martedì 16 settembre 2025

Un’interessante intervista a Cacciari nel quotidiano “la Repubblica” di oggi.


L’introduzione della Cuzzocrea premette che Massimo Cacciari non è dell’avviso del vicepremier Antonio Tajani che evoca il terrorismo e l’omicidio Calabresi.

Aggiungo che Tajani quando evoca il terrorismo e il commissario Calabresi dovrebbe evocare pure la strage di Stato di piazza Fontana, Valpreda innocente additato come mostro e incarcerato, e anche la defenestrazione di Pinelli. Del resto più avanti Cacciari stesso dice: “parliamo di cose serie non di Tajani”. Quindi il filosofo associa le parole di odio diffuse e correnti alla situazione di conflitto nella quale viviamo da anni: “Il linguaggio  è il sintomo di una situazione più generale in cui è venuta meno perfino la deterrenza atomica”.

Il linguaggio comunemente usato è segno non solo di violenza ma anche di confusione, di menzogna, di inganno generalizzato.

Il filosofo aggiunge che “ i princìpi di solidarietà, di sussidiarietà sono falliti nel mancato adempimento delle riforme democratiche necessarie, lasciando tutto al dominio dei paesi più grandi”.

Infine una risposta sullo scempio di Gaza: “Su Gaza le élite politiche europeee hanno seguito il punto di massima vergogna della loro storia. Non sono riuscite a fare nulla, neanche una sanzioncina nei confronti di Netanyau. Non hanno più niente da dire”.

Dobbiamo essere noi che rabbrividiammo vedendo ogni giorno questo crollo dell’umanesimo, tale vergogna e offesa dell’umanità, a reagire, a non tacere per non perdere la possibilità di sentirci ancora umani.

 

Pesaro 16 settembre 2025 ore 17, 44 giovanni ghiselli

p. s.

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