martedì 21 ottobre 2025

Seneca Epistola 17 Ricchezza e povertà con un breve commento.


 Multis ad philosophiam obstitēre divitiae: paupertas expedita est, secura est (17, 3), la ricchezza ha impedito a molti di volgersi alla filosofia: la povertà è libera da gravami e da affanni,

Frugalitas  autem paupertas voluntaria est (17, 4), la frugalità poi è povertà volontaria.

Quod promittitur: perpetua libertas, nullius nec hominis nec dei timor (6), quello che si promette: la libertà permanente, nessun timore di uomo né di dio.

Ab Epicuro mutuum sumam: “multis  parasse divitias non finis miseriarum fuit sed mutatio. Nec hoc miror; non est enim in rebus vitium sed in ipso animo”” (11) prenderò un pensiero in prestito da Epicuro: per molti avere accumulato ricchezze non è stata la fine ma il cambiamento dell’infelicità.

Brevissimo commento

Capisco che l’elogio della povertà è cosa da ricchi dato che oggi molti lavoratori durano fatica a pagare l’affitto e a fare la spesa. Condivido piuttosto il disinteresse per la ricchezza e il disprezzo del lusso volgare degli arricchiti.

Inoltre penso a certe coppie disgraziate tenute insieme dall’interesse per il denaro dell’uomo da parte della donna o viceversa. In genere tra i due non c’è intesa, nemmeno simpatia sicché intervengono liti, risentimento, rancore, talora fino alla violenza fisica da parte dell’uomo con l’esito del femminicidio. Invece di compiangere inutilmente le vittime come si fa ogni volta, si dovrebbero educare ai sentimenti le bambine e I bambini. Ma oggi c’è la teocrazia del denaro e il sentimento che prevale è quello dell’avidità. Non poche sono le coppie tenute insieme del sadomasochismo non senza complicità tra i due disgraziati.

Bologna 21 ottobre 2025 ore 9, 49

p. s.

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