domenica 17 maggio 2015

Hegel, "Estetica"

Appunti per la conferenza che terrò domani, lunedì 18 maggio, alle 18, 30 nella
 biblioteca Ginzburg di Bologna 


Hegel, Estetica e altro
I tragici greci hanno avuto dinanzi l’attualità dell’età e della città a cui appartenevano
 L’Edipo a Colono, p. e. si richiama direttamente ad Atene non solo per la località, ma anche perché Edipo, morendo  in quel luogo, dovrà diventare un protettore degli Ateniesi.
 Per altri riguardi, anche le Eumenidi di Eschilo hanno  un diretto interesse patrio per gli Ateniesi a causa della decisione dell’Areopago. 
Anche Shakspeare ha saputo imprimere ai più vari argomenti un carattere nazionale inglese ( Estetica, p. 361)
Le Erinni fanno valere il diritto della famiglia, basato sul sangue. Il legame intimo fra madre e figlio, che Oreste ha infranto è la sostanza che esse rappresentano. Apollo oppone all’eticità naturale, fondata sul sangue, il diritto dello sposo e del principe offeso in un suo diritto più profondo.
Il legame della vita coniugale è più profondo e posteriore rispetto al legame naturale di figlio e madre e costituisce l’inizio dello Stato come libera volontà razionale. 
Apollo difende l’eticità chiara. La medesima opposizione si presenta nell’Antigone che onora gli dei inferi dell’Ade (Antigone, 451 hJ xuvnoiko" tw'n kavtw qew'n Divkh), non gli dei della libera ed autocoscienze vita statale e popolare. (Estetica, pp. 611-612)

L’Estetica di Hegel Su Prometeo
La nascita degli dei è una successione naturale . Dal caos, secondo Esiodo, nascono Gea, Urano, ecc. , poi Crono e la sua stirpe, infine Zeus con i suoi.
Dalle potenze naturali più astratte e informi si sale ad altre più concrete e meglio configurate e lo spirituale si eleva sopra il naturale
Gli dei diventano più chiari, approfonditi e di contenuto più ricco, mentre quelli antichi si degradano e perdono il dominio, divengono più astratti.
Il procedere è quello dalla natura allo spirito che è il vero contenuto e la vera forma dell’arte classica ( Hegel, Estetica, p. 613)
Lo spirito prevale sulla natura. L’uomo naturale passa a una condizione giuridica, a proprietà, leggi, costituzione, vita politica. Tra gli dei, quelli spiritualmente individuali sconfiggono le potenze naturali. E’ il mito cruciale della creazione di nuovi dèi. 
Il risultato di questa lotta è la sconfitta dei Titani.
Prometeo viene incatenato alla roccia scita dove un’aquila insaziabilmente gli rode il fegato che sempre ricresce. Tantalo è tormentato da sete inestinguibile, Sisifo è condannato a una vana fatica
Le potenze titaniche e le loro punizioni sono l’in sé smisurato, la cattiva infinità. 
I Greci considerano lo smisurato come una colpa e una condanna e l’hanno bandito nel Tartaro (p. 615).

Il Solone di Plutarco infatti, quando il pacchiano re barbaro Creso gli apparve coperto di pietre preziose, vesti colorate e ornate d’oro, per essere visto nell’aspetto maestosissimo e brillantissimo, non gli disse niente di quanto lui si aspettava, anzi era evidente a chi aveva senno che disprezzava la sua volgarità e meschinità: “ajlla; kai; dh'lo~ h\n toi'~ eu\ fronou'si th'~ ajpeirokaliva~ kai; mikroprepeiva~ katafronw'n” (Vita di Solone, 27, 4).
  Quindi il re gli fece vedere i suoi cospicui tesori e gli chiese se conoscesse qualcuno più felice di lui. Allora Solone  nominò personaggi non famosi e non ricchi, ma "belli e buoni".  Sicché a Creso l’ospite ateniese parve strambo (ajllovkoto") e zotico (a[groiko", 27, 6). Tuttavia volle  domandargli se lo mettesse in qualche modo nel novero degli uomini felici. E Solone rispose: "Ai Greci, o re dei Lidi, il dio ha dato di essere misurati in tutto (metrivw" e[cein e[dwken oJ qeov"), e per questa misuratezza ci tocca una saggezza non arrogante ma popolare, non regale né splendida "(Plutarco, Vita di Solone , 27, 8).
Platone arriva a identificare la virtù con la giusta misura: “ E nella Repubblica viene ribadito lo stesso concetto in modo marcato: virtù come “ordine”, “proporzione”, “armonia”, “giusta misura in tutte le cose.
Il problema della virtù porta alle seguenti conclusioni. La virtù è l’attuazione nelle cose in generale e nell’anima in particolare del Bene, che è “Uno”, inteso come “Misura suprema di tutte le cose”: un concetto basilare delle dottrine non scritte”

Tornando al Prometeo, i nuovi dèi bandiscono tutto quello che è torbido, fantastico, non chiaro, ogni selvaggia mescolanza di naturale e spirituale. Ciò che estraneo alla chiara luce dello spirituale deve finire nel Tartaro. Rappresentano una coscienza crepuscolare  come la vecchia Baubò alla quale Goethe fa aprire il corteo, sul Brocken, a cavallo di una scrofa
 (Hegel, Estetica, p. 615). 

