martedì 9 settembre 2025

Tolstoj Resurrezione 14. Seconda metà del capitolo 13. La follia dell’egoismo.


Succedeva dunque che Dimitri venisse elogiato quando era egoista, vanitoso, spendeva molto denaro, beveva ed era invece criticato quando era morigerato e parco. Il regalo che aveva fatto ai contadini della piccola tenuta del padre aveva fatto inorridire la madre  e tutta la parentela che lo bersagliarono di rimproveri e motteggi. Invece quando si mise a spendere e a perdere al gioco tanto che la madre dovette vendere parte del suo capitale, la donna non si afflisse considerando che il figlio stesse facendo il giusto esercizio per entrare nella buona società. Questa è la cattiva educazione che molti giovani subiscono dal loro ambiente. In un primo tempo Nechliùdov lottò ma poi si arrese. Non aveva la tempra di San Francesco evidentemente. Cessò di credere in sé e si mise a credere negli altri.

Quando entrò nell’esercito la trasformazione era completa.

“Il servizio militare in genere corrompe gli uomini in quanto li fa vivere in una condizione di ozio completo, in assenza di un lavoro utile e ragionevole e concede un potere illimitato sugli inferiori mentre esige una sottomissione servile ai superiori”.

Quando poi si aggiunge la dimestichezza con la famiglia imperiale e la ricchezza, allora si arriva a uno stato di completa follia dell’egoismo. Non c’è  altro da fare che cavalcare un bellissimo cavallo,  mettere in mostra una splendida uniforme, scialacquare denaro, riunirsi con altri ufficiali per mangiare e soprattutto bere nei ristoranti più cari, poi teatri balli, donne e così via. I borghesi dopo del tempo, in fondo all’anima si vergognano di tale vita mentre i militari se ne vantano.

Devo dire che oggi se ne vantano quasi tutti quelli che possono fare tale vita e quelli che non possono se la inventano.

In tempo di guerra, con la violenza e l’omicidio eretti a sistema, tali vizi degli ufficiali si accentuano Nechliùdov era netrato nell’esercito dopo l’inizio della campagna contro la Turchia. Dimitri considerava necessaria la vita allegra e spensierata mentre era pronto a sacrificarsi in guerra. “Egli provava infatti l’entusiasmo della liberazione da tutte le barriere morali che si era imposto e si trovava in uno stato di cronica follia dell’egoismo” (p. 52).

La rottura delle barriere morali mi fa venire in mente Nietzsche.

Pesaro 9 settembre 2025 ore 18, 26 giovanni ghiselli

p. s.

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