Sommario
Edipo si rivolge al suo popolo aprendogli l'animo completamente: la misera condizione di Tebe gli era già nota e lo fa soffrire più degli altri cittadini poiché egli si sente responsabile tanto del bene quanto del male generale siccome convergono entrambi sulla propria persona. Perciò ha preso dei provvedimenti mandando a Delfi il cognato Creonte il quale ritarda, e lo preoccupa, ma appena egli sarà arrivato e riferirà le risposte dell’oracolo con le indicazioni del dio, queste verranno seguite senza esitazioni.
Traduzione
"O figli degni di compassione, cose conosciute, e non sconosciute a me
siete venuti a domandare con desiderio; io infatti so che
state male tutti, e pur stando male, come me,
non c'è tra voi chi sta male in ugual misura.
Infatti il dolore vostro colpisce ciascuno
solo per sé, e nessun altro, ma la mia
mente compiange la città e me e te, tutto insieme.
Sicché non da un sonno, mentre dormivo, mi svegliate;
ma dovete sapere che molto io ho lacrimato di già
e molte strade ho percorso con il vagare della mente.
E il solo rimedio che, esaminando bene, potevo trovare,
questo l'ho compiuto; infatti il figlio di Meneceo
Creonte, mio cognato, l'ho mandato
alle pitiche case di Febo, perché si informi, che cosa
facendo o che cosa dicendo, potrei salvare questa città.
E il giorno già commisurato al tempo
mi addolora, che fa? Infatti al di là del verosimile
è via , e più del tempo dovuto.
Ma quando sia giunto, allora io malvagio
sarei, non facendo tutto quanto il dio può mostrare” 77.
Bologna 17 marzo 2025 ore 19, 28 giovanni ghiselli
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