La vecchia principessa, la suocera che Dimutri voleva schivare, “aveva terminato il pasto molto ghiotto e sostanzioso” Mangiava da sola perché non si vedesse la sua voracità “poco poetica”. Torna la critica alla falsità di questo ambiente insopportabile per Nechliùdov dopo che ha conosciuto e riconosciuto l’autenticità della povera e disgraziata Katiùša Màslova.
La madre di Missy “era una donna bruna, magra, alta, che si dava ancora delle arie giovanili, coi denti lunghi e grandi occhi neri”.
Non ha niente di femminile nell’aspetto. Aveva accanto a sé un dottore che diede disgusto a Dimitri. Si parlava delle relazioni tra quei due. Nell’ambiente imperversa anche il pettegolezzo, i rumores.
C’era anche Kòlosov ex maresciallo della nobiltà attualmente liberale. L’anziana, che ambiva a diventare suocera di Dimitri, lo accolse “col suo sorriso artificioso e mellifluo, somigliantissimo a un sorriso naturale, che scopriva i magnifici denti lunghi fatti con arte straordinaria , e proprio come se fossero veri”. E’ tutto finto fino ai denti.
Tolstoj insiste su questo.
L’anziana nota il cattivo umore di Nechliùdov e probabilmente ha capito che il genero le sta sfuggendo ma finge di non avere compreso e attribuisce il suo essere accigliato all’ambiente del tribunale. Dimitri la asseconda dicendo di sentirsi inidoneo a giudicare.
La vecchia lo lusingava con arte “come faceva sempre coi suoi interlocutori”.
Per compiacere Dimitri gli fece una domanda su un quadro cui il giovane aveva messo mano. Nechliùdov risponde laconicamente “l’ho abbandonato del tutto”. “La falsità delle lusinghe gli appariva evidente quanto la vecchiaia che essa nascondeva”. Sicché non riusciva a essere gentile.
La mistificatrice provò ad attribuirgli “un vero talento” e Nechliùdov pensò: “Come non si vergogna di mentire così?”.
E’ il leitmotiv di questo capitolo.
La principessa cambiò interlocutore e argomento: si diede a discutere di un dramma con Kòlosov e Dimitri si accorgeva che a quei due non importava nulla del dramma e che parlavano solo “per soddisfare il bisogno fisiologico di muovere, dopo mangiato, i muscoli della lingua e della gola”. C’è chi gioca a carte dopo mangiato tanto per muovere le mani e alzare la voce,
Lolòsov per giunta era ubriaco. La principessa a sua volta era inquieta e guardava la finestra da cui cominciava a penetrare “obliquo un raggio di sole che poteva illuminare troppo vividamente la sua vecchiezza”.
I brutti come i cattivi odiano il sole che scopre e denuncia quanto è latente come fa l’ajlhvqeia, la verità.
Cfr.il Vangelo di Giovanni(3, 19):"kai; hjgavphsan oiJ a[nqrwpoi ma'llon to; skovto" hj; to; fw'" :h\n ga;r aujtw'n ponhra; ta; e[rga", e gli uomini preferirono la tenebra alla luce; infatti le loro opere erano malvagie.-
Quindì premette il bottone del campanello per chiamare il bel lacché Filipp e gli ordinò di calare la tendina.
Il bel Filipp muscoloso, largo di petto, sbagliò più di una volta, si scusò, e dovette ripetere l’operazione “camminando leggero sul tappeto con le sue gambe robuste dai grossi polpacci” e sistemò la tenda “in modo che nessun raggio di sole osasse cadere sopra di lei”.
Tolstoj insiste maliziosamente sulla bellezza di questo giovane oltretutto imperito nel servire la signora, almeno come cameriere.
“Il bello e atletico Filipp era seccato ma dissimulò la sua impazienza e seguitò a fare ciò che gli ordinava l’affranta, stremata e arificiosa
principessa SòfiaVasìlievna”. Un ambiente dove non c’è nulla di bello, di semplice, di naturale, un luogo dal quale un a persona sana non può che fuggire.
Pesaro 25 settembre 2025 ore 18, 45 giovanni ghiselli
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