Entra in scena il Coro di donne che hanno visto il fuoco e il fumo. Hanno dei recipienti con dell’acqua.
Anche queste coreute sono divise in due semicori.
Il semicoro I esecra i vecchi maledetti e invita a fare presto nonostante la paura ajlla; fobou'mai (327).
Quando non c’è questa paura dell’altro genere, considerato quale un nemico quasi estraneo all’umanità, equivalente alla fobìa dello straniero, è molto più difficile indurre i poveri a morire in guerra. Per farlo bisogna spargere odio. Paura e odio derivano dai delitti efferati commessi soprattutto dai maschi, poi dalla propaganda che estende la criminalità all’intero genere maschile o femminile.
Le coreute stanno comunque portando delle anfore piene di acqua per spengere il fuoco e soccorrere le assediate
Il Semicoro II invoca Atena
Ha saputo che dei vecchi boriosi carichi di legna pesante, come se volessero scaldare dei bagni, avanzano verso l’acropoli lanciando minacce terribili- deinovtat j ajpeilou`nta"- 339-, cioè che bisogna carbonizzare con il fuoco le abominevoli donne- crh; ta;" musara;" gunai`ka" ajnqrakeuvein- 340.
Guerra dei sessi come nelle Supplici di Eschilo.
Ora che siamo più civili la carbonizzazione è bandita. ma solo a parole, perché poi i droni inceneriscono i malcapitati.
"Generazione Greta.
Treno e bici, niente carne e poche email
Così vivono gli attivisti in piazza a Glasgow" (titolo di "la Repubblica" del 3 novembre 2021 pagina 8)
La cosiddetta generazione Greta è costituita da pochi giovani che si comportano come alcuni adulti e certi vecchi. Poche persone che ci sono sempre state.
Senza essere attivisti, io e i miei amici Maddalena, Fulvio, Alessandro di due generazioni diverse, entrambe no n Greta, abbiamo sempre fatto le vacanze in bicicletta. Chi ha tenuto questo modus vivendi, continuerà a mantenerlo, così come i ghiottoni sprofondati nelle automobili.
Adesso vogliono venderci delle auto trasformate in sedie elettriche. Ci si siedano quelli che le costruiscono sperando di eternizzare i loro profitti. Io continuo con la bicicletta e con i mezzi pubblici. La batteria della mia beatle rossa oramai è sempre scarica, talmente poco la uso.
Il coro chiede l’alleanza della dea nel portare aiuto alle donne che vogliono salvare dalla guerra, e dalla follia, l’Ellade e i cittadini. Le assediate e minacciate dal fuoco hanno occupato il tempio di Atena con questo scopo.
La Corifea, indicando i vecchi, li qualifica come ponwpovnhroi (350), farabutti al quadrati, sesquifarabutti, aggiunge che uomini buoni crhstoiv, e pii eujsebei'", non avrebbero mai fatto una cosa simile (351).
II corifeo dei vecchi definisce pra'gm j ajprosdovkhton una faccenda inattesa lo sciame di donne ejsmov" gunaikw'n (353) che arriva per aiutare le assediate dal fuoco.
I vecchi assedianti si tovano in una situazione simile a quella dei Tedeschi a Stalingrado.
Abbiamo visto che l’inaspettato fa parte del gioco della vita per cui dovremmo apettarcelo.
La Corifea domanda: perché ve la fate addosso per la paura davanti a noi? - tiv bduvlleq j hJma" ; Questo è niente: la parte di donne ribelli che vedete non è nemmeno la decimillesima dell’intero- kai; mh;n mevro" g j hJmw'n oJra't j ou[pw to; muriostovn-355.
Il corifeo le minaccia di bastonate
La corifea ordina alle donne di mettere giù le anfore per difendersi senza avere le mani impedite.
“Sebben che siamo donne paura non abbiamo” cantavano qualche decennio fa.
Il corifeo “ Se qualcuno avesse colpito costoro due o tre volte nelle mascelle come è stato preso a pugni Bupalo, non avrebbero più voce” ( fwnh;n a]n oujk ei\con, Lisistrata, 361).
Ha ricordato Ipponatte (VI sec. a. C.) che scrive: “lavbetev meu taiJmavtia, kovyw Bouvpalon to;n ojfqalmovn (fr- 70 D.), tenetemi il mantello: darò un pugno a Bupalo nell’occhio.
La Corifea risponde che è pronta anche a prendere le botte, ma non cederà.
Non sarà un’altra cagna ad afferrarti i coglioni (363).
Il corifeo la minaccia: se non taci ti sgranerò la pelle vecchia a furia di botte eij mh; siwphvsei , qenw;n sou jkkokkiw' to; gh'ra" (364)-ejkkokkivzw-ejn e kovkko", granello, chicco.
