In
effetti qualunque cosa sarà compiuta, vuoi nelle terre
vuoi nei paesi
abitati, potrà essere definita
accidente. 470
Infine
se non fosse esistita la materia delle cose
né
il luogo e lo spazio , nel quale tutte si compiono
mai
l’alito d’amore soffiato dalla bellezza
della Tindaride,
fuoco
che divampava sotto il petto frigio di Alessandro,
avrebbe
acceso le famose battaglie della guerra crudele 475
né
il cavallo di legno con il nascosto parto notturno
di
Greci avrebbe incendiato ai Troiani la rocca di Pergamo
in
modo che si possa vedere in profondità che tutte le imprese
diversamente
dai corpi non consistono per sé, di esistenza propria,
né
risultano essere della stessa natura di cui è fatto il vuoto 480
ma
piuttosto che si possano giustamente chiamare accidenti
della
materia e dello spazio nel quale si compie ogni cosa. 482
In
questi versi troviamo la smontatura delle imprese presunte grandi dei
cosiddetti grandi condottieri.
Ne
farà un’altra Lucano quando scrive che Cesare e Pompeo hanno fatto la loro
guerra più che civile con stragi e lutti soltanto per stabilire il luogo della
sepoltura di ciascuno dei due: “Et ducibus tantum
de funere pugna (Pharsalia, VI, 811)
Entrambi morranno presto: veniet quae misceat omnis –hora duces (806-807), verrà un’ora a
uguagliare tutti i duci.
Properate mori affrettatevi a morire e
disprezzate gli imperatori divinizzati
Quem tumulum
Nili, quem Thybridis alluat unda
quaeritur, et ducibus tantum de funere pugna est (810-811).
Bologna 22 ottobre 2025 ore 11, 40 giovanni ghiselli
p. s.
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