lunedì 22 settembre 2025

Tolstoj Resurrezione 27 Capitolo XXVI prima parte. A pranzo nel palazzo della fidanzata che non gli piace più.


Dimitri venne accolto nel palazzo dei Korčaghin che erano già a tavola

“Dallo scalone si affacciò un bel pezzo di lacché, in marsina e guanti bianchi. Nechliùdov salì le scale, attraversò il ben noto salone vasto e sfarzoso ed entrò nella  sala da pranzo dove tutta la famiglia sedeva a mensa, eccetto la madre, la principessa Sòfia Vasìlievna che non usciva mai dal suo salottino.

 Tolstoj elenca i presenti a tavola non senza annoiare chi legge ma probabilmente voleva significare la noia di Nechliùdov.

Ti risparmio, lettore, e mi limito all’essenziale. Notevole è il vecchio patriarca che spiace molto a Dimitri.  Costui “masticava faticosamente e cautamente coi denti posticci, mentre alzava su Nechliùdov gli occhi iniettati di sangue che parevano senza palpebre”.

Dimitri “fu colpito in modo particolarmente sgradevole da quel suo viso rosso  con le ghiotte labbra sensuali sopra il tovagliolo ficcato nel panciotto, dal collo grasso, insomma da tutta la sua pingue e marziale figura di generale”.

Vengono in mente i maiali del romanzo Fattoria degli animali  di Orwell. Dimitri ricordò che quell’uomo aveva fatto frustare e perfino impiccare della gente. Ingordo e crudele dunque. Del resto Nechliùdov è maldisposto anche nei confonti della figlia Missy che si aspetta di essere presa in moglie da lui, buon partito e bell’uomo. Dimitri fece il giro della tavola stringendo la mano a tutti i presenti senza che avesse mai parlato con la maggior parte di loro e tale saluto privo di significato “gli sembrò quel giorno particolarmente spiacevole e ridicolo”.

Si trova dentro una di quelle atmosfere false, asfissianti che fanno rompere il vaso cinese al principe Myškin, l’idiota. Anche Dimitri si avvia a diventarlo. Intanto però Nechliùdov , spinto dal patriarca, si mise a mangiare. La fidanzata sfoggiava una certa intimità con Dimitri cosa che a lui non fece piacere. Missy non era sgradevole come il padre, anzi era “distinguée ( distinta) e vestiva con eleganza, un’eleganza discreta. Non volgare dunque.

“Nechliùdov era venuto per distrarsi e in quella casa si era sentito sempre bene sia per il lusso raffinato sia per l’atmosfera di carezzevole adulazione di cui lo circondavano senza che se ne accorgesse”.

Di fatto quell’atmosfera è una rete ed egli comincia a rendersene conto. Il confronto con Katiuša, con i sentimenti forti che gli suscita quella povera ragazza gli apre gli occhi.

“Quel giorno, cosa strana, tutto in quella casa gli riusciva antipatico, tutto, dal guardaportone, dall’ampia scalinata, dai fiori, dai lacché, dalla tavola imbandita, fino alla stessa Missy, che gli appariva poco attraente e affettata” (p. 92).

Chi mi legge ricorderà le citazioni già fatte da Castiglione e da Leopardi sull’affettazione quale “asperissimo scoglio” opposto all’eleganza costituita dal bello con semplicità e naturalezza.

Dicevo sopra del confronto con la povera Màslova che lo rifiuterà mentre questa altolocata voleva sistemarsi con lui.

Katiùša gli dirà: “Tu vuoi salvarti per mezzo mio: hai goduto di me in questa vita, per mezzo mio vuoi salvarti nell’altra! Mi fai ribrezzo, coi tuoi occhiali, col tuo grasso muso schifoso. Vattene! Vattene!- gridò scattando in piedi (p. 162). I giovani prima di fare una scelta dovrebbero conoscere molte persone per non scegliere male.

Dimitri dunque era a disagio , tutto lo urtava a partire dalla “figura bovina, sensuale, presuntuosa del vecchio Korčhàghin.

Cfr. il celebre pentametro dell' Ars amatoria  di Ovidio semibovemque virum semivirumque bovem "(II,24):".

 Per quanto riguarda Missy , Dimitri  oscillava tra due atteggiamenti: a volte vedeva in lei qualcosa di bellissimo: la trovava fresca, leggidra, intelligente, spontanea, come se la guardasse al lume della luna. Ma poi, come se gli apparisse nella vivida luce del sole, vedeva tutti i suoi difetti. Era giunta una di quelle giornate. Vedeva tutte le piccole rughe del suo viso, i suoi capelli arricciati, i suoi gomiti aguzzi e soprattutto vedeva l’unghia larga del pollice che ricordava quella del padre”. C’era qualcosa di grossolano, di falso perfino di crudele e famelico anche in lei, insomma Nechliùdov comincia a vederci l’opaca ma scaltra  zitella che vuole impossessarsi di lui.

 

 Pesaro 22 settembre 2025 ore18, 35 giovanni ghiselli

p. s.

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