giovedì 16 ottobre 2025

Lettura di Delitto e castigo. Sesta parte. Molto tragica e pure molto umana. Con qualche sprazzo di buffoneria.


 

Il pranzo funebre. L’assassino e la peccatrice. La madre pazza con i suoi bambini. La demente muore.

 

 

Il giorno seguente Raskolnikov va nelorfirij commissariato e chiede di Porfirij Petrovic che detestava

L’inquisitore lo fa entrare nel suo ufficio chiamandolo carissimo e bàtjuška tout court.

Rodion nota che Porfirij gli ha teso entrambe le mani ma non ne ha stretta nemmeno una.

Il ragazzo era diffidente. Il giudice si muoveva su e giù, e la sua piccola figura pienotta e tondeggiante sembrava una palla che rotolasse in tutte le direzioni.

L’inquisitore provoca  Raskolnikov che risponde sfidandolo: c’è una prassi giudiziaria di cui si avvalgono gli inquirenti: consiste nel partire da lontano, da inezie o comunque da cose estranèe allo scopo per distrarre l’interrogato e addormentarne la vigilanza per poi colpirlo alla nuca con la domanda più pericolosa.

Si misero a ridere entrambi. Poi Rodion si accigliò e chiese di essere interrogato nelle forme debite, aveva da fare, doveva andare a casa dei Marmeladov.

Porfirij gli dice: io vi ricevo come ospite. Disse pure che le persone intelligenti di medio livello sociale quando si incontrano non sanno come comunicare, mentre le signore e le persone di mondo hanno sempre argomenti ci conversazione c’est de rigueur.

Dice che deve muoversi perché sta molto seduto e ha l’emorroidi. Dovrei fare ginnastica. Il lavoro del giudice istruttore è una libera creazione artistica. Niente formalità dunque, sebbene esse  ci siano poste di intralcio. Non si può impiegare lo stesso metodo per tutti poiché le persone sono diversissime tra loro.

 Relativismo inquisitorio. Cfr. quello di Erodoto.

Se metto uno in prigione, lo tranquillizzo perché gli do una posizione ben definita, lo incasello, così questo si rinchiude nel suo guscio e mi sfugge. Il caso generale del resto non esiste affatto. Io non arresto il sospettato: lo lascio in uno stato di sospetto e paura finché perde la testa e si presenta lui stesso. Può succedere con il contadinotto balordo ma anche con l’uomo intelligente ed evoluto. Il sospettato non scappa. All’estero vanno solo i polacchi, nei punti remoti del paese ci sono i contadini veri, russi fino in fondo e l’uomo evoluto preferisce la prigione a quell’ambiente. Il sospettato non mi sfuggirà psicologicamente. Mi girerà intorno come una farfalla intorno a una candela . Mi girerà intorno in cerchi sempre più stretti  finché mi volerà diritto in bocca e io l’inghiottirò

(come Edipo intorno all’oracolo di Delfi, a Tebe, al padre e alla madre).

 

Cfr. la donna che ha delle esigenze spirituali:  si aggira attorno alle parole intelligenti dell’uomo che la corteggia come la farfalla attorno alla candela. Poi c’è la fusione delle anime e dei corpi nel fuoco dell’amore.

 

Il sospettato pensa che l’inquisitore voglia spaventarlo, spingerlo a tradirsi ma che bluffi poiché non ha nessuna prova. Ora il gioco è scoperto,

Porfirij dice altre amenità mescolate con idee serie: la natura e la realtà a volte tagliano le gambe al calcolo più sagace. Il giovane intelligente magari mentre è interrogato sviene: ha mentito meravigliosamente ma non ha tenuto conto della natura, oppure impallidisce in maniera fin troppo naturale e fa crescere il sospetto. La natura è uno specchio, uno specchio e dei più trasparenti. Ma perché siete impallidito? Vi manca l’aria?

Rodion scoppia a ridere poi dice: ho capito che mi sospettate, se volete procedete e arrestatemi ma smettete di tormentarmi.

Porfirij parla ancora finché Raskolnikov grida: non fate che mentire! Sapete benissimo che la scappatoia migliore per un criminale è non nascondere ciò che non si può nascondere.

Quindi chiede di smettere di giocare con lui

Il giudice replica: io vi ho invitato da amico!

E Raskolnikv: “ non voglio la vostra amicizia, ci sputo sopra! Tu continui a mentire, maledetto pulcinella che non sei altro! Tu menti e mi esasperi perché io mi tradisca”.

Porfirj: più di così non potete tradirvi e calmatevi, se no chiamo gente!

Raskolnikov: “  hai solo dei sospetti e conoscendo il mio carattere hai voluto privarmi di ogni controllo per farmi piombare addosso preti e deputati”

 

Poi l’inaspettato: Nikolaj l’imbianchino vestito come uomo di popolo. Si mette in ginocchio e dice di essere lui l’assassino.

