I giurati si ritirano nella camera di consiglio dove si misero a fumare. Segue una discussione tra colpevolisti e innocentisti soprattutto a proposito della Màslova. Il “bonario mercante” la difendeva con insistenza perché “la ragazzina” gli piaceva. Il commesso ebreo invece la accusava accanitamente: la Màslova era “la principale colpevole”. Questo sembra avere addirittura del risentimento verso la bella ragazza.
Il fattorino ribatté che era “era sempre meglio usare misericordia: “non siamo dei santi neppur noi- disse”. La discussione si protraeva e i giurati volevano farla finita al più presto. Nechliùdov “era convinto che Katiùša non era colpevole del furto né del veneficio, ma si accorse che il mercante veniva confutato dal capo della il quale che associava l’indulgenza del bonario al fatto che la Màslova gli piaceva, sicché
ebbe paura di parlare in favore della ragazza poiché temeva che tutti avrebbero scoperto la sua relazione con lei”. Tuttavia a un certo punto stava per intervenire ma un altro giurato lo precedette ed egli tacque. Questi uomini che devono decidere il destino di una ragazza, di una prostituta non sono moralmente superiori a lei.
Il mercante era il più focoso difensore della ragazza vemtisettenne attraente.
Il presidente dei giurati propose: “dunque, dichiariamola colpevole senza premeditazione del veneficio e innocente della rapina”
“Ma meritevole d’indulgenza aggiunse il mercante”.
Questo giurato mi è simpatico: un uomo cui la bellezza di una giovane donna ispira indulgenza è una persona sensibile al bello della vita.
Un altro : “il fattorino insistette perché fosse dichiarata innocente”.
A nessuno venne in mente di aggiungere alla proposta del presidente che la Màslova non aveva avuto l’intenzione di uccidere.
“Tutti erano stanchi, volevano spicciarsi e quindi accettare la decisione che avrebbe terminato al più presto questa faccenda”.
La Giustizia dunque c’entra poco in questo tribunale.
I giurati rientrarono nell’aula. Il presidente lesse il verdetto e allargò le braccia stupito che alla “mancanza di premeditazione del veneficio” non avessero aggiunto “senza intenzione di uccidere”.
Al giudice alla sua sinistra disse: Guardate che assurdità. Questo significa i lavori forzati, eppure non è colpevole” Ricorderete che questo era un donnaiolo, quindi anche lui probabilmente provava simpatia per la ragazza avvenente.
Disse che sarebbe stato il caso di applicare l’articolo 817 per cui il tribunale può modificare il verdetto della giuria nel caso di imputazione ingiusta. Il giudice bonario diede il consenso per bontà d’animo, mentre il giudice stizzito si oppose dicendo che già i giornali accusano i giudici di assolvere i delinquenti.
Anche nei Fratelli Karamazov si vede quanto i processi venissero seguiti dalla pubblica opinione.
Il presidente guardò l’orolgio e concluse: “peccato, ma non posso farci nulla”. Quindi il presidente della giuria lesse ad alta voce il verdetto dei giurati.
Il procuratore chiese il massimo della pena per tutti.
Nechliùdov guardò gli imputati e nel suo animo si destò un sentimento cattivo: “Ora i lavori forzati e la Siberia annientavano la possibilità di qualsiasi ravvicinamento. L’uccello ferito avrebbe cessato di agitarsi nel carniere e di ricordargli la sua presenza”.
Intanto la Màslova sorrideva sapendo che: “La donna attraente ha per dote una potenza che non la abbandona del tutto nemmeno nelle situazioni più miserevoli, almeno finchè le rimane la bellezza:" Anche Katiuša Màslova si era formata questa opinione nella sua vita e sul suo posto nel mondo. Era una prostituta, condannata alla galera, e ciò nonostante si era creata una concezione della vita per cui poteva approvare se stessa e perfino vantarsi della sua condizione davanti alla gente. Ecco in che consisteva questa concezione: l'interesse principale di tutti gli uomini, di tutti senza eccezione, -vecchi, giovani, ginnasiali, generali, colti, ignoranti,-sta nei rapporti sessuali con le donne attraenti, e perciò tutti gli uomini, pur fingendo di occuparsi di altre cose, in fondo desiderano questa sola. Essa, che era una donna attraente, poteva soddisfare o non soddisfare codesto loro desiderio, ed era quindi una persona importante e necessaria. Tutta la sua vita precedente e attuale le confermava la giustezza di tale opinione"[1].
Pesaro 20 settembre 2025 ore 11, 42 giovanni ghiselli
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