mercoledì 22 ottobre 2025

Lucrezio De rerum natura I, 469- 482 Traduzione e commento.


 

In effetti qualunque cosa sarà compiuta, vuoi nelle terre

 vuoi nei paesi  abitati,   potrà essere definita accidente. 470

Infine se non fosse esistita la materia delle cose

né il luogo e lo spazio , nel quale tutte si compiono

mai l’alito  d’amore soffiato dalla bellezza della Tindaride,

fuoco che divampava sotto il petto frigio di Alessandro,

avrebbe acceso le famose battaglie della guerra crudele 475

né il cavallo di legno con il nascosto parto notturno

di Greci avrebbe incendiato ai Troiani la rocca di Pergamo

in modo che si possa vedere in profondità che tutte le imprese

diversamente dai corpi non consistono per sé, di esistenza propria,

né risultano essere della stessa natura di cui è fatto il vuoto 480

ma piuttosto che si possano giustamente chiamare accidenti

della materia e dello spazio nel quale si compie ogni cosa. 482

 

In questi versi troviamo la smontatura delle imprese presunte grandi dei cosiddetti grandi condottieri.

Ne farà un’altra Lucano quando scrive che Cesare e Pompeo hanno fatto la loro guerra più che civile con stragi e lutti soltanto per stabilire il luogo della sepoltura di ciascuno dei due: “Et ducibus tantum de funere pugna (Pharsalia, VI, 811)

Entrambi morranno presto: veniet quae misceat omnis –hora duces (806-807), verrà un’ora a uguagliare tutti i duci.

 Properate mori affrettatevi a morire e disprezzate gli imperatori divinizzati

Quem tumulum Nili, quem Thybridis alluat unda

quaeritur, et ducibus tantum de funere pugna est  (810-811).

 

Bologna 22 ottobre 2025 ore 11, 40 giovanni ghiselli 

p. s.

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