Nietzsche argomenti vari 67 Frammenti postumi 1888 14 (38)-
Gesù Cristo, l’idiota di Nietzsche e Lev Nikolajevič Myškin l’idiota di Dostoevskij.
Gesù è esattamente l’opposto di un eroe: è un idiota. Si sente la sua incapacità di intendere la realtà (…) Gesù è nei suoi istinti più profondi antieroico: non si batte mai; chi vede in lui qualcosa come un eroe come Renan ha volgarizzato il tipo fino a renderlo irriconoscibile.
(Joseph Ernest Renan 1823 – 1892. Vita di Gesù 1863 , francamente non l’ho letto. So da un manuale che nega la divinità di Cristo pur esaltandolo come uomo incomparabile.)
Torniamo A Nietzsche: “Neanche il più lontano soffio di scienza, di gusto, di disciplina mentale, di logica ha sfiorato questo santo idiota (…) Si deve tener fermo ciò: egli è un idiota in mezzo a un popolo avvedutissimo. Solo che i suoi discepoli non lo erano. Paolo non era in nessun modo un idiota! Da tutto ciò dipende la storia del cristianesimo”.
Ho citato sopra L’Anticristo dello stesso anno 1888 dove Nietzsche esclude quanto ha sostenuto “il signor Renan questo Pulcinella in psychologicis il quale ha tirato in ballo per la sua spiegazione del tipo di Gesù, i due concetti meno pertinenti che si possano dare al riguardo: il concetto di genio e il concetto di eroe (hèros)…Parlando con il rigore del fisiologo qui tutt’al più sarebbe appropriata un’altra parola, la parola idiota (L’Anticristo 29).
Personalmente considero Gesù Cristo un grande uomo, figlio di Dio come tutti, sebbene il massimo Fattore abbia voluto stampare in lui più vasta orma “del creator suo spirito” (cfr. Manzoni, Il 5 maggio vv. 34-36)
Preferisco attribuire queste parole a Cristo piuttosto che a Napoleone, un massacratore di popoli. Perdente oltretutto. Battuto dai Russi, come Hitler.
Ho ripreso questo tema di Cristo “l’idiota” per dare un valore positivo a questa parola comparando questo grande uomo al principe Lev Nikolajevič Myškin, protagonista eponimo del romanzo L’idiota di Dostoevskij
Sentiamo alcune parole di questo “idiota” russo quando parla della bellezza femminile, quella di Aglaja Ivanovna :"E' difficile giudicare la bellezza..La bellezza è un enigma...Una bellezza simile è una forza...con una simile bellezza si può rovesciare il mondo"[1].
Myškin dunque non è un bigotto e riconosce il valore della bellezza femminile . Mi fa piacere perché se provo a dire che una donna politica è bella, i bigotti mi saltano addosso accusandomi di eresia politica: “la bellezza non c’entra” latrano. E io che ho sempre mendicato la bellezza rispondo: “ci entra, ci entra” e voi andate a giocare a carte. Questo sì che vi pare bello!
Nell’Idiota di Dostoevskij si legge una stroncatura del cattolicesimo. Sentiamo il protagonista lanciato in un’invettiva: “Anzitutto, non è una fede cristiana! … Il cattolicesimo romano crede che, senza una potenza imperiale, la fede cristiana non possa sussistere nel mondo, e grida al tempo stesso: Non possumus! Secondo me, il cattolicesimo romano non è nemmeno una religione, ma è la continuazione dell’impero romano, e tutto in esso è sottoposto a questa idea, cominciando dalla fede. Il Papa vi ha conquistato il trono terrestre ed ha alzato la spada. Da quei tempi, ogni cosa prosegue in tal modo, solo che alle spade hanno aggiunto la menzogna, la furberia, l’infingimento, il fanatismo, la superstizione, la scelleratezza, trastullandosi coi più sacri, più sinceri, più ardenti sentimenti, i migliori sentimenti del popolo. Ogni cosa è stata venduta da Roma per denaro, per il vile potere temporale”[2].
Quasi tutti i Papi che ho visto da Pio XII non hanno niente in comune con Cristo. Meglio degli altri Roncalli, Ratzinger e Bergoglio.
Aglaja descrive il principe Myskin a Nastasja Filippovna in questi termini:" Vi devo anche dire che mai, in vita mia, avevo incontrato fino a quel momento un uomo simile a lui per nobiltà e semplicità d'animo, e per fiducia illimitata. Udendo le sue parole, capii che chiunque lo volesse potrebbe ingannarlo, ed egli, per giunta, lo perdonerebbe...per questo cominciai ad amarlo"(p. 719).