Solo lo spirituale è quel che si spinge alla luce; quel che non si manifesta e non porta in sé una chiara spiegazione è il non spirituale che si rituffa nella notte e nel buio. Ma lo spirituale si manifesta, determina la sua forma esterna con chiarezza, si purifica dall’arbitrio della fantasia , dalla confusione delle forme e da altri accessori di torbido simbolismo.
I Greci erano un solo popolo che sconfisse i Troiani, così gli dei omerici costituiscono un solo mondo di dei saldo e determinato. (Estetica, p.616)
Il carattere dell’inespresso, dell’indischiuso è appropriato all’antico, al tellurico, al sidereo, al titanico, poiché solo lo spirito è il rivelato e il rivelatisi (618). Figure ibride come le Forcidi  sono relitti di un mondo primitivo e rimandano al barbarico.
Gli dei antichi furono serbati nella rappresentazione artistica
Prometeo è il titano punito. Ma noi lo troviamo come liberato non nel dramma che ci è giunto di Eschilo ma nel titolo del successivo..
Viene liberato poiché il fuoco recato da Prometeo agli uomini, il nutrirsi di carne che egli ha loro insegnato, sono un momento essenziale dell’esistenza umana, una condizione necessaria per il soddisfacimento dei bisogni, così anche il suo culto è diventato duraturo. 
Quello che manca a Prometeo e ai suoi doni, secondo Platone, è l’arte politica
Nel Protagora di Platone, il sofista racconta che Prometeo donò all’umanità il fuoco e ogni sapienza tecnica, ma non diede loro la sapienza politica. Allora i mortali commettevano ingiustizie reciproche (hjdivkoun ajllhvlou" ) in quanto non possedevano l'arte politica (a{te oujk e[conte" th;n politikh;n tevcnhn, 322b). Senza questa, che deve essere fondata sul rispetto e sulla giustizia, gli umani si disperdevano e perivano: quindi Zeus, temendo l'annientamento della nostra specie mandò Ermes a portare tra gli uomini rispetto e giustizia perché costituissero gli ordini delle città: " JErmh'n pevmpei a[gonta eij" ajnqrwvpou" aijdw' te kai; divkhn, i{n ei\en povlewn kovsmoi" (322c). Ch non le avesse accettate, doveva essere ucciso come malattia della città (322d).


Nel Politico, Platone fa dire allo straniero di Elea che l’arte politica regia è solo quella di prendersi dell’intera comunità umana (ejpimevleia dev ge ajnqrwpivnh~ sumpavsh~ koinwniva~, 276b). Guidare gli uomini come fanno i pastori con gli animali, dobbiamo invece chiamarla qreptikh;n  tevcnhn, tecnica dell’allevamento, non basilikh;n kai; politikhvn tevcnhn (276c), non arte regia e arte politica. Infatti il re e l’uomo politico è quello che si prende cura (ejpimevleian)  di uomini bipedi che liberamente l’accettano (eJkousivwn dipovdwn, 276d ).
Socrate nel Gorgia di Platone afferma che Pericle e prima di lui Temistocle e Cimone , non hanno reso grande la città, come si dice, in quanto essa è piuttosto essa è gonfia e purulenta (oijdei` kai; u{poulo~ ejstin, 518e) poiché l’ hanno riempito di porti, di arsenali, di mura,  di contributi e di altre sciocchezze del genere senza preoccuparsi in effetti della temperanza e della giustizia" (a[neu ga;r swfrosuvnh~ kai; dikaiosuvnh~, 519a). 
Quando il bubbone esploderà, gli Ateniesi se la prenderanno con gli ultimi politici, come l’amico Alcibiade o lo stesso Callicle, i quali non sono responsabili dei mali, ma semmai corresponsabili (519b).

Socrate nel Gorgia dice pure che Pericle ha reso gli Ateniesi pigri (ajrgouv~),  vili (deilouv~)  ciarlieri (lavlou~), amanti del denaro (filarguvrou~), avendo introdotto la misqoforiva (515e). Si tratta di una modesta retribuzione delle cariche introdotta verso il 457: due oboli al giorno (la paga di un operaio) per gli eliasti (hJliastikovn), e 5 oboli per i buleuti (misqov~).

