Tucidide ravvisa in Temistocle un portatore supremo dell’ intelligenza politica: egli che "oijkeiva/ xunevsei" con la sua facoltà di capire, era "tw'n te paracrh'ma di j ejlacivsth" boulh'" kravtisto" gnwvmwn", ottimo giudice della situazione presente attraverso un rapidissimo esame" e "tw'n mellovntwn ejpi; plei'ston tou' genhsomevnou a[risto" eijkasthv"" (I, 138, 3), e ottimo a congetturare il futuro per ampio raggio in quello che sarebbe accaduto. Prevedeva benissimo i danni o i vantaggi quando erano ancora avvolti nell’oscurità: “tov te a[meinon h] cei'ron ejn tw/' ajfanei' e[ti proewvra malista”.
Sicché mi chiedo e vi chiedo se tra i politici nostrani e stranieri che sentiamo parlare delle guerre in corso c’è almeno un epigono di questo bravissimo congetturatore antico. Alcuni capiscono, magari non subito ma a un certo punto ci arrivano. Altri forse non capiscono proprio, ma io credo che la maggior parte finga di non capire e dica scempiaggini pensando che sia conveniente. E’ in questo magari che non capiscono.
I più ottusi negano l’evidenza e si coprono di ridicolo e disprezzo.
Quelli un poco più furbi svicolano e parlano d’altro per non compromettersi. Pochissimi sono quelli che dicono le cose come stanno, magari aggiungendo che a loro non piace come vanno i fatti ma questi sono innegabili. Costoro sono rispettabili.
Quelli che mi piacciono di più sono i pochi che rifiutano e
maledicono le guerre con tanto di stragi. A queste si dovrebbero preferire e
sostituire contrasti dialettici fatti di parole educate e gli agoni sportivi
leali. Ma i paralitici mentali e morali preferiscono mandare a morire i figli
degli altri, soprattutto dei poveri non protetti, piuttosto che cimentarsi loro
in qualsiasi gara. Sanno che perderebbero
sempre tutte quelle non truccate.
Bologna 20 marzo 2025 ore 20 giovanni ghiselli
p. s.
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