Dostoevskij nelle Memorie del sottosuolo (capitolo 2) definisce San Pietroburgo “la più astratta e premeditata delle città”. Posso dire, dopo esserci stato, che tale aggettivazione è realistica.
In Italia una volta molte città non davano questa impressione. Ora alcune, come Roma, Venezia, Firenze, appaiono premeditate e artefatte piuttosto che astratte per drenare il denaro dei turisti visitatori; a Milano è stata premeditata e programmata la cacciata dei poveri almeno dal centro; a Bologna l’espulsione degli studenti poveri dall’Università.
Leggo di richieste esose da parte di chi affitta stambugi di 10 metri quadrati senza finestre: fino a 500 euro al mese in questa città. Come è possibile studiare in tale situazione? Ho esperienza anche di Pesaro dove la vita socio-economica non è tanto snaturata ma lì non è possibile studiare oltre il liceo perché manca l’Università.
Dunque questo impoverimento generale colpisce non solo chi ha bisogno di curarsi e deve vestirsi, nutrirsi, alloggiarsi da qualche parte ma anche i giovani che vorrebbero studiare.
Se questa deriva continuerà si potrebbe giungere a un genocidio culturale.
Invece di ammazzare bambine e bambini come si fa altrove qui si limita la possibilità dei giovani di acquisire un’educazione accademica che sarebbe l’unico ascensore sociale a disposizione dei poveri se fosse gratuita e comunicata bene a chi ne sente il bisogno.
Bologna 6 ottobre 2025 ore 20 giovanni ghiselli
p. s.
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