NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

LE NUOVE DATE! Protagonisti della Storia Antica | Biblioteche Bologna   -  Tutte le date link per partecipare da casa:    meet.google.com/yj...

lunedì 27 febbraio 2017

Filosofia e Poesia. Lezioni in Mediateca IX

Arnold Böcklin, Ulisse e Calipso


Fuvsi~ è imparentata etimologicamente con il latino fuit e futurus. Dunque la fuvsi~ è ciò che è da sempre e sarà per sempre.
Nella religione ebraico-cristiana c’è la sdivinizzazione della fuvsi~. “Se esiste un Dio altro dal mondo, la natura non è per sé divina: a partire da qui, viene disanimata, ridotta a semplice materia…la natura era considerata sufficiente di per sé a esistere, non dipendeva da altro da sé e meno che mai aveva bisogno d’essere giustificata: la natura esiste da sempre e per sempre nonostante le sue innumerevoli trasformazioni La fuvsi~, quand’anche ridotta a materia, riposa ugualmente e per intero in sé. Nella Bibbia mondo e natura si configurano in modo totalmente diverso dai Greci. La natura non solo non è divina, ma è soprattutto insufficiente a se stessa, incapace di esistere per sé e mai sarebbe esistita se Dio non avesse creato il mondo, se non lo avesse posto in essere traendolo dal nulla”[1].
Natoli prosegue affermando che il dio biblico è forte poiché si sottrae ad ogni misura. “La forza del dio biblico sta proprio nel suo sottrarsi, nel suo sfuggire, in breve nell’avere voce e non figura, nel chiamare da lontano o nel sussurrare all’intimo del cuore; è presente “nel mormorio di un vento leggero ( I Re 19, 12) o, verosimilmente, nemmeno in quello”[2].
Una cosa del genere aveva detto Auerbach.
“Inopinato ed enigmatico egli arriva sulla scena da altezze o profondità sconosciute, e grida: "Abramo!... Si pensi, per ben convincersi della differenza, alla visita d'Ermete alla grotta di Calipso, dove l'incarico, il viaggio, l'arrivo e il ricevimento del visitatore, la condizione e l'occupazione della visita sono ampiamente narrati in molti versi… "[3].
Ma torniamo a Natoli: “Tommaso d’Aquino-e certo non è stato il solo-nel momento in cui fa sua l’eredità greca, e nello specifico quella aristotelica, appone innanzi alla fuvsi~ dei greci un segno negativo. Un’operazione semplicissima, ma decisiva che annulla l’autosufficienza del mondo, ne dichiara esplicitamente l’incapacità a essere, l’infondatezza ontologica…L’esito del cristianesimo è l’acosmismo. Dio, nonostante la sua infinità, aveva disegnato un cosmo a misura d’uomo…Dio garantiva l’ordine del cosmo e si presentava come normativo per l’uomo. Oggi abitiamo in uno spazio acosmico-senza più alcun Dio-e non possiamo altrimenti misurarlo se non muovendoci, passo passo, in esso. L’infinito in cui siamo allocati è la cifra della nostra finitezza.”[4].

Lovgo~ e fuvsi~ del resto non sono estranei alla poesia ispirata dalle Muse, anche se non sempre concordano. Nel Filottete di Sofocle il lovgo~ invadente di Odisseo, il sofisthv~ che ha progettato il sovfisma, lo stratagemma per catturare l’uomo abbandonato nella solitudine di Lemno, non può indurre la fuvsi~ schietta di Neottolemo a essere complice del tranello. Il figlio di Achille rifiuta la propria complicità dicendo che tutto diventa sgradevole quando un uomo, lasciata la propria natura (th;n auJtou' fuvsin-o{tan lipwvn), fa le cose che non gli si addicono poiché non gli somigliano (dra'/ ta; mh; proseikovta, vv. 902-903). 
Insomma:  Diventa dunque quello che sei![5]
Alla fine del Filottete il lovgo~ del linguacciuto Odisseo che vuole essere pratico e da un lato non è etico e del resto non è nemmeno capace di risolvere la difficile situazione, viene smontato da Sofocle il quale smonta anche il lovgo~ di Edipo: la sua smontatura del lovgo~ è sistematica.
Nella Medea di Euripide, la fuvsi~ della donna prevale sul lovgo~ pragmatico di Giasone tutto inteso all’utile.
Nell’Odissea il protagonista eponimo oltre che poluvtropo~ (I, 1), capace di volgersi da tante parti è polumhvcano~ (I, 205), pieno di risorse. Ma, come ha scritto Remo Bodei “in origine il termine mechané significa “astuzia”, “inganno”, “artificio”[6]. Insomma trucco.



fine



[1] Natoli, Op. cit., p. 120.
[2] Op. cit., p. 123.
[3]E. Auerbach, Mimesis , pp. 8-9.
[4] Op. cit., p. 124 e p. 128.
[5] gevnoio oi|o~ ejssiv" (Pitica II  v. 72).

[6] Remo Bodei, “il sole 24 ore”, Domenica 11 settembre 2011, p. 33.

1 commento: