lunedì 17 marzo 2025

Sofocle Edipo re vv. 58-77.


Sommario

Edipo si rivolge al suo popolo aprendogli l'animo completamente: la misera condizione di Tebe gli era già nota e lo fa soffrire più degli altri cittadini poiché egli si sente responsabile tanto del bene quanto del male generale siccome convergono entrambi sulla propria  persona. Perciò ha preso dei provvedimenti mandando a Delfi il cognato Creonte il quale ritarda, e lo preoccupa, ma appena egli sarà arrivato e riferirà le risposte dell’oracolo con le indicazioni del dio, queste verranno seguite senza esitazioni.

 

Traduzione

"O figli degni di compassione, cose conosciute, e non sconosciute a me

siete venuti a domandare con desiderio; io infatti so che

state male tutti, e pur stando male, come me,

non c'è tra voi chi sta male in ugual misura.

Infatti il dolore vostro colpisce ciascuno

solo per sé, e nessun altro, ma la mia

mente compiange la città e me e te, tutto insieme.

 Sicché non da un sonno, mentre dormivo, mi svegliate;

ma dovete sapere che molto io ho lacrimato di già

e molte strade ho percorso con il vagare della mente.

E il solo rimedio che, esaminando bene, potevo trovare,

questo l'ho compiuto; infatti il figlio di Meneceo

Creonte, mio cognato, l'ho mandato

alle pitiche case di Febo, perché si informi, che cosa

facendo o che cosa dicendo, potrei salvare questa città.

E il giorno  già commisurato al tempo

mi addolora, che fa? Infatti al di là del verosimile

è via , e più del tempo dovuto.

Ma quando sia giunto, allora io malvagio

 sarei, non facendo tutto quanto il dio può mostrare” 77.

Bologna 17 marzo 2025 ore 19, 28 giovanni ghiselli

 

 

 

Nessun commento:

Posta un commento