mercoledì 10 settembre 2025

Tolstoj Resurrezione 15. Capitolo 14. L’innamoramento e la lotta interiore di Dimitri.

Dimitri dunque arrivò dalle zie verso la fine di marzo, sotto una pioggia dirotta, bagnato fradicio. “Forse in fondo all’anima c’era già nei riguardi di Katiuša  un cattivo proposito suggeritogli dal suo ormai sfrenato io animalesco” ma non se ne rendeva conto. Desiderava solo rivedere le care zie e la simpatica ragazza di cui aveva conservato un piacevole ricordo.


Mi capitò lo stesso quando andai a Praga nell’aprile del 1968 con uno scambio di posti in collegi universitari e volevo rivedere una ragazza simpatica e carina, Elena,  conosciuta sul Mar Nero l’estate precedente. Durante quella primavera e Pasqua praghese passai ogni sera con lei nel collegio ospitale, ma non ebbi per quella biondina diciottenne tutti i riguardi che avrei dovuto avere: una sera, mentre entravamo nel collegio, vidi un’altra ragazza attraente e dissi alla mia giovanissima amante: “carina quella!”. Helena si rabbuiò e rispose. “per te sono tutte carine”. Non trovai nemmeno la decenza di dirle: “però non ho mai visto una carina come te”.

Tacqui da cafone poco erudito e molto ignorante quale ero. Avevo 23 anni e 5 mesi e stavo concludendo l’Università. Quando tornai a cercarla, pentito, cinque anni più tardi non volle vedermi. Il mio io animalesco ha perso così alcune relazioni umane tra le migliori della mia vita. Con Helena finlandese, come sa chi mi legge, iniziai a correggermi nel 1971 a Debrecen.

Tolstoj come ogni scrittore davvero grande ha lo stile dell’universale e racconta storie nelle quali ciascun lettore può riconoscersi. Mi piace commentare ogni tanto i fatti dei romanzi con i miei. Così segnalo la verità e il realismo degli scrittori bravi. Altri autori che scrivono storie fuori dalla realtà non li leggo. Il realismo è greco ed è latino. L’allegorismo mi è straniero. 

Come vide Katiuša, a Dimitri il cuore balzò dalla gioia. “E’ qui!” Fu come se il sole facesse capolino fra le nuvole”.

Rimasto solo, si tolse la roba bagnata e cominciò a rivestirsi. Quindi sentì i passi di lei, il suo modo di bussare e li riconobbe, “Lei sola camminava e bussava così”. Una persona che ha del carattere si distingue dalla volgare schiera dei conformisti.

Dimitri si mise il pastrano sulle spalle e aprì.

“Era lei, Katiuša. Sempre la stessa, anzi, ancora più carina. Come prima i neri occhi ingenui, un po’ strabici, guardavano sorridenti, dal basso in alto; come prima indossava un lungo grembiule bianco”. 

Ricordiamo le donne amate abbinate a un colore: Helena finlandese è spesso “biancovestita” come sa chi mi legge. Vedo che il “santone”  Tolstoj  di amore si intende.

Katiuša , bellina, portava saponi profumati e asciugamani “Come prima le dolci labbra rosse e sode fremevano di irresistibile gioia alla vista di lui”.

Questo è il segno indubitabile dell’attrazione. Dalle donne tetre, tristi e querule bisognerebbe scappare lontano lontano. Invece quando stiamo male ci attirano, come la tomba.

Dimitri non sapeva se darle del tu o del voi, e arrossì al pari di lei.

A lui non servivano i saponi delle zie poiché aveva “il grande nècessaire aperto, dal coperchio d’argento, pieno di una enorme quantità di boccette, spazzole, brillantine, profumi e  accessori di toletta d’ogni genere”.

La cura della propria persona, il cultus esagerato non depone a favore di chi lo pratica. Un po’ di neglegentia , sprezzatura, ajmevleia è molto più elegante.

Dimitri andava in guerra e doveva rimanere un solo giorno dalle zie, ma dopo avere rivisto Katiuša decise di restare fino a Pasqua che cadeva dopo due giorni. Doveva incontrarsi a Odessa con il camerata e amico Sènbok e lo avvisò con un telegramma.

Tornò a commuoversi vedendo il grembiule bianco della ragazza, non poteva udire senza gioia il suo passo, non poteva guardare senza esserne intenerito i suoi occhi neri come le more. Sentiva di esserne innamorato.

I sintomi sicuramente c’erano. Il più forte è quando una persona ti manca in mezzo ad altre che ti annoiano.

Però succede che anche la persona innamorata può essere divisa in due parti.

“In Nechliùdov, come in tutti gli uomini, c’erano due individui: uno spirituale che cercava per sé soltanto un bene che poteva essere anche un bene per gli altri, l’altro, animalesco, che cercava il bene soltanto per sé e per questo bene era pronto a sacrificare il bene del mondo intero. In quel periodo di follia dell’egoismo suscitato in lui dalla vita di Pietroburgo e nell’esercito, l’io animalesco dominava e aveva completamente soffocato lo spirituale. Ma rivedendo Katiuša, l’io spirituale rialzò la testa e cominciò a riaffermare i suoi diritti. Nel giovane in quei due giorni precedenti Pasqua si svolse una continua lotta interiore”.

La notte di sabato i due giovani assistettero a due funzioni: la prima in casa con le zie di Dimitri con la messa di mezzanotte la seconda in chiesa.

Dimitri, sentito che Katiuša vi si recava con la cameriera, si fece sellare lo stallone, indossò l’uniforme luccicante con gli attillati calzoni da cavallerizzo, infilò il pastrano e salito sul vecchio stallone grasso, pesante, che nitriva di continuo, si  avviò verso la chiesa nel buio, tra le pozzanghere e la neve. Il contrato tra il cavallo e il cavaliere dà l’idea che l’eleganza di Dimitri era una vanità fuori luogo, vana appunto e che non sarebbe seguito del bene né a lei né a lui.


Pesaro 10 settembre 2025 ore 11, 33 giovanni ghiselli

p. s.

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