giovedì 27 marzo 2025

Aristofane Lisistrata XIII. Parabasi con il contrasto tra vecchie e vecchi ateniesi.


 

Parabasi vv. 614-705

Il coro dei vecchi dice di sentire puzzo di tirannide come quella di Ippia .

 

I coreuti temono che certi Laconi si riuniscano in casa di Clistene per aizzare le donne odiose agli dèi e abbattere lo stato assistenziale che dà  il misqovn, il salario con il quale  i poveri campano. 

 

Clistene era un noto omosessuale come abbiamo visto nelle Rane. Lui e il figlio.

Sento dire che il figlio di Clistene tra le tombe si spiuma il culo (prwkto;n tivllein eJautou', Rane,  424)  e si strappa le guance.

 

Il corifeo dice che con gli Spartani non è possibile una riconciliazione: di loro ci si può fidare come del lupo con le fauci spalancate.

 

Cfr. l’Andromaca di Euripide e la sua propaganda antispartana.

Nell’Andromaca  la protagonista eponima vedova di Ettore  lancia un anatema contro la genìa dei signori del Peloponneso, chiamati:" o i più odiosi  tra i mortali (e[cqistoi brotw'n) secondo tutti gli uomini, abitanti di Sparta, consiglieri fraudolenti, signori di menzogne, yeudw'n a[nakte~ tessitori di mali, che pensate a raggiri e a nulla di retto, ma tutto tortuosamente ejliktav  girando intorno pevrix , senza giustizia avete successo per la Grecia (vv.445-449).

 

Anche la voglia di pace delle donne sarebbe una trama per la tirannide secondo il corifeo dei maschi ajlla; tau'q  j u{fhnan ejpi; turannivdi (630-uJfaivnw, tesso).

 Ma  non si lascerà tiranneggiare: starò all’erta- fulavxomai 631- e si armerà come il tirannicida Aristogìtone che uccise Ipparco nel 513. Porterà la spada nascosta in un ramo di mirto. Ha voglia di prendera a cazzotti nelle mascelle la vecchia.

 

La corifea propone alle donne del coro di togliersi i mantelli.

 

Il coro di donne canta ricordando le feste ateniesi nelle quali ciascuna di loro ha avuto parti importanti.

Vogliono iniziare a dire parole utili per la città poiché Atene ha allevato ciascuna di loro splendidamente nel lusso –ejpei; clidw`san ajglaw`" e[qreye me- (640)

 A sette anni furono arrèfore che portavano i simboli di Atena in processione, poi ajletriv"-ajlevw-  era tra quelle che macinavano il grano del campo sacro per le focacce da offrire alla dea, poi portarono la stola gialla to;n krokwtovn da orsa (a[rkto") nelle Brauronie in onore di Artemide, quindi, diventate belle ragazze, fecero le canefore con la collana di fichi secchi. Portavano la cesta con gli arredi sacri e le offerte nelle Panatenee.

Le ragazze dunque erano una parte importante della polis.

La corifea commenta che per questo è debitrice di buoni consigli alla città.

Rimprovera i miserabili vecchi di avere scialacquato il patrimonio materiale e morale delle guerre persiane. Li minaccia di prenderli a calci in faccia.

Il coro dei vecchi risponde che davanti all’insolenza grande (u{bri" pollhv) delle donne l’uomo con i coglioni (ejnovrch"  ajnhvr, 661) deve difendersi (ajmuntevon).

Togliamoci le tuniche: to;n a[ndra dei'-ajndro;" o[zein eujquv"-662, l’uomo deve avere odore di uomo immediatamente.

Bisogna tornare giovani ora-nu'n dei' nu'n ajnhbh'sai pavlin- e dare ali a tutto il  corpo kajnapterw'sai -pa'n to; sw'ma, e scuoterci di dosso questa vecchiaia  kajposeivsasqai to; gh'ra" tovde- 669-670.

 

Il corifeo teme che queste donne nemiche si mettano a costruire navi per combattere naumacei'n e muovere all’arrembaggio plei'n contro di noi w[sper jArtemisiva (675).

