Il giorno dopo arrivò “il brillante e gioviale Sènbok, un commilitone e compagnone di Dimitri. Era uno che scialacquava denaro: aveva duecentomila rubli di debito che era certissimo di non pagare mai. Rimase ancora un giorno solo e la notte seguente partirono insieme perché dovevano presentarsi al reggimento. Dimitri provava un certo compiacimento per avere raggiunto il suo scopo sebbene questo non gli avesse dato quanto si aspettava e anzi avesse la consapevolezza che aveva fatto molto male e bisognava porre riparo, non per lei ma per sé. Non pensava ai sentimenti della ragazza ma al biasimo che poteva ricadergli addosso. Fece sapere al’amico quello che aveva combinato sicuro di essere approvato e infatti Sènboc disse: “Al posto tuo anche io avrei fatto altrettanto. E’ un bocconcino!”.
Un’espressione che si usava anche nel mio gruppo quando si era giovani e non abbastanza riguardosi verso le donne.
Dimitri pensava che era bene partire per rompere una relazione impossibile da mantenere. E pensava che occorreva darle del denaro, non perché la ragazza potesse averne bisogno ma perché tutti fanno sempre così e se non l’avesse mai pagata l’avrebbero giudicato un disonesto.
E’ l’atteggiamento del conformista che segue il gregge di quanti lo precedono invece di vivere secondo le proprie convinzioni.
Sentiamo Seneca morale a questo proposito: “si ad naturam vives, numquam eris pauper, si ad opiniones, numquam eris dives. Quindi dobbiamo evitare di seguire antecedentium gregem, pecorum ritu, pergentes non quo eundum est, sed quo itur (Ep. 16, 7).
Il giorno della partenza trattenne Katiuša e le fece: “Volevo dirti addio” mentre gualciva in mano una busta con cento rubli. Io…
“Ella indovinò, si accigliò , scosse la testa e respinse la sua mano”
E’ il colmo della volgarità di questo giovane e dello spregio per la ragazza di cui era stato innamorato: l’angelica creatura dopo il rapporto sessuale era diventata una prostituta da pagare.
Lui le fece scivolare la busta in seno poi corse via in camera sua trasalendo e gemendo mentre ricordava la scena.
Poi pensò che succede sempre così. Ricordò diversi altri casi di rapporti sessuali tra i padroni e le serve: suo padre, suo zio e Sènbok. “E se tutti lo fanno, vuol dire che così va fatto. In questo modo cercava di mettersi il cuore in pace ma non vi riusciva: quel ricordo gli bruciava dentro” (p. 66).
Quel bruciore derivava dalle fiamme dell’inferno che aveva già in sé.
In fondo , proprio nel fondo dell’anima sapeva di avere agito volgarmente e crudelmente e per illudersi di essere ancora un giovane nobile e magnanimo come si era sempre creduto non doveva penarci più e così fece. La novità dei luoghi e la guerra l’aiutarono.
Breve excursus
Ovidio nei Remedia amoris suggerisce la Mutatio locorum per obliterare un amore infelice
Un aiuto per dimenticare può venire anche da un lungo viaggio senza voltarsi indietro: se l'amore è una guerra sia guerra scitica[1], o partica: "tempora nec numera nec crebro respice Romam,/sed fuge; tutus adhuc Parthus ab hoste fuga est " (vv. 224-225). non contare i giorni e non voltarti spesso a guardare Roma, ma fuggi, ancora il Parto si mette al riparo con la fuga.
Già Properzio aveva affermato l'opportunità della ritirata altrove per salvarsi dalla pena amorosa:"Magnum iter ad doctas proficisci cogor Athenas/ut me longa gravi solvat amore via./Crescit enim assidue spectando cura puellae:/ipse alimenta sibi maxima praebet Amor./Omnia sunt temptata mihi, quacumque fugari/ possit; at ex omni me premit ipse deus./(…) Unum erit auxilium: mutatis Cinthya terris/Quantum oculis, animo tam procul ibit amor./ Nunc agite, o socii, propellite in aequore navem "III, 21, 1-6; 8-10), sono costretto a partire per un grande viaggio verso la dotta Atene perché un lungo tragitto mi liberi da quest'amore opprimente. Cresce infatti continuamente osservandola il tormento della ragazza: Amore si fornisce da solo l'alimento più grande. Le ho tentate tutte, da qualunque parte si potesse mettere in fuga; ma da ogni parte mi opprime lo stesso dio (…) resterà solo un rimedio: mutato luogo, Cinzia, quanto dagli occhi tanto lontano andrà Amore dal cuore. Ora avanti, compagni, spingete nel mare la nave.
Da questi autori è stato ribaltato il topos dell'inutilità della mutatio locorum che si trova in Orazio :"Caelum, non animum, mutant qui trans mare currunt/strenua nos exercet inertia " (Epistole, 1, 11, 27-28) , cambiano il cielo, non lo stato d'animo quelli che corrono al di là del mare, un'irrequieta indolenza ci tiene in ansia; quindi Seneca scriverà:" Animum debes mutare, non caelum. Licet vastum traieceris mare, licet, ut ait Vergilius noster, "terraeque urbesque recedant" [2], sequentur te quocumque perveneris vitia " (Ep. a Lucilio , 28, 1), l'animo devi cambiare, non il cielo. Anche se avrai attraversato il mare immenso, anche se, come dice il nostro Virgilio, "terre e città si allontanano", dovunque sarai giunto ti seguiranno i vizi.
Fine excursus.
Dopo la guerra Dimitri andò a trovare le zie sperando di ritrovare Katiùša ma gli dissero che non era più in casa: aveva partorito ed era finita male. Gli si strinse il cuore. Le zie aggiunsero che era una ragazza di natura viziosa come la madre e questo gli fece piacere perché così si sentiva giustificato. Pensò di rintracciarla con il bambino che poteva essere figlio suo, ma non fece gli sforzi necessari e cessò di pensare a lei. Dieci anni dopo però la rivedeva imputata di omicidio e per il momento temeva che lei o il suo avvocato lo svergognassero pubblicamente (p. 66). Seguirà ben altro
Pesaro 13 settembre 2025 ore 15, 49 giovanni ghiselli
p. s.
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[1]Nel IV libro delle Storie Erodoto racconta la fallita spedizione di Dario contro gli Sciti descrivendo i costumi di questo popolo e il loro modo di guerreggiare: facevano terra bruciata e si allontanavano , una strategia non molto diversa da quella dei Russi descritti da Tolstoj che in Guerra e pace definisce ancora " piano di guerra scitica" quello "mirante ad attirare Napoleone nelle regioni interne della Russia" (p. 1031).
[2]Eneide III, 72, quando i Troiani si allontanano dalla Tracia.
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