martedì 16 settembre 2025

Tolstoj Resurrezione 22 Capitolo XXI. Il cretinismo giudiziario Prima parte.


 

Il presidente desiderava spicciarsi e diede la parola al pubblico accusatore sperando che avesse fretta anche lui. Auspicava la compassione di sé e degli altri giudici. Ma quel sostituto procuratore era molto stupido di natura e pure soddisfatto per i precedenti successi scolastici.

 

Lo sono stato anche io al liceo perché primeggiavo nelle prove scritte più difficili di greco e latino; non lo ero più all’università dove non c’erano prove scritte e bastava ripetere a memoria sicché i miei trenta non valevano più di quelli dei cretini. Ora  sono soddisfatto per i tanti lettori delle mie parole prive di pubblicità scritte da un autore privo di visibilità.

 

Tolstoj ribadisce  che la stupidaggine del procuratore non aveva limiti.

 

Tali sono oggi tanti tra i giornalisti e i parlamentari. Il cretinismo parlamentare è sbeffeggiato da Aristofane nella commedia Cavalieri. La disonestà giudiziaria nelle Vespe.

 

L’accusatore cretino mentre parlava si muoveva in modo vezzoso.

Il pubblico era formato da sette persone di rango basso ma il procuratore pensava che la sua requisitoria costituisse un avvenimento d’importanza sociale. Voleva mettere a nudo le piaghe della società ed evidenziare la psicologia dei delinquenti. Il delitto in questione viene presentato come “caratteristico della fine del secolo”.

 

Invero il furto e l’assassinio sono caratteristici di ogni epoca ma costui vuole dare importanza a sé stesso.  Darsi importanza è un segno di mancanza di autorevolezza e un marchio di volgarità.

 

Parlava senza fermarsi , con voce ora tenera ora insinuante. Si rivolgeva al pubblico e ai giurati, senza guardare mai  gli imputati. E’ l’uomo meschino e cattivo salito sulla ribalta. Ripeteva tutte le novità recenti che circolavano nel suo ambiente: l’ereditarietà, la delinquenza congenita, Lombroso, l’evoluzione, la lotta per l’esistenza, l’ipnotismo e la suggestione, Charcot e il decadimento.

 

Freud nella giovinezza aveva seguito a Parigi le lezioni di Charcot che è menzionato,  nella  sua opera.  L’interpretazione dei sogni è del 1899.

 

L’arringa presenta la vittima, il mercante Smelkòv, come il tipo del russo gagliardo, genuino, di indole generosa, uno che per la sua credulità magnanima era stato vittima di gente corrotta. La più corrotta dei tre era


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