 

 Rimasta vedova comandava il contingente di Alicarnasso che seguì Serse contro i Greci (v.675, cfr. Erodoto VII, 99; VIII 87-88

Quando Serse I di Persia invase la Grecia nel 480 a.C., dando inizio alla seconda guerra persiana, Artemisia partecipò alla spedizione in quanto alleata e vassalla del gran re. La regina partì al comando delle sue cinque triremi e si unì al resto dell'imponente flotta persiana, che contava oltre mille navi. Secondo Erodoto, Artemisia era l'unica comandante di sesso femminile di tutte le forze armate radunate da Serse e le sue triremi avevano la miglior reputazione di tutta la flotta, seconda solo a quella delle navi provenienti da Sidone. Artemisia partecipò alla battaglia di Capo Artemisio contro la coalizione ellenica, guidata dall'ateniese Temistocle e dallo spartano Euribiade. Questa battaglia navale, che fu combattuta contemporaneamente alla battaglia delle Termopili nell'agosto del 480 a.C., si risolse senza né vinti né vincitori. Artemisia, secondo Erodoto, si distinse in essa in modo "non inferiore" agli altri comandanti persiani.

 

Se poi le donne si danno all’equitazione è finita per noi dice il corifeo, iJppikwvtaton ga;r ejsti crh'ma gunhv (677), la donna è assai portata all’equitazione: si tiene ferma in sella e non scivola quando il cavallo corre . Guarda le Amazoni, come le dipinse Micone mentre combattono a cavallo contro gli uomini. Bisogna prenderle per il collo e adattarglielo alla gogna 680-681.

 

Micone (V sec.) decorò il tempio dei Dioscuri di Atene, dipingendovi il Ritorno degli Argonauti. In collaborazione con Polignoto decorò il Theseion con scene della vita di Teseo e sempre in collaborazione con Polignoto e Paneno partecipò alla decorazione della Stoà Pecile, dove dipinse una Maratonomachia e una Amazzonomachia; gli Ateniesi gli inflissero una multa di trenta mine per aver rappresentato i Persiani più grandi dei Greci. I temi affrontati sono tipici dell'età cimoniana, soggetti caratterizzati dal movimento e dall'azione, dove Micone sembra aver portato alcune innovazioni compositive nella disposizione delle figure e negli elementi paesistici. Si servì per le sue opere dei quattro colori tradizionali (nero, bianco, rosso e giallo). Dell'attività di Micone quale bronzista riferisce Plinio il Vecchio (Nat. hist., XXXIV, 88, 2): gli sono attribuite una statua del campione olimpico Callia, vincitore del pancrazio nel 472 a.C., e una statua equestre dedicata sull'acropoli di Atene, della quale resta parte della base con iscrizione, datata intorno al 440 a.C.

 

Il coro delle donne minaccia di slegare la cinghiala che ha dentro-luvsw th;n ejmauth'" u|n ejgwv-684 per avere l'odore di femmine inferocite fino a mordere wJ"  a]n o[zwmen gunaikw'n aujtoda;x wjrgismevnwn (687)

Possiano fare come lo scarabeo che ha distrutto le uova dell’aquila (cfr. Esopo).

La corifea ribadisce la solidarietà panellenica delle donne ricordando l’amicizia con la spartana Lampitò e con la tebana Ismenia.

Quindi  ricorda il decreto che impediva l'importazione dell'amabile  e buona anguilla dalla Beozia. Il giorno prima non aveva potuto fare baldoria in onore di Ecate dia; ta; sa; yhfivsmata (703) a causa dei tuoi decreti

Si ricordi che negli Acarnesi, Diceopoli dopo avere ha fatto una pace separata riceve un tebano che gli offrire la sua mercanzia: il contadino attico è attirato soprattutto dalle anguille di Copaide, un lago della Beozia, oggi prosciugato:

"o tu che porti la leccornìa più gradita agli uomini,

permetti che io saluti le anguille, se davvero le porti"(881-882).

 

 Ma questi decreti  faranno male a chi li ha decretati (Lisistrata, 705)

Fine parabasi

 

Bologna  27 marzo 2025  ore 16, 55 giovanni ghiselli

 

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