La persistenza delle concezioni arcaiche di Sofocle nella letteratura legata
alla tradizione.
Sofocle è autore arcaicizzante, tradizionalista e religioso. Non l’ho
scoperto; l’ho verificato nei suoi testi dopo che me ne hanno informato diversi
critici che sottolineano questo aspetto, certo non secondario dell'opera. Le
critiche anche firmate dai nomi più prestigiosi vanno comunque confrontate con
le parole degli autori e convalidate oppure contraddette.
Arnold Hauser contrappone Sofocle ai più moderni e democratici
Euripide e pure a Eschilo, facendo del poeta di Colono un reazionario e
sostenendo che "fin dal principio, sacrifica l'idea dello stato popolare
democratico agli ideali dell'etica nobiliare; e nella lotta fra il diritto
familiare privato e il potere assoluto ed egualitario dello Stato, parteggia
risolutamente per l'idea tribale" (Storia
sociale dell'arte , p.122).
Questo magari è vero ma non condivido l’identificazione di un antichista con un
reazionario; anzi penso che conoscere e amare l’antico conferisca una maggiore
e migliore facoltà di giudizio su tutto. Quando mi iscrissi a Lettere antiche
alcuni compagni di liceo che scelsero le moderne mi diedero del reazionario;
più avanti però hanno dovuto riconoscere che lo studio del greco è
indispensabile per un letterato studioso e amante della letteratura europea.
Eric Robertson R.Dodds nel libro I Greci
e l'irrazionale definisce Sofocle"l'ultimo grande rappresentante della
concezione arcaica del mondo" (pag.72).
Max Pohlenz scrive:"Se lo spirito moderno tendeva a fare
dell'individuo la misura e il padrone delle cose, la sensibilità religiosa di
Sofocle lo spinse nella direzione contraria, e, come Erodoto, lo rese cosciente
proprio dell'impotenza dell'uomo a paragone con la divinità" (La tragedia greca, I volume, pag.187).
Sofocle
in effetti si contrappone al sofistico e protagoreo"pavntwn
crhmavtwn mevtron ejsti;n a[nqrwpo", tw'n me;n o[ntwn wJ" e[stin,
tw'n de; oujk o[ntwn wJ" oujk e[stin", l'uomo è misura di tutte
le cose: di quelle che sono siccome sono, di quelle che non sono siccome non
sono (fr. 1 D.-K.). Secondo il poeta di Colono misura di tutto sono gli dèi
olimpici. Tolstoj attribuirà tale
modello di misura alla parola di Cristo,
H. Lloyd Jones nel saggio La tragedia
greca:"Le Trachinie" compreso nel volume I Greci ( p.130)
sostiene che"Sofocle accetta l'ordine del mondo arcaico in tutta la sua
durezza".
Quindi Bernard Knox (L'eroe sofocleo in La tragedia greca, guida storica e critica, a cura di C. R. Beye, pag.85) afferma che il poeta di Colono "dimentica l'adattamento eschileo dello spirito eroico alle condizioni della polis, e fa ritorno ad Achille che, irriconciliabile, siede corrucciato nella sua tenda. Nei suoi eroi che affermano la forza della loro natura individuale contro i loro simili, la loro polis, e perfino i loro dei, egli ricrea (...) la solitudine, il terrore e la bellezza del mondo arcaico".
Per l’adattamemento eschileo alle condizioni dell’Atene democratica cfr. le Supplici con il re Pelago che fa votare il popolo argivo prima di prendere una decisione
Tale conoscenza e preferenza, ripeto, gli ha dato gli strumenti per una critica
potente nei confronti dell’effemiro presente nelle mode vigenti.
La
“dura luce sofoclea”
Mi vengono in mente alcuni versi belli di Ezra
Pound:
“Go, my songs, seek your
praise from the young and from the intolerant,/
Move among the lovers of perfection alone.
Seek ever to stand in the hard
Sophoclean light
And take your wounds from it gladly”,
Mie canzoni, andate a cercare lode tra I giovani e gli insofferenti,
frequentate solo gli amanti della perfezione.
Cercate di stare sempre nella dura luce
sofoclea
e sopportatene le ferite vostre con animo lieto. (Lustra 1916, Ité)
Nel 1922 ero Siracusa la sera del 19 giugno per una conferenza su Sofocle da
tenere il 20, e per i drammi rappresentati nel teatro greco il 21 e il 22: Edipo re di Sofocle appunto e Ifigenia in Tauride di Euripide.
Il 23 dovevo essere Brescia per un’altra conferenza da tenere al Festival dei
filosofi lungo l’Oglio. Quell’anno Il tema generale era Dire io; la mia
lectio presentava Fare io. Potete trovarlo in You Tube.
Fu Impegnativo e duro muoversi tanto in fretta fra treni e aerei in ritardo.
Però fare questo mi piace perché so di avere qualche cosa di buono da offrire
al pubblico che mi ascolta. E a voi che mi leggete.
Le mie fatiche umanamente spese non vanno tutte perdute come quelle di Prospero
per Calibano.
p. s
Link per seguire da lontano la conferenza su Sofocle che terrò nella biblioteca Ginzburg di Bologna lunedì 24 marzo dalle 17 alle 18, 30 https://meet.google.com/tuy-dqhu-osh
Presenterò Sofocle e il suo Edipo re commentandone alcune parti.
Bologna 22 marzo 2025 ore 18, 24
giovanni ghiselli.
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