martedì 9 settembre 2025

Resurrezione 13. capitolo 12. L’antefatto adolescenziale tra Dimitri e Katiuša,

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“Sì era Katiuša.

Ecco in quali rapporti Nechliùdov era con Katiuša.”

L’aveva conosciuta quando, diciannovenne, aveva passato l’estate con le zie dove era andato a preparare la tesi sulla proprietà terriera. Era un giovane che tendeva al perfezionamento proprio e a quello del mondo intero. Il padre non era ricco ma la madre era una latifondista. Egli comprendeva tutta la crudeltà e l’ingiustizia del possesso privato della terra, tanto che cedette ai contadini la proprietà ereditata dal padre. Su questo tema preparava la tesi di laurea. Studiava e assorbiva gli umori della campagna con gioia.

“Spesso di notte, soprattutto quando c’era la luna, non riusciva a dormire perché sentiva in sé una troppo esuberante gioia di vivere e camminava fino all’alba in giardino con i suoi sogni e i suoi pensieri” (p. 46)

Nel primo mese non si accorse di  Katiuša “dagli occhi neri, mezzo cameriera e mezzo figlia adottiva”

Una sera però avevano degli ospiti tra cui un giovane pittore di origine contadina e si misero a giocare rincorrendosi a coppie.

A un certo punto toccò a Nechliùdov correre in coppia con Katiuša.

La guardava con piacere ma non pensava a rapporti più stretti. Il pittore cercava di prevalere su  Nechliùdov ma la ragazza parteggiava per lui. Lo studente cadde  e “Katiuša con un sorriso raggiante e con gli occhi neri come le more gli volò incontro. Lui si rialzò e si presero per mano.  Il ragazzo protese il viso verso la ragazza e la baciò sulla bocca. Una caduta, un risollevarsi e un bacio. Tre momenti capitali per entrambi.

 

La donna che ti aiuta, ti rimette in pista quando cadi diventa molto importante anche perché è assai più frequente che il prossimo approfitti di te quando scivoli giù per la china della sventura.

 

“Ma guarda un po’-eslamò lei-  e liberando la sua mano con mossa rapida, corse via”. Amabile ragazza!

Infatti nacque l’amore.

“Bastava che Katjuŝa entrasse nella stanza o che da lontano Nechljùdov scorgesse il suo grembiule bianco, perché tutto gli apparisse illuminato dal sole, tutto diventasse più interessante, più giocondo, più ricco di significato, perché la vita diventasse più lieta. E anche per lei era così" (p.47).

E’ una descrizione realistica e bella dei sentimenti di una persona innamorata

“Gli bastava la consapevolezza che Katjuŝa esisteva, come bastava a lei sapere che esisteva Nechliùdov” A questo pensiero ogni tristezza dileguava.

 

Funziona proprio così, putroppo molto raramente e per un tempo breve. Magari è possibile allungarlo frequentandosi poco. A me è capitato per pochi giorni con il 10% delle donne conosciute. Non meravigliosamente dunque con il resto.

Katjuŝa leggeva: Nechliùdov le passò Dostojèvkij e Turghèniev dopo averli letti. Letture comuni danno argomenti alle coppie, favoriscono l’intesa come paraninfi.

I parenti del ragazzo temevano, data la condizione economica e sociale della ragazza, che quella relazione sfociasse in un matrimonio, ma se lo avessero detto al ragazzo, egli “probabilmente avrebbe deciso nella sua rettitudine che non sussisteva nessuna ragione per non sposare la fanciulla, chiunque ella fosse, se egli l’amava”. Ma quando partì nemmeno sapeva se l’amava.

“Era convinto che il suo sentimento per lei fosse soltanto una delle manifestazioni della gioia di vivere che riempiva allora tutto il suo essere, sentimento allora condiviso da quella cara e allegra fanciulla. Quando partì e  Katjuŝa, uscita sul terrazzino con le zie, l’accompagnò con gli occhi neri, pieni di lacrime e lievemente strabici, egli sentì tuttavia che lasciava qualcosa di bello, di prezioso, che non sarebbe mai più tornato”

Gridò: “ Addio  Katjuŝa e grazie di tutto” mentre saliva sul calesse.

 “Addio, Dmìtrij Ivànovič- disse lei con la sua dolce voce carezzevole e, trattenendo le lacrime che le riempivano gli occhi, scappò nell’andito per piangere liberamente” (p. 48).

 

Io piuttosto reagivo con il cinismo e l’ironia quando le sole cinque o sei donne che ho amato e mi hanno reso felice andavano via per sempre.

“Ora andiamo di nuovo a donne in compagnia” dicevo agli amici, e ridevo, invece di piangere. Ero giovane allora e mi difendevo così.

Pesaro 9 settembre 2026 ore 12, 20 giovanni ghiselli.

p. s.

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