sabato 8 novembre 2025

Un film troppo elogiato.


Ieri sera ho visto il film del regista persiano Jafar Panahi. Scrivo persiano perché l’Iran è una nazione nobile e antica, pure se ora viene chiamata Iran e Stato canaglia. Questo film denuncia tra lacrime e sorrisi uno stato di corruzione e confusione fino al caos che non sembra possa partorire una stella.

Un semplice incidente è il titolo dovuto a uno scontro tra un’ automobile guidata da un uomo con una gamba posticcia e un cane. Segue una serie di altri incidenti tragicomici. Una specie di ijlarotragw/diva dunque, il genere la cui invenzione è attribuita a Rintone di Siracusa o di Taranto.

In effetti la storia mostra tanto la crudeltà quanto la pietà di uomini e donne. Il tratto distintivo di questa vicenda affollata di casi è comunque la confusione, tale che è difficile raccontarla. Il doppiaggio pessimo, quasi incomprensibile per le parole spesso disarticolate, accresce il senso del caos. Anche la conclusione rimane sospesa . A me dunque non è piaciuto del tutto. Infatti mi piace la chiarezza. Ci ho visto più che altro  la denuncia di un regime già messo all’indice qui in Occidente. In Iran, secondo questo regista iraniano, niente funziona come si deve. Ecco perché è stato premiato a Cannes con la Palma d’oro e viene presentato come il capolavoro che non è. Avrei gradito che Panahi avesse mostrato una pluralità di aspetti che suscitasse dei dubbi sulla propaganda che da decenni presenta l’Iran come lo Stato canaglia e il regno del male. Di tanto in tanto questo viene bombardato non solo dalle parole.

 Nel film prevale la pazzia di un gruppo di psicopatici presentati con una serie di sberleffi tristi.

La speranza è data da una bambina carina e affettuosa, figlia dell’uomo dell’incidente che è un aguzzino del regime e pure è benvoluta da tutti. Anche sua madre incinta di un maschio e in difficoltà viene aiutata dagli oppositori del sistema. La speranza dunque è riposta dal rispetto della maternità e dall’amore per i bambini. Questo mi piace. A Gaza purtroppo non si è visto.

Il film dunque si può vedere ma va considerato con spirito critico.  

 

Bologna 8 novembre 2025 ore 9, 39 giovanni ghiselli

p. s.

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