martedì 2 luglio 2024

Ifigenia CCXXX. La più vana delle emozioni.


 

Tra alti e bassi, come sempre, giungemmo agli sgoccioli di Debrecen. Il penultimo giorno era il dì che si chiudeva con il   bùcsù est, la sera dell’addio, l’ultimo incontro organizzato e solenne che per me e diversi sodali miei era di fatto un arrivederci poiché ogni volta eravamo stati bene nel mese della borsa di studio  e volevamo tornare nella nostra amata Università estiva.

A Ifigenia invece quell’ambiente non era piaciuto.

In effetti non era di suo gusto. A lei piaceva gente rivolta in maniera diversa, orientata  verso un pubblico dall’alto di una ribalta.

Sicché non volle partecipare alla festa del ringraziamento.

 Non veniva valorizzata, nemmeno notata, poiché le sue scene agli occhi di tanti studenti borsisti, per lo più studiosi,  non avevano alcun valore. Ifigenia insomma era fuori luogo tra le persone che piacevano a me.

Ero contrariato, comunque l’accompagnai in camera sua. Quindi tornai nel mevgaron, il salone posto nen centro della Nyáry Egyetem. Tali contaminazioni linguistiche funzionavano bene tra noi borsisti di Debrecen, quasi tutti studiosi di lingue e letterature. Anche io in siffatta compagnia  funzionavo.

Volevo rivedere e salutare una bella ragazza napoletana dallo sguardo che avevo notato con interesse se mi gratificava  rivolgendomi anche solo un’occhiata. Ifigenia capì che andavo a cercare uno stimolo oltre lei e mi chiese di risparmiarle altri dispiaceri. La salutai non senza un po’ di rimorso.

Mentre guardavo la bella partenopea che non sdegnava il mio sguardo, pensai al dispiacere che avevo causato nove anni prima a Helena incinta corteggiando sfacciatamente la deliziosa Josiane di Strasburgo che mi aveva stuzzicatoi  e non volli ripetere il fatto non solo poco commendevole ma anche privo di senso ossia di risultati oramai. Insomma pensai a Ifigenia come al cucciolo di un animale domestico abbandonato da un padrone crudele.

Ifigenia, come mi vide, disse: “Sei andato a coltivare la più vana delle emozioni”. Aveva capito tutto. “Proprio così”, ammisi e in quel momento l’ammirai

 

Bologna 2 luglio 2024 ore 18, 21 giovanni ghiselli ore 18, 47

p. s.

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