mercoledì 10 settembre 2025

Tolstoj Resurrezione 16 Capitolo 15. La notte più bella della vita prima parte.

 

Durante tutta la vita quella messa di mezzanotte rimase per Nechliùdov uno dei ricordi più luminosi e più intensi.

 

Chi mi legga sa che per me fu la  notte quando corsi sotto la finestra di Elena fuggendo via da una cena di consumisti che parlavano di automobili e scarpe. Attraversato il bosco la trovai affacciata alla finestra che rispondeva al prato tremulo  di luna e luminoso del sorriso di lei assai contenta della mia presenza di innamorato finalmente giunto anelo e felice. E’ stato il momento più bello della mia vita.

 

Dimitri arrivò che la funzione era già cominciata. I contadini riconosciuto il nipote di Màrja Ivanovna lo fecero entrare  e gli legarono il cavallo.

 C’erano donne uomini, vecchi, bambini, ragazzi variamente disposti.

“Dai cori scendevano le gioconde melodie dei cantori volontari col muggito dei bassi e il falsetto sottile dei ragazzi”  (p. 56) Tutto incornicia la felicità di Dimitri. Nel centro della chiesa c’era l’aristocrazia, ossia i maggiorenti del paese, quelli che Cicerone nel Pro Sestio chiama Optimates. Tra questi la cameriera delle zie e Katiuša, la loro protetta, mezza figlia adottiva. “Aveva una veste bianca dal corpetto a piegoline, una cintura celeste e un nastrino rosso tra i capelli neri” Bellina e fine.

“Tutto era festivo, tutto era bellissimo, ma più bella di tutto era Katiuša, in abito bianco e cintura celeste, col nastrino rosso tra i capelli neri e gli occhi raggianti d’entusiasmo”. I due innamorati sentivano il nesso che c’era tra loro. Dimitri le passò accanto e le sussurrò due parole sul digiuno della zia. Un pretesto per rivolgerle la parola. “Il giovane sangue affluì al viso leggiadro della ragazza e gli occhi neri, ridenti, giocondi, con quel loro sguardo ingenuo dal basso in alto, si fermarono su Nechliùdov.”

La felicità di questi due giovani illumina e rallegra tutto l’ambiente.

A Dimitri rispose “lo so”. Aveva capito che le parole udite erano allegoriche e dicevano. “ti amo”.

Come quando Elena disse: “ti aspettavo. Scendo subito. Che cosa vuoi che mi metta?” “Vestiti di bianco risposi”. Allora non avevo letto questo romanzo ma il bianco donava anche ai capelli neri di Elena. Del resto ricordavo che nella Vita Nuova di Dante avevo letto: “avvenne che questa mirabile donna apparve a me vestita di colore bianchissimo”  (III). Si tratta di Beatrice diciottenne. Nella vita è bene trovare almeno una beatrice, una donna che ci fa beati. Continua

Pesaro 10 settembre 2025 ore 19, 20 giovanni ghiselli

p. s

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