Nella mia generazione c’era l’uso della polemica tra maschi e femmine quando eravamo bambini. Ricordo che alle medie, in prima o in seconda, ci facevano leggere Il parlamento di Carducci e noi maschi lo usavamo deformato gridando: “a lancia e spada le galline in campo!”.
le galline erano il Barbarossa da combattere
Poi invece in terza media una brunetta della sezione femminile, Marisa, la più brava della classe, mi apparve come un angelo e me ne innamorai.
Batteva il sole sulla chiara onesta faccia di quella bambina quando usciva da scuola, e la sera mi sorrideva calando dietro Fiorenzuola di Focara. Il siole, non Marisa.
Più avanti compresi che le femmine della nostra specie non sono galline né angeli ma esseri umani come noi. E come tali le amai. Però di Marisa non sapevo più niente.
L'estate scorsa Marisa è morta.
Trassi la coscienza dell'umanità delle donne dalle letteratura amata poi dalle stesse donne amatissime
Molto bene le due giornate di Manfredonia con le due conferenze tenute nel liceo Aldo Moro. Ragazzi e colleghi attenti.
Un'ospitalità degna di persone unite da vari legami ai Greci.
La mia conclusione della Lisistrata è stata che l'istinto, soprattutto quello della donna, è una forza superiore in ogni senso a quella delle armi.
Padri e figlie. L'istinto della donna
La vedova Ghismunda che pure è " giovane e gagliarda e savia" nel Decameron (IV, 1) di Boccaccio sostiene la naturalezza della passione carnale difendendo il proprio sentimento amoroso per il giovane valletto Guiscardo "uom di nazione assai umile ma per vertù e per costumi nobile", davanti al padre Tancredi, principe di Salerno che non la capisce:" Esserti ti dové, Tancredi, manifesto, essendo tu di carne, aver generata figliuola di carne e non di pietra o di ferro (...) Sono adunque, sì come da te generata, di carne, e sì poco vivuta, che ancora son giovane, e per l'una cosa e per l'altra piena di concupiscibile disidero, al quale maravigliosissime forze hanno dato l'aver già, per essere stata maritata, conosciuto qual piacere sia a così fatto disidero dar compimento. Alle quali forze non potendo io resistere, a seguir quello che elle mi tiravano, sì come giovane e femina, mi disposi e innamora'mi".
Il padre però uccide l'amante della figliola e questa si uccide.
Molto più comprensivo di Tancredi nei confronti dell'istinto femminile è Leopold Bloom nell' Ulisse di Joyce .
Leopold Virág- Bloom, l'Ulisse di Dublino, ha in mente la figlia- silly Milly, Millina, sciocchina come l'adolescente chiama se stessa in una lettera al babbo che pensa a lei in questi termini:
"Fifteen yesterday, quindici anni ieri (…) No, nothing has happened. Of course it might, no, non è successo niente. Naturalmente potrebbe. Wait in any case till it does, aspettati comunque che succeda. A wild piece of goods, un eccezionale pezzo di beni. Her slim legs running upstairs. Destiny. Ripening, le sue gambe snelle che corrono su per le scale. Destino. Sta maturando. Vain: very, vanitosa, molto (…) Will happen, yes. Prevent. Useless: can' t move, succederà sì. Impedire. Inutile: non ci si può muovere Girl's sweet light lips. Will happen too, dolci lievi labbra di ragazza. Succederà anche a lei. Useless to move now, inutile muoversi ora. Lips kissed, kissing kissed. Full gluely woman's lips, labbra baciate, bacianti baciate. Labbra di donna, piene vischiose.
Dal quarto capitolo: Calipso La colazione
Questo Ulisse- Bloom è un uomo molto paziente poluvtla" e complice della realtà, come Odisseo di Omero, e sopporta anche i tradimenti praticati dalla moglie Molly, una Penelope infedele,
Tinnulo calessino[1]. Troppo tardi. Lei voleva andare. Ecco perché. Donna. Tanto vale fermare il mare- Jingle jaunty. Too late. She longed to go. That's way. Woman. As easy to stop the sea"[2].
Dall' XI capitolo Le sirene la mescita.
L'istinto della donna dunque è incontenibile come il mare.
Cfr. Seneca: "Non rapidus amnis, non procellosum mare -
(…) possit inhibere impetum- irasque nostras : sternam et evertam omnia (…) Amor timere neminem verus potest "(Seneca, Medea, 411-416)
E' Medea che parla.
Il rapporto padre figlia mi ha sempre commosso fino alle lacrime tanto mi è mancata una figlia.
Ho visto un gesto di tipo pasterno anche nella tirata dei capelli della giovane giornalista effettuata dal vecchio Romano Prodi.
Bologna 6 marzo 2025 ore 17, 12
giovanni ghiselli
p. s.
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