giovedì 20 settembre 2018

L’approccio comparativo alle letterature antiche. Parte I


La Sapienza, Roma


Percorso della conferenza che terrò domani 20 settembre 2018 alle ore 15, 30 nell’Odeon della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università La Sapienza di Roma.

L’approccio comparativo alle letterature antiche

 Introduzione alla metodologia dell’insegnamento delle lingue e letterature greca e latina con taglio europeo e topologico.
Non conoscere il latino significa cecità o almeno debolezza di vista linguistica
L'uomo che non conosce il latino somiglia a colui che si trova in un bel posto, mentre il tempo è nebbioso: il suo orizzonte è assai limitato; egli vede con chiarezza solamente quello che gli sta vicino, alcuni passi più in là tutto diventa indistinto. Invece l'orizzonte del latinista si stende assai lontano, attraverso i secoli più recenti, il Medioevo e l'antichita. Il greco o addirittura il sanscrito allargano certamente ancor più l'orizzonte. Chi non conosce affatto il latino, appartiene al volgo, anche se fosse un grande virtuoso nel campo dell'elettricità e avesse nel crogiuolo il radicale dell'acido di spato di fluoro"1.
Si veda un ancora più esplicito svuotamento della sofiva tecnologica nel discorso di Diotima del Simposio platonico: "kai; oJ me; n peri; ta; toiau'ta sofo; " daimovnio" ajnhvr, oJ dev, a[llo ti sofo; " w[n, h] peri; tevcna" h] ceirourgiva" tinav", bavnauso"" (203a) , chi è sapiente in tali rapporti2 è un uomo demonico, quello invece che si intende di qualcos' altro, o di tecniche o di certi mestieri, è un facchino.
Avvicino, forse non arbitrariamente, quanto scrive Hegel nella
Fenomenologia dello spirito: “il signore si rapporta alla cosa in guisa
mediata, attraverso il servo”; il servo invece “col suo lavoro non fa che trasformarla”3. Vero è che attraverso il lavoro del servo e il suo rapporto diretto con la realtà, avviene un rovesciamemto dialettico. Secondo Hegel in termini di coscienza. Lavorando il servo giunge alla consapevolezza, alla coscienza di sé e del mondo oggettivo
La servitù una volta compiùta diventerà il contrario di quello che è immediatamente. Diventata autocoscienza la servitù si trasformerà nel proprio rovescio. Marx utilizzerà questa dialettica servo - signore come chiave di lettura dellintera storia che è storia di lotta di classi.
Aggiungo che lautocoscienza, il conosci te stesso, si raggiunge pure e forse più profondamente attraverso la lettura e la comprensione dei classici antichi e moderni.

Lo studio dei classici serve ad accrescere la nostra umanità

Perche studiare il greco e il latino, potrebbe chiederci un giovane, a che cosa servono? Alcuni rispondono: " a niente; non sono servi di nessuno; per questo sono belli"4.
Non è questa la nostra risposta. Se e vero che le culture classiche non si asserviscono alla volgarità delle mode, infatti non passano mai di moda, è pure certo che la loro forza e impiegabile in qualsiasi campo. La conoscenza del classico potenzia la natura peculiare dell'uomo che è animale linguistico.
Il greco e il latino servono alle relazioni umane, quindi all’umanità e alla civiltà: accrescono le capacità comunicative che sono la base di ogni studio e di ogni lavoro non esclusivamente meccanico.
Chi conosce il greco e il latino sa parlare la lingua italiana più e meglio di chi non li conosce5. Sa anche pensare più e meglio di chi non li conosce.
Sa opporre degli argini all’irrazionale quando questo dilaga e minaccia di sommergelo
E' quello che Thomas Mann fa dire a Serenus Zeitblom nel Dokctor Faustus (1947) : "non posso far a meno di contemplare il nesso intimo e quasi misterioso fra lo studio della filologia antica e un senso vivamente amoroso della bellezza e della dignità razionale dell'uomo (...) dalla cattedra ho spiegato molte volte agli scolari del mio liceo come la civiltà consista veramente nell'inserire con devozione, con spirito ordinatore e, vorrei dire, con intento propiziatore, i mostri della notte nel culto degli dei"6. E’ il caos che si fa cosmo. Cfr. le Erinni che diventano Eumenidi nella terza tragedia dell’Orestea e anche in The family reunion di T. S. Eliot (1939)


CONTINUA

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1 A. Schopenhauer, Parerga e paralipomena, Tomo II, p. 772.
2 Quelli tra gli uomini e gli dei.
Fenomenologia dello spirito (del 1807) . Capitolo 4 (A)
4 Il greco e il latino, la religione e la matematica “Erano - e l’insegnante lo faceva notare spesso - del tutto inutili apparentemente ai fini degli studi futuri e della vita, ma solo apparentemente. In realtà erano importantissimi, più importanti addirittura di certe materie principali, perche sviluppano la
facolta di ragionare e costituiscono la base di ogni pensiero chiaro, sobrio ed efficace” (H. Hesse, Sotto la ruota (del 1906) , p. 24.
5 Vittorio Alfieri nella sua Vita (composta tra il 1790 e il 1803) racconta di avere impiegato non poco tempo dell’inverno 1776 - 1777 traducendo dopo Orazio, Sallustio, un lavoro “più volte rifatto mutato e limato…certamente con molto mio lucro si nell’intelligenza della lingua latina, che nella padronanza di maneggiar l’italiana” (IV, 3) .
6T. Mann, Doctor Faustus, pp. 12 e 14.

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