mercoledì 23 maggio 2018

"La Riunione di Famiglia" di Eliot. Parte prima



Presentazione sommaria della conferenza 
Le Erinni nell’"Orestea" di Eschilo e in "Riunione di famiglia" di T. S. Eliot: la necessità dei classici
del 24 maggio 2018 a Padova


Questo percorso commenta The family reunion di T. S. Eliot attraverso un metodo comparativo.
Vengono presentati continui confronti con le tragedie di Eschilo, Sofocle, Euripide e di Seneca, con particolare attenzione alla trilogia eschilea Agamennone, Coefore, Eumenidi.
E’ stato evidenziato il tema della paura non senza il rilievo che questa può avere aspetti positivi ed essere funzionale all’ordine nella polis.
Lo notano tanto le Erinni (vv. 517-519) quanto Atena (vv. 698-699) nelle Eumenidi che concludono l’Orestea rappresentata ad Atene nel 458.
Nel dramma di Eliot la paura è diffusa, è parte dell’aria, persino del tempo atmosferico carente di luce e calore, e viene ripetutamente deprecata dal Coro alla fine della parte prima (I am afraid of all that has happened, and of all is to come, ho paura di tutto quello che è accaduto e di tutto quello che ha da venire) non senza del resto che la coreuta Ivy affermi di volere combattere contro il più indecoroso terrore (This is a most undignified terror, and I must struggle against it, I, 3).
Il Coro è formato da Ivy, Violet, Gerald, Charles, due sorelle e due cognati di Amy, la madre dolorosa di Harry, il nuovo Oreste.
In The family reunion la paura viene superata quando diventa conoscenza e comprensione nei personaggi di Harry, Agatha un’altra zia, e Mary una cugina, i tre del gevno" che vogliono e possono capire.

Alla comprensione è funzionale anche il dolore tanto nella trilogia di Eschilo quanto nel dramma di Eliot.
Lo afferma il coro di vecchi argivi nella Parodo dell’Agamennone: tw/' pavqei mavqo" (v. 177), attraverso la sofferenza si giunge alla comprensione.
Amy, la madre di Harry e di altri due figli secondari John e Arthur, è il personaggio più oppresso dal dolore e attribuisce lo strano comportamento del primogenito, che al pari di Oreste vede spettri, al clima nebbioso e alla stanchezza del viaggio compiuto dal figlio con la moglie che dalla nave è sparita nel mare, non si sa come.
 Agatha, un’altra sorella di Amy, invece suggerisce al nipote di comprendere quello che ancora non ha capito: è la via verso la libertà: There is more to understand: hold fast to that as the way to freedom (I, 1).

In una scena successiva, dopo vari accadimenti, e visioni di Erinni con una ripresa testuale delle Coefore[1], Harry dice che non è certo di non avere spinto in mare dalla nave la moglie annegata (Perhaps I only dreamt I pushed her II, 2).

Agatha risponde che loro non hanno scritto un racconto di delitto e castigo- of crime and punishment- but of sin and expiation, ma di peccato e di espiazione (II, 2).
Però prima di espiare il peccato, per espiarlo, esso va conosciuto.
It is certain-that the knowledge of it must precede the expiation.
It is possible that sin may strain and struggle –in its dark instinctive birth, to come to consciousness-and so find expurgation, è possibile che il peccato si sforzi e lotti nella sua oscura nascita istintiva, per arrivare alla coscienza e così trovare purgazione[2].

Può darsi che tu sia la coscienza della tua famiglia infelice, aggiunge la zia veggente, il suo uccello mandato in volo attraverso la fiamma purgatoriale, its bird sent flying through the purgatorial flame.
Harry allora si sente felice, come se la felicità consistesse in una visione diversa in a different vision. This is like an end, questo è come un fine (II, 2).
Agatha aggiunge : “the burden’s yours now, yours-the burden of all family. And I am little frightened, il fardello di tutta la famiglia ora è tuo e io sono un poco impaurita.
Ma il nipote fatica a immaginare la paura di questa zia: You, frightened! I can hardly imagine it, e comincia a comprendere: I only now begin to have some understanding-of you, and of all of us. Agatha è la mente più lucida della famiglia.

Harry ha capito e ha vinto la paura. Quando le Eumenidi appaiono per l’ultima volta, il giovane si rivolge a loro con queste parole : You cannot think that I am surprised to see you non crediate che io sia sorpresi di vedervi, and you shall not think that I am afraid to see you, e non crediate che abbia paura di vedervi. Questa volta siete reali, siete fuori di me e perciò sopportabili, this time you are real, this time you are outside me, and just endurable. Pensavo di sfuggirvi venendo qui dove voi invece mi aspettavate (II, 2). Ora finalmente vedo che vi sto seguendo Now I see at last that I am following you e che può esserci un solo itinerario e una sola destinazione. Let us lose no time. I will follow.

Pure Oreste giunto sull’acropoli di Atene non ha più paura delle Erinni: le affronta e rivendica le proprie azioni, compreso il matricidio con il quale ha vendicato il proprio padre: e[kteina, touvtou d j ou[ti" a[rnhsi" pevlei (Eumenidi, 588), l’ho uccisa e di questo non c’è negazione.
Oreste rivendica dignità al proprio delitto, come Prometeo (Prometeo incatenato, v. 266).


giovanni ghiselli



[1] Harry: no, no, non lì, laggiù. Voi non le vedete, ma io le vedo, ed esse vedono me. You don’t see them, but I see them, and they see me (I, 1).
Cfr. Eschilo, Coefore 1061: “uJmei'" me;n oujc oJra'te tavsd j, ejgw; d j oJrw'- ejlauvnomai de; koujkevt j a]n meivnaim j ejgw v”, voi non le vedete ma io le vedo, sono sospinto e non posso più restare. E’ Oreste che si rivolge al Coro delle portatrici di libagioni.
Questi due versi sono posti come epigrafe di Sweeny agonistes, Fragments of an Aristophanic Melodrama: you don’t see them, you don’t-but I see them: they are hunting me down , I must move on 
[2] Cfr. l’Orestea di Eschilo dove il matricida deve andare a Delfi, poi ad Atene per sapere quanto conti, pesi, significhi il suo peccato. Anche Edipo deve fare una lunga indagine su se stesso nella tragedia di Sofocle.

1 commento:

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