lunedì 13 febbraio 2017

Twitter, CCLXXIII

Virginia Raggi e Vittorio Feltri


Quanto più gli atti di Virginia sono liberi e manifestano noncuranza del pettegolezzo, tanto più significano bella semplicità e intelligenza.

Feltri sarebbe stato meno nauseante se invece di "patata bollente" avesse scritto "pozzo sulfureo che brucia" ricordando the lunatic King di Shakesperare.

Non basterebbero cento cuochi epicurei a rendere meno indigeribili le patate rancide e nauseanti di Feltri.

Amo la delicatezza. Ecco perché mi piace la Raggi e mi dispiace Feltri il quale del resto se ne farà una ragione come noi nei suoi riguardi.

"Bocca non fatta per pregare". Se  leggessi  Joyce e altri classici, caro Feltri, saresti forse un po' meno banale e stantio.

Era certo cosa meno banale e insipida della metafora popolar-feltriana attribuire al fuoco erotico di qualsiasi donna sana l'aggettivo “prometeico”, oppure chiamare l’istinto amoroso femminile “ fuoco artista che  procede metodicamente alla creazione”.

Finito finalmente Sanremo, potremo cessare di sentire questo tipo di disgusto anche solo subendone la pubblicità in attesa di una trasmissione decente. Lo stomaco e l’intestino si sono sempre rifiutati di guardarlo.

I festival brutti purtroppo non finiscono mai: la domenica sera c'è  Fazio il quale conduce una trasmissione che è la celebrazione e l'apoteosi del ruffianesimo italico.



giovanni ghiselli


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