martedì 2 settembre 2025

Nietzsche argomenti vari 61. Ecce homo. Al di là del bene e del male. Preludio di una filosofia dell’avvenire 2.


 

“Questo libro (1886) è nel suo essenziale una critica della modernità, non escluse le scienze moderne, le arti moderne, e la politica moderna, con accenni a un tipo opposto, che è il meno moderno possibile, un tipo nobile che dice sì. In quest’ultimo senso il libro è una scuola del gentilhomme, se si intende il concetto nel senso più spirituale e radicale che gli sia stato dato. Bisogna avere del fegato anche solo per sopportarlo, bisogna non avere imparato ad avere paura. Tutte le cose che fanno l’ogoglio del nostro tempo vengono sentite come contraddittorie con questo tipo”.

 

L’orgoglio del tempo nostro è la teocrazia del denaro e del successo. Chi non li ha raggiunti se ne vanta ugualmente, mentendo. Chi ne ha conseguito una parte minima la ingrandisce. Diversi aspetti di tali “successi”  del resto sono tali che un gentiluomo se ne vergognerebbe, come per esempio il vanto plebeo di bere solo vino speciale nei ristoranti stellati di fronte a un popolo dove milioni di persone devono ricorrere all’elemosina per mangiare pane e latte. Ma questo l’ho già raccontato.

Il nichilismo ha annientato appunto i valori della lealtà, del lavoro,  della disciplina, dell’altruismo e ha messo al loro posto l’intrigo, l’impostura e l’ inganno.

 

E’ l’ideologia degli schiavi plautini: il valore della fides viene sostituito con il disvalore della perfidia , la santa protettrice dei servi:" Perfidiae laudes gratiasque habemus merito magnas" (Asinaria, v. 545), abbiamo ragione di elogiare e ringraziare assai la mala Fede, dice lo schiavo Libano allo schiavo Leonida.

 

Il nichilista di Turgenev.

Nel romanzo Padri e figli (1862) di Turgenev il personaggio  Bazarov, “incarnazione del nichilismo”, come lo ha definito l’autore, “una figura cupa, selvatica, grande, per metà venuta su dal suolo stesso, forte, spietata, onesta e tuttavia votata alla rovina, perché è ancora nell’anticamera del futuro”, ancora secondo le parole di Turgenev, tenta di vivere escludendo principi e sentimenti.

 

“il nichilista è un uomo che non s’inchina dinanzi a nessuna autorità, che non presta fede a nessun principio, da qualsiasi rispetto tale principio sia circondato”[1]. Bazarov si occupava di scienze naturali, e il suo antagonista Pavel Petrovič ne parla con ironia dicendo: “Non crede nei principi, nei ranocchi crede”. (p. 37).

Secondo il giovane scienziato nichilista “La natura non è un tempio, ma un laboratorio, e l’uomo in essa un lavoratore” (p. 55).

Cfr. Deus sive natura di Spinoza.

Il senso estetico, la buona educazione, perfino l’amore  “sono dissolutezza, vacuità!...romanticismo, bazzecole, marciume, artisticità. Andiamo piuttosto a vedere lo scarabeo” dice Bazarov all’amico Arkdaij suggestionato da lui

Ma poi questo nichilista integrale entra in crisi e in contraddizione perché si innamora non contraccambiato e ne soffre fino a morire.

Il romanzo presenta una contrapposizione, che giunge fino al duello di due unilateralità, quella di Bazarov e quella di Pavel Petrovič, zio di Arkadij.

 

Il nobile dice sì alla vita.

Oggi viceversa si dice sì alla morte attraverso la guerra.

 Dopo anni di massacri causati dalle armi, certi governi europei accolgono in trionfo un capo di Stato che, già rifornito di ordigni micidiali da diversi mesi, viene a chiederne altri ancora più micidiali e  ancora altri soldi a paesi dove non mancano i poveri . Non c’è  discussione: la guerra deve continuare a oltranza e uno dei contendenti deve vincere per forza. Verrà rifornito di strumenti di morte finché non vincerà. Dunque bisognerà dargli le atomiche perché l’altro contendente le ha e non credo che sia disposto ad arrendersi spaventato dalle minacce e dalle vanterie di quanti vogliono il suo l’annientamento. Sia chiaro che non parteggio per nessuno che sia latore di morte anche di una sola persona. In Europa si dà maggior peso a ceri morti che ad altri c’è un’aristocrazia perfino tra i defunti.

Villa Fastiggi  2 settembre 2025 ore 10, 49 giovanni ghiselli   

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[1] Ivan Turgenev, Padri e figli, trad. it. Mondadori,  Milano, 1980, p. 35.


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