Ancora Prometeo
Nell’Edipo a Colono di Sofocle l’abitante del sobborgo ateniese dice che quel luogo è tutto sacro- cw'ro" me;n iJero;" pa'"  o{d j e[st j lo abita Poseidone venerando e ci sta oJ purfovro" qeo;" Tita;n Promhqeuv" (54-56) 
Secondo il mito, Prometeo fu liberato da Ercole. Ercole poi divenne dio superando Prometeo che rimase un Titano.
Agli Eraclidi è legato il rovesciamento delle antiche dinastie (cfr. il ritorno degli Eraclidi 1100 invasione dorica,  con distruzione delle fortezze micenee. Ma secondo Gaetano De Sanctis i Micenei erano già dei Dori.)
Nelle Eumenidi queste dee venerande devono proteggere Atene dai mali che provengono da elementi naturali (terra, cielo, mare, infezioni). Ma Pallade assume per sé in Atene la cura dell’esito della guerra e delle lotte sacre. Una cura politica ( Estetica, p. 621)
Gli dei antichi conservano una base naturale
Eschilo ci presenta le peregrinazioni di Iò come un bassorilievo di pietra, senza alcun riferimento ad un significato naturale o etico riguardante la storia popolare. Confluiscono nei miti greci, amalgamandosi con quelle indigene, antiche tradizioni e localizzazioni straniere (p. 650) e a tutte viene dato un riferimento alla storia, alla fondazione di stati, particolarmente ad opera di coloni
Platone nel Timeo racconta che quando Solone era in Egitto, un sacerdote molto vecchio gli disse: “Solone, voi Greci siete sempre fanciulli, e un Greco vecchio non esiste; voi siete giovani d’anima perché in essa non avete riposto nessuna vecchia opinione (22b ss.). Essi non hanno ricordo delle vicende più antiche a causa dei diluvi che periodicamente ne sconvolgono la civiltà. Il diluvio celeste lascia sopravvivere solo gli ignari di lettere e di Muse, sicché si perde il ricordo dei tempi antichi. 
Gli Ateniesi novemila anni prima avevano le stesse leggi degli Egiziani e si opposero all’imperialismo di Atlantide ma poi ci fu una catastrofe per la quale i guerrieri di Atene sprofondarono dentro la terra e Atlantide fu assorbita dal mare (Timeo, 25d). Nel Crizia sono descritte Atlantide e Atene come città rette da dèi: la prima da Posidone, Atene da Atena ed Efesto. In Atlantide però si estinse l’elemento divino ed essa diventò gonfia di ingiustizia e di prepotenza (121b). Allora Giove, compresa la degenerazione della stirpe, decise di punirla.

La tragedia antica ignora la passione dell’amore nel suo significato romantico
In Eschilo e in Sofocle la passione d’amore non pretende per sé nessun interesse essenziale. Emone nel difendere Antigone fa valere di fronte al padre suo soltanto rapporti oggettivi e non la forza soggettiva della sua passione, che egli del resto non prova nel senso di un moderno intimo amante
Nell’Ippolito di Euripide c’è un pathos già più essenziale , però appare come una colpevole deviazione del sangue, come passione dei sensi suscitata da Afrodite che vuol perdere Ippolito.
Nella poesia romana l’amore appare dopo la caduta della repubblica e l’allentarsi della cìvita etica, più o meno come un godimento sensuale.
In Petrarca invece l’amore è un amore della fantasia affratellato con la religione
L’amore di Dante per Beatrice è un’elevazione legata alla religione
Come contraltare di questa elevazione, Boccaccio presenta l’amore sia nell’intensità della passione, sia in modo del tutto leggero senza moralità, mettendoci davanti, nelle variopinte novelle, i costumi dell’epoca e della sua patria (Estetica, p. 745)  
I cori di Eschilo e Sofocle sono così fantasticamente sviluppati, così intelligentemente e profondamente che alla musica non resta da aggiungervi nulla ( Estetica, p. 1248)
La conciliazione deve portare ad effetto una realtà in sé armonica. L’Areopago concede la venerazione ad entrambe le parti ad Apollo e alle vergini vendicatrici nelle Eumenidi.
Anche il Filottete giunge ad una conciliazione grazie a Eracle. (p. 1595)

giovanni ghiselli

p. s

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1 commento:

  1. La giusta misura.....quello che manca ai nostri politici. Quale sarà la punizione?Giovanna Tocco

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Ifigenia CLVIII. Preghiera al dio Sole. Saluti alla signora e alla signorinella magiare.

  Pregai il sole già molto vicino al margine occidentale della grande pianura. “Aiutami Sole, a trovare dentro questo lungo travagli...