domenica 31 marzo 2024

L’artista rischia l'inumanità


 

 Tonio Kröger  di T. Mann quale “borghese sviato”.

Quando è arrivato poco oltre la trentina Tonio si reca a Monaco trovare un’amica coetanea: Lisaveta Ivanovna.

L’uomo indossava un abito di singolare accuratezza e solida semplicità e i lineamenti dal taglio meridionale apparivano già profondamente marcati.

Tonio dice all’amica: “E’ necessario essere qualcosa di extraumano , di  inumano, bisogna trovarsi in una situazione stranamente lontana e neutrale, per essere in grado, per essere anche solo tentati di rappresentarlo, per raffigurarlo con gusto ed efficacia.

Parole citate da un personaggio   di Rainer Werner  Fassbinder  non ricordo in quale film.

Ma torniamo a Tonio Kröger: “Ve l’assicuro, spesso mi sento mortalmente stanco di rappresentare l’umano senza prendervi parte. C’è da chiedersi se l’artista sia un uomo (…) la  letteratura non è affatto una vocazione; è una maledizione. Uno comincia a sentirsi segnato, a rendesi conto di essere in incomprensibile contrasto con gli altri, con la gente ordinaria, sempre più a fondo si scava l’abisso d’ironia, di incredulità, di opposizione, di lucidità, di sensibilità che lo separa dagli uomini; la solitudine lo inghiotte e da quel momento non c’è più possibilità d’intesa (…) Lisaveta, io amo la vita. Il possedere un amico tra gli uomini mi renderebbe orgoglioso e felice. Ma finora ho avuto amicizie soltanto tra demoni e coboldi, creature sotterranee e fantasmi ammutoliti dal conoscere: ossia, fra i letterati. Ho errato nel credere che si potesse cogliere anche una sola foglia di alloro senza pagarla con la vita.

 

Lisaveta lo ascolta poi gli dice. “Sie sind ein Bürger”, voi siete un borghese, un borghese sviato- ein verirrter Bürger” (T. Mann, Tonio Kröger, capitolo IV)

 La vita borghese insomma è diversa e lontana da quella dell’ artista, eppure questo deve arrivare a conciliarsi, a un compromesso con l’ordinaria vita umana per non cadere nella disumanità.

 

 Nel IX e ultimo capitolo Tonio scrive a Lisaveta: Io ammiro quelli che, impassibili e fieri vivono di avventure  sui sentieri della grande e demoniaca bellezza-der groben, der demonischen Schönheit e che disprezzano l’uomo, ma non li invidio.  Perché se c’è qualcosa che è in grado di fare di un letterato un poeta, -einen Dichter zu machen-questo è il mio amore borghese- meine Bügerliebe- per tutto ciò che è umano, vivo, ordinario. Da esso deriva ogni calore, ogni bontà e ogni sorridente affetto, e io credo quasi che sia quello stesso amore di cui è stato scritto che se uno parlasse con tutte le voci degli uomini e degli angeli ma ne fosse privo, altro non sarebbe che un vibrar di metallo e un tintinnar di sonagli” (Rizzoli, 2009, p. 213)

Le ultime parole ricordano un periodo della Lettera ai Corinzi I di Paolo(13):" jEa;n tai'" glwvssai" tw'n ajnqrwvpwn lalw' kai; tw'n ajggevlwn, ajgavphn de; mh; e[cw, gevgona calko;" hjcw'n h] kuvmbalon ajlalavzon", se parlo in tutte le lingue degli uomini e degli angeli ma non ho l’amore, sono diventato un bronzo che riecheggia o un cembalo che risuona.

Si linguis hominum loquar et angelorum, caritatem autem non habeam, factus sum velut aes sonans aut cymbalum tinniens.

 

Analoghi problemi, ostacoli alla vita vissuta sente Trigorin il letterato e scrittore del dramma Il gabbiano (1895)  di Čechov: “Che ha di bello la mia vita? (…) Giorno e notte sono posseduto da un unico pensiero ossessionante: devo scrivere, devo scrivere, devo scrivere, devo, devo (…) C’è un profumo di girasole. Subito faccio un nodo al fazzoletto “Profumo caramelloso, fiore vedovile, ricordarsene per un tramonto d’estate”. Annoto, annoto. Prendo appunti. Sto con fucile puntato, acchiappo al volo, pesco da voi, da me, ogni frase, ogni parola, e corro immediatamente a chiudere tutte queste frasi nella mia cassaforte letteraria: chi sa, possono servire!” Vero è che questo scrittore ha un certo successo e trova il tempo di approfittarne per sedurre e poi lasciare una ragazza portandola via a un giovane, Kostantin che aspirava anche lui a diventare uno scrittore di successo ma si uccide perché fallisce e constata che “le donne non perdonano l’insuccesso. Ho bruciato fino all’ultimo foglio”  e alla fine si spara.

 

 Bologna 31 marzi 2024 ora legale 11, 07 giovanni ghiselli

p. s.

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