Il principe Myškin ritiene connaturata all’uomo e naturale la felicità: “Io non so come sia possibile passare accanto a un albero e non sentirsi felici di vederlo. Parlare con una persona e non essere felici di volerle bene! Oh, io non so esprimere bene i miei sentimenti…ma quante cose belle vediamo ad ogni pie’ sospinto, belle al punto che l’uomo più abbietto non può che vederle sempre belle? Guardate un bambino, guardate l’alba divina, guardate come cresce un fuscello, guardate negli occhi che vi guardano a loro volta e vi vogliono bene…”[3].-
Del tutto a disagio in mezzo a gente non autentica si trova Myškin nel salotto degli Epancin dove non potrà fare a meno di rompere il vaso cinese, secondo la profezia di Aglaja:"Dovete almeno rompere il vaso cinese nel salotto! E' stato pagato caro"[4].
La collega di Torino ricordata sopra, quella che mi suggerì di leggere tutto Nietzsche data la mia parentela culturale con lui, mi fece un altro complimento: una sera che andavamo a cena in una casa borghese mi disse che non potevo esimermi dal rompere il vaso cinese. Non avevo ancora letto Dostoevskij e quanto mi raccontò questa donna una cara e preziosa maestra mi spinse a leggere anche tale autore accrescitore del mio spirito.
il principe Myskin era anche un educatore. Egli racconta:" I bambini ci curano l'anima...venivano spesso da me pregandomi che raccontassi loro qualche cosa; credo che lo sapessi fare bene, giacché mi ascoltavano sempre con grande piacere. In seguito, presi l'abitudine di studiare e di leggere, con l'unico scopo di potere intrattenerli"[5].
Nietzsche 130 Frammenti postumi Primavera 1888- 14, 65. La “dieta” beneficentissima. La plenitudo vitae.
“Allo stesso modo che si può considerare il male come esagerazione, disarmonia, sproporzione, si può considerare il bene una dieta che protegge dal pericolo dell’esagerazione, dalla disarmonia e dalla sproporzione”
Un breve commento: anche dieta è una parola greca diaivta latinizzata in diaeta, poi italianizzata. Il primo significato di diaivta è “modo di vivere”. Se questo consiste nel mangiare oltre il necessario e, più in generale agire contro la vita, a dispetto e in spregio perfino della propria vita, allora la “dieta” è mortale.
Torniamo a Nietzsche: “Si vuole la debolezza: perché? …per lo più perché si è necessariamente deboli (…) l’indebolimento come avversione e vergogna di ogni cosa naturale, come negazione della vita, come malattia e debolezza abituale”.
E’ il peccato contro se stessi: il colmo dell’u{bri~. L’ho praticato dai 19 ai 21 anni cercando di essere attuale, cioè di vivere come le persone volgari, essendone incapace e, quindi, venendo deriso e maltrattato. Non sapevo fumare, non sapevo giocare a carte e così via. Cercavo di fare quello che facevano gli altri e lo facevo male. Ne ho sofferto molto e mi sono immunizzato da questa malattia: ancora una volta tw`/ pavqei mavqo~.
Di nuovo Nietzsche 14 (66): “La diminuzione dell’istinto terapeutico negli indeboliti fa sì che essi desiderino come rimedio ciò che affretta la loro fine”
14 (68): “Chi sente la pienezza e la rappresenta , la dà involontariamente alle cose, le vede più piene, più possenti, più ricche di avvenire, mentre l’esaurito rimpicciolisce e storpia tutto quello che vede, ne impoverisce il valore: è nocivo”.
Un segno indubitabile di esaurimento: odiare il sole. Credo che la prima pienezza da sentire, pienezza preziosa è quella del proprio tempo che va usato tutto per potenziare se stesso. In senso benefico, anzi beneficentissimo. Per me è studiare, fare sport, qualche cena con conversazione, amare ed essere amato, abbronzarmi con il sole. Questa èla mia plenitudo vitae.
Villa Fastiggi 3 settembre 2025 ore 18, 58 giovanni ghiselli
p. s.
Statistiche del blog
All time1806378
Today335
Yesterday1947
This month2652
Last month22881
[1]F. Dostoevskij, L'idiota (del 1869), p. 96 e p. 101.
[2] L’Idiota, p. 687.
[3] F. Dostoevskij, L’idiota, p. 700-
[4]Dostoevkij, L'idiota , p. 663.
[5] Traduzione italiana, Garzanti, Milano, 1973, p. 84 e p. 88
Nessun commento:
Posta un commento