Il 9 aprile
fu una giornata di caldo quasi estivo. Andammo in bicicletta a
San Pietro, il borgo con l’osteria delle due vecchiette simpatiche.
Ifigenia era gradevole, una grazia del cielo. Ci
stendemmo su un prato.
Disse: "Sempre così dobbiamo stare insieme:
festosi e felici, in armonia e buona salute, nell'aria aperta e ravvivata
dal sole, come due amanti pagani". Pensavamo di avercela fatta. Il 14 aprile chiesi a Desdemona di commentare la nostra giornata di amore e sangue mestruale: quella de 6 giugno del 1979. Volevo provare a inserirla nel nostro romanzo. Scrisse: "Il sole, un muro grigio, il sangue: l'accordo ". Troppo poco. Il 15 Stefania passò da Bologna. Andava a cercare emozioni malate da un amante: Pompeo di Crevalcore, un cretino semianalfabeta secondo lei stessa. Faceva un caldo precoce. La vecchia amica era stremata e più commediante che mai. Pensavo che, se avessi perduto Ifigenia, io pure sarei diventato stanco e vago di emozioni malsane: era il contatto giornaliero con la bella, vivacizzante creatura a fare di me un uomo teso verso qualche cosa di non ordinario. Il 16, tornato a casa di notte dopo un dì passato a Pesaro per confortare la zia valetudinaria, trovai questo biglietto: "Amore mio, sono tanto felice di stare insieme a te perché tu sei una gran brava persona e con il tuo esempio, la tua educazione mi hai resa migliore. Oggi andando in bicicletta su per la "salitaccia" ti ho sentito profondamente come il padre mio spirituale. Mi piace molto fare delle cose con te, e questa estate spero che andremo insieme a Delfi, a pregare per il nostro Destino. Ti amo tanto per come tu sei, per la tua diversità profonda e umana, che è la tua forza e la mia. Sono felice. Spero di rivederti assai presto e nell'attesa ti bacio. Ti adoro mio amore. La tua fedele amante amata ragazza ". Meno di due mesi più tardi, l'istrione beffardo, il sarcastico guitto, il vecchio gradasso, l'avrebbe convinta che questi suoi sentimenti e due anni e mezzo vissuti con me, valevano meno che passare un’ora con lui. Comunque a Delfi saremmo andati in agosto e avremmo pregato sull’ombelico del mondo. Devotamente. Non più per il nostro amore bensì per la vita artistica cui volevamo assurgere ognuno a suo modo. Villa Fastiggi, 23 luglio 2025 ore 11, 46 giovanni ghiselli p. s. Statistiche
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Nota
6 Eravamo nel
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