mercoledì 2 luglio 2025

Edipo a Colono versi 385- 393 Traduzione e commento,


 

Edipo

385 Allora avevi speranza che gli dei avrebbero avuto

386 qualche cura di me, così che io sia salvato finalmente?

Ismene

386 Io sì, padre, per i responsi di adesso

Edipo

387 Quali sono questi? Che cosa è stato profetizzato, creatura?

Ismene

388 Che tu sarai ricercato un giorno da quegli uomini là

389 da morto e pure da vivo per la salvezza

Edipo

390 Chi da un uomo siffatto potrebbe trarre del bene?

Ismene

391 In te dicono stanno i poteri-kravth- di quelli.

Commento kravth avvalendomi di Euripide che nelle Baccanti fa dire a Tiresia:

“Via Penteo, da’ retta a me:

non presumere che la potenza abbia potere sugli uomini”. (mh; to; kravto" au[cei duvnamin ajnqrwvpoi" e[cein- vv. 309  310). Il potere elargito da Edipo risollevato dagli dèi non è la potenza-kravto~-  cui mira Creonte che impedisce di seppellire i morti. Il potere autentico   duvnami~  è la capacità-duvnamai, posso- di fare del bene a sé e agli altri, di favorire la vita.

Edipo

392 Quando non ci sono più, allora sono un uomo?

Ismene

393    ora gli dèi ti raddrizzano, prima ti hanno abbattuto.

Nel prologo dell'Edipo re  (v.39) il sacerdote chiede aiuto a Edipo contro la peste e la sterilità sia della terra, sia delle donne, in quanto, afferma,"levgh/ nomivzh/ q j hJmi'n ojrqw'sai bivon", sei detto e sei ritenuto quello che ci ha raddrizzato la vita.

Il re deve dare esempi di rettitudine con la sua persona, deve comunicare la propria forza alla sua terra e al suo popolo. Edipo re da una parte ha salvato Tebe dalla Sfinge, ma poi l’ha contaminata con i suoi errori.

Se si pone mente al latino rex si deve pensare alla parentela di questa parola con il verbo

 greco ojrevgw, "tendo, stendo". "La radice deriva dall'indoeuropeo *reg- che ha dato come esito in greco ojreg-

 (con protesi di oj- ) in latino reg-"[1] da cui rego, dirigo, regio, regione e rectus, diritto. 

Quindi "in rex bisogna vedere non tanto il sovrano quanto colui che traccia la linea, la via da seguire,

che incarna nello stesso tempo ciò che è retto"[2]. Anche i ragazzi sanno che il rex deve agire recte:

infatti, quando giocano, dicono:  sarai re se farai bene:  "at pueri ludentes  'Rex eris ' aiunt/ 'si recte facies" [3].

 Insomma il rex deve dirigere sulla retta via. Il re allora non può essere contorto. Nemmeno la virtù può esserlo: “et haec recta est, flexuram non recipit” (Seneca, Ep. 71, 20), anche questa è diritta, non ammette piegatura.

Nell’Antigone il messo in procinto di raccontare la catastrofe di Antigone e di Emone,

avverte la regina Euridice che non la blandirà con menzogne: “ojrqo;n aJlhvqei j ajeiv” (v. 1195),

la verità è sempre una cosa dritta.

 

Pesaro 2 luglio 2025 ore 19 giovanni ghiselli

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[1] G. Ugolini, Lexis, p. 346.

[2] E. Benveniste, Il vocabolario delle istituzioni indoeuropee , p. 295.

[3] Orazio, Epistulae  I, 1, 59-60.

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