giovedì 27 marzo 2025

Aristofane Lisistrata XV. Misantropi.


 

 

Misantropi: Melanione, Ippolito di Euripide, Adamo di Milton, Timone di Atene in Plutarco e Shakespeare.

 

 I misantropi non sono sempre anche misogini.

 

 Timone di Atene ne era vaghissimo, mentre Ippolito “delle femmine era così vago come sono i cani de’ bastoni

 

Il Coro di vecchi ricorda il mitico cacciatore Melanione ed era schifato riguardo  le donne- ta;" gunai'ka" ejbdeluvcqh-795 (bdeluvssw, rendo abominevole). Feuvgwn gavmon ajfivket j ej" ejrhmivan (786) jelagoqhvrei- lagwv"- lagwv- oJ lepre; qhvra caccia-, quindi, fuggendo le nozze, si ritirò nella solitudine e andava a caccia di lepri intrecciando reti e aveva un cane. Mai più tornò a casa tanto aborriva le donne.

E così noi, non meno di Melanione  conclude il coro.

 

 

Nella X Ecloga di Virgilio, Cornelio Gallo cerca di sfuggire alla sofferenza amorosa, che Licoride gli infligge , col proposito di percorrere  le montagne dell'Arcadia  a caccia di aspri cinghiali mescolato alle Ninfe :"Interea mixtis lustrabo Maenala Nymphis,/aut acris venabor apros "(vv. 55-56).

 

 

Si può accostare la figura di questi  sordidi anacoreti a quella dell’Ippolito di Euripide per quanto riguarda l’aborrimento delle donne.

Ippolito il protagonista della tragedia, sdegnato con la matrigna, è talmente disgustato e terrorizzato dalle femmine,  ingannevole male per gli uomini ("kivbdhlon ajnqrwvpoi"  kakovn ", v. 616), male grande ("kako;n mevga", v. 627), creatura perniciosa, o, più letteralmente, frutto dell'ate[1] ("ajthrovn[2]...futovn", v. 630) che auspica la loro collocazione presso muti morsi di fiere (vv. 646-647) e la propagazione della razza umana senza la partecipazione delle femmine umane.

Sentiamo alcune parole del "puro" folle che dà in escandescenze:

 "O Zeus perché ponesti nella luce del sole le donne, ingannevole male per gli uomini?  Se infatti volevi seminare la stirpe umana, non era necessario ottenere questo dalle donne , ma bastava che i mortali mettendo in cambio nei tuoi templi oro e ferro o un peso di bronzo, comprassero discendenza di figli, ciascuno del valore del dono offerto, e vivessero in case libere, senza le femmine. Ora invece quando dapprima stiamo per portare in casa quel malanno, sperperiamo la prosperità della casa" (vv. 616-626).

 

Questa fantasia contro natura della genesi senza le donne viene manifestata da altri personaggi della letteratura come Adamo nel  Paradise Lost (1658-1665) del "puritano d'incrollabile fede"[3] John Milton (1608-1674).

 Il progenitore dell’umanità si chiede perché il Creatore, che ha popolato il cielo di alti spiriti maschili, ha creato alla fine sulla terra questa novità, questo grazioso difetto di natura ( this fair defect [4] of Nature ) e non ha riempito subito il mondo con uomini simili ad angeli senza il femminino, o non ha trovato un altro modo per generare l'umanità ("or find some other way to generate Mankind? ", X,  888 e sgg.).

Non meno innaturale è la partenogenesi.

 

Torniamo alla Lisistrata.

Non mancano abbozzi di rozzo corteggiamento pur subito contraddetti

Il corifeo propone

“Voglio baciarti vecchia”- bouvlomaiv se grau`, kuvsai-kunevw- 797

“allora non ti convengono le cipolle”  risponde lei

Il vecchio fa la mossa di prenderla a calci.

E la vecchia: hai un grosso cespuglio!

Il vecchio nomina due valorosi capi militari pelosi in quel posto e dalle natiche nere melavmpugo"-803-. Segni di virilità.

 

 

 

Il Coro di donne in risposta alla storia di Melanione ricorda un altro misantropo,  Timone dal volto recinto dalle spine, progenie delle Erinni, odiava gli uomini, però amava moltissimo le donne-tai'si de; gunaixi;n h\n fivltato" (Lisistrata, 821).

 

Nel Timone d'Atene  di Shakespeare (1607) il protagonista diventato misantropo per l’ingratitudine umana dice: All’s obliquy;-there is nothing level in our cursed –natures-but direct villainy. Therefore be abhorred-all feasts, societies, and throngs of men-His semblable (similis-)yea himself, Timon disdains-(dedignari)-Destruction fang-(azzanni, allied to latin pangere conficcare affondare) mankind. IV, 3, 18-24), tutto è storto, non c’è niente di diritto nella nostra natura maledetta, se non la malvagità diretta al male. Perciò sono da detestare tutte le feste, compagnie e folle di uomini. Timone disprezza il suo simile, anzi se stesso. Che la distruzione azzanni l’umanità.

 

  Plutarco nella Vita di Alcibiade (16) racconta che Tivmwn oJ misavnqrwpo~ imbattutosi un giorno in Alcibiade  che tornava dall’assemblea popolare soddisfatto per un successo, non lo scansò come era solito fare con gli altri, ma anzi gli andò incontro, gli strinse la destra e gli disse: “fai bene ragazzo a crescere in potenza: mevga ga;r au[xei  kako;n a{pasi touvtoi~, così accresci di molto il male a tutti questi.  

 

Corteggiamento anomalo

Un vecchio e una vecchia si minacciano a vicenda: lui mostrando i pugni , lei prospettandogli dei calci.

Lui fa: così mostrerai la fica.

E lei: comunque non la vedresti pelosa komhvthn 827 ma depilata al lucignolo anche se sono vecchia.  Non manca un tantino di corteggiamento pure tra questi nemici, e vecchi per giunta

 

 

Lisistrata lancia l’allarme siccome si avvicina un uomo in preda al delirio di Afrodite. Mirrina vede arrivare suo marito Cinesia Kinhsiva"  (cfr. kinevomai, sono eccitato) 837

Lisistrata le consiglia di sedurlo e ingannarlo-ejjxhperopeuvein- senza concedergli nulla, come che ha giurato sulla coppa di vino.

hjpropeuthv" è il seduttore Paride in Iliade 13, 769.

 

Bologna 27 marzo 2025 ore 18, 33 giovanni ghiselli

 

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[1] L'accecamento mentale, una smisurata forza irrazionale.

[2] Ricorda che la protagonista dell'Andromaca fa l'ipotesi:" eij gunai'ke;" ejsmen ajthro;n kakovn "(Andromaca, v. 353), se noi donne siamo un male pernicioso.

[3] C. Izzo, Storia della letteratura inglese, p. 517.

[4] Cfr. questo nesso ossimorico con kalo;n kakovn, bel malanno, sempre riferito alla donna da Esiodo nella Teogonia ( v. 585). Ci torneremo più avanti.

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