorni, Laterza, 2014, p. 39
[2] Livio, XXXIV, 2, 11-14.
[3] Vietava tra l'altro di indossare vesti multicolori o di girare per Roma su un cocchio a doppio traino di cavalli.
[4] Evidentemente la parità fa paura ai maschi. Lo aveva già detto Marziale (40 ca-104 d.C.) nella clausula di un suo epigramma:" Inferior matrona suo sit, Prisce, marito:/non aliter fiunt femina virque pares " (VIII, 12, 3-4), la moglie, Prisco, stia sotto il marito: non altrimenti l'uomo e la donna diventano pari.
[5]Tito Livio, Storie , XXXIV, 3, 2.
[6] In La tragedia spagnola ( 1592) di Thomas Kyd il nobile portoghese Alexandro, con pessimismo meno assoluto, dice:"Il cielo è la mia speranza: quanto alla terra, essa è troppo infetta per darmi speranza di cosa alcuna della sua matrice" (III, 1).
[7] 1601
[8] Cfr. C. Izzo, Storia della letteratura inglese, Nuova Accademia Editrice, Milano, 1961.

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