giovedì 23 febbraio 2017

Twitter, CCLXXIV

Stefano Fassina
foto di Salvatore Contino
La crisi politica e umana


Questa economia e questa "cultura" per sopravvivere necessitano di un ceto di schiavi, come le antiche. La differenza è che gli schiavi di oggi stanno peggio

Il sapere non è sapienza. La sapienza sa di vita, sa di uomo e, ancora più, sa di donna.
Le menti appuntite, i dottori sottili possiedono qualche sapere ma non hanno sapienza.

Il prototipo del ruffiano televisivo: se un ospite ride, lui si sganascia dalle risate, se vede uno commuoversi, piange, se uno dice "ho caldo", lui suda.

Ai miti vigenti della sopraffazione e della prepotenza dovrebbero sostituirsi, con l'educazione, quelli della giustizia e dell'eguaglianza.

Non basta la calva assennatezza di Fassino a salvare il PD: fa disperare meno il villoso mangiafuoco che si è candidato alla segreteria.
Giulio Cesare preferiva gli uomini grassi e con capelli curati (cfr. Plutarco e Shakespeare). A me invece piace la magrezza ascetica e la testa non intronata di Fassina. Su Emiliano, vedremo.

Renzi e la Boschi, i due chiacchieroni, non hanno capito quello che Annibale aveva compreso già prima di Zama: che la Fortuna ( Tuvch) è mutevole, capricciosa e gioca con noi come se trattasse dei bambini infanti. Costoro devono tornare all’asilo.

Cercheranno di spaventarci, come negli anni di piombo, poiché chi è impaurito è incline a credere e obbedire: nihil falsum trepidis (Stazio, Tebaide VII, 131).

Matthaeus (Salvini) Arabum metum iniciendum ratus est.

Preferisco l'onesta, oscura diligenza di Fassina alla strombazzata negligenza dal fosco bagliore nato dall’incendio distruttivo di Renzi e dei suoi seguaci sonoramente trombati.




giovanni ghiselli 23 febbraio 2017

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