Cirene spiega al figlio Aristeo che l’eccidio
delle api è dovuto alle morti di Euridice e Orfeo provocate da lui. Quindi la
madre spiega ad Aristeo il rito che dovrà compiere per rimediare
“Sed, modus orandi qui sit, prius ordine
dicam” (537), ti dirò prima con ordine quale sia il modo di pregare.
Cirene dunque
ordina di scegliere quattro tori straordinari per la prestanza del corpo. “quattuor eximios prestanti corpore tauros”
(538), quindi scegli altrettante
giovenche dal collo indomato delige et
intacta totidem cervice iuvencas
(540).
Sgozza questi otto
animali davanti ai santuari delle dee e fai colare il sangue dalle gole- iugulis demitte cruorem (542) in seguito
devi portare i cadaveri e lasciarli tra le fronde di un bosco. Dopo otto giorni,
invia dei papaveri letèi in offerta funebre a Orfeo, poi immolerai una pecora
nera nigram mactabis ovem (546). Quindi onorerai Euridice vitula caesa 548 con il sacrificio di
una vitella
Haud mora; continuo matris praecepta facessit (548) senza indugio esegue gli ordini della madre
548
"Orfeo fallisce perché viene meno alle rigorose prescrizioni
degli dèi (492-493 rupta tyranni/ fodera ). Egli non può rispettare gli ordini ricevuti
perché manca di tenacia e fermezza: è un amante e ha in sé la 'leggerezza'
dell'amore che lo possiede. Volta gli occhi, e contra legem - contro la condizione imposta dagli dèi della morte-.
“namque hanc dederat Proserpina legem”,
v. 487) guarda l'oggetto del suo amore. L'amore lo tradisce e lo 'gioca'. Il
suo è l'ingannevole trionfo d'amore (quasi l'essersi illuso che davvero potesse
valere la sentenza dell'omnia vincit amor
[1], che amare avesse più forza
anche della morte) Una comparazione sistematica tra i due eroi ottiene, dunque,
un primo risultato. Il parallelismo fra Orfeo e Aristeo, realizzato tramite
l'espediente della cornice, ha la funzione di manifestare un'opposizione
permanente fra due atteggiamenti e due modi di vita: da un lato il georgòs
scrupoloso e pio, dall'altro l'amante che-seppure armato della forza
trascinante e sconvolgente di Eros- è però tradito da quello stesso furor
che lo anima"[2].
Virgilio suggerisce sempre l’obbedienza al potere soprannaturale
degli dei e a quello terreno del regime di Ottaviano Augusto.
Enea
fa come Aristeo: obbedisce. Nel IV canto
dell’Eneide il pius Aeneas dalla pietas spietata obbedisce agli ordini degli dèi che gli vengono
portati da Mercurio, quale gli appare in
sogno e gli dice pure che Didone è risoluta a morire ("certa mori ", v. 564), ma questo
non ha importanza né per l'uomo né per il dio. Quella infatti rivolge nel petto
inganni e una tremenda scelleratezza
:"illa dolos dirumque nefas in pectore versat "(v. 563).
L'allitterazione in dolos dirumque sottolinea entrambe le colpe della sciagurata.
Qui si vede che mentre il sogno, ossia il desiderio camuffato, suggerisce
l'inganno e il misfatto, trova anche il modo di discolpare il dormiente
proiettando sulla regina tutto il male che egli stesso è già preparato a
perpetrare contro di lei.
Bisogna
solo evitare di essere danneggiati dalla femmina "varium et mutabile semper " ( v. 569) cosa variabile e
mutevole sempre, avverte il dio. La donna è mobile, si sa.
Ma torniamo
alla Bugonia, la nascita delle api dai cadaveri bovini.
Aristeo
dunque esegue gli ordini della madre: ammazza quattro tori e quattro giovenche,
compie i riti prescritti poi torna a vedere che cosa è successo con i suoi
aiutanti nel bosco dove avevano situato gli animali uccisi.
E lì vedono
il prodigio: "monstrum-aspiciunt,
liquefacta bovom per viscera toto/stridere apes utero et ruptis effervere
costis/immensasque trahi nubes iamque arbore summa/ confluere et lentis uvam
demittere ramis" (Georgica IV, 554-558), attraverso le
viscere putrefatte dei buoi per tutto il ventre stridono le api e brulicano nei
fianchi stritolati, e sciamano nugoli immensi e tosto nell'alto di un albero si
adunano e dai flessibili rami calano un
grappolo.
Andiamo
dunque a vedere il film del regista greco- Yorgos Lanthimos con l'ottima Emma
Stone- ma prima leggiamo i versi del
poeta latino.
Bologna 26
ottobre 2025 ore 16, 33. giovanni ghiselli
p. s.
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[1]Bucolica X , 69.
[2]G. B. Conte, Virgilio il genere e i suoi confini, Garzanti,
Milano, 1984, p. 47.
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