Quindi entra l’artigiano accusatorio che il giuice aveva nascosto dietro la porta. Gli chiede perdono per la sua denuncia.

Raskolnikov pensa: “è tutto a doppio taglio”. Il fatto è che cammiamo tutti sul filo del rasoio della sorte. Questo è molto affilato e tagliente.

 

 

Cambio di scena e di argomento (p.405)

Il nero serpe dell’amor proprio ferito aveva succhiato il cuore di Luzin per tutta la notte. Luzin temeva i progressisti nichilisti. Si chiedeva quanta forza avessero, se potessero favorirlo nella carriera o danneggiarlo con denunce. Aveva come coinquilino Andrèj Semënovič che serviva il progresso e le giovani generazioni. Era un aborto malaticcio e un tipo bizzarro che aveva studiato male un po’ di tutto uno di quelli che si accodano sempre all’idea più di moda, poi la rovinano rendendola ridicola. Voleva organizzare una comune. Inoltre è per la parità tra l’uomo e la donna. Menziona donne che hanno lasciato il marito e sono entrate nella comune. Una, la Terèbëva, aveva già contratto la seconda  unione libera.

Di Sonja la giovanissima prostituta, Andrei dice che ha preso la posizione più normale per una donna. Ha disposto come ha voluto del suo capitale. La sua è stata una protesta energica contro l’ordinamento sociale. Nella comune non c’è prostituzione però. L’ambiente è tutto, e l’uomo per se stesso è nulla. Vorrebbe far entrare Sonja nella comune. Intanto dice, continuo a farla sviluppare intellettualmente: ha una magnifica natura.

Nomina Belinskij (1810-1848) un critico di prestigio che piaceva alla gioventù radicale. Dostoevskij vuole ridicolizzare l’estremismo infantile dei radical nichilisti

Continua Andrej: noi cerchiamo la libertà della donna. Ma rispetta Sonja: ella aspetta e spera e basta. Voi, dice a Luzin, non considerate un essere umano da un punto di vista umano. Sonja ha capito che l’uomo offende la donna se le bacia la mano poiché è un segno di disuguaglianza. Svuotare i pozzi neri è un’attività superiore a quella di un Raffaello o di un Puškin, siccome è più utile. E’ nobile tutto ciò che è utile all’umanità. Luzin chiede all’amico di chiamare Sonja. Poi le offre 10 rubli. Andrej che era rimasto nella stanza lo elogia sebbene non approvi la beneficenza privata che non elimina il male, anzi lo aggrava.

Quindi si rallegra per il matrimonio di Luzin andato a monte: che ve ne fate di questa legalità del matrimonio?

Luzin dice che non vuole nelle libere unioni portare le corna e tirar su bambini altrui

Andrej replica che nelle unioni libere le corna non ci saranno affatto. Le corna sono la conseguenza naturale del matrimonio legale, anzi un suo correttivo, una protesta.

Se dovessi sposarmi, ammettiamolo per assurdo, approverei l’adulterio di mia moglie che è stata capace di protestare.

 L’inganno nel matrimonio è solo l’iniqua conseguenza di un fatto iniquo. Nella libera unione la vostra compagna che va con un altro vi dimostra di stimarvi ritenendovi incapace di opporvi alla sua felicità. Io porterei un amante da mia moglie se lei tardasse a trovarlo (424).

 

 

 

Altra scena

Katerina aveva speso quasi 10 rubli per l’assurda cerimonia ma voleva onorare il morto. In questo giocava più di tutto quello speciale orgoglio dei poveri per cui molti morti di fame si spellano e spendono gli ultimi quattrini allo scopo di non essere da meno degli altri e non essere criticati. Sono le persone più povere e umilate che cadono preda di questi parossismi di orgoglio. C’era vino, vodka e rhum, tutto di pessima qualità ma abbondante. Un misero polaccuccio si era messo al servizio di Katerina. Amalja, la padrona di casa, aiutava con le posate, i piatti, la tovaglia. Era tutta in ghingheri. Luzin, il più autorevole di tutti gli inquilini non si era presentato. Il polaccuccio era un mingherlino scrivano di cancelleria foruncoloso e maleodorante: Poi c’era un vecchietto sordo e quasi cieco, un tenente a riposo ex impiegato alla sussistenza ubriaco ed era senza panciotto, uno in vestaglia perché non possedeva un abito ed era stato cacciato da Amalja. Il polaccuccio aveva portato altri due polacchi disgraziati.

 

 I Polacchi sono spesso spregevoli nei romanzi di Dostoevkij. Nei Fratelli Karamazov l’ufficiale polacco che aveva sedotto Gruscenka diciassettenne, poi l’aveva abbandonata,  è un miserabile a caccia di denaro.

 

 Katerina era contrariata da altri  ma fu contenta dell’arrivo di Raskolnikov poiché era l’unico istruito e in due anni “sarebbe diventato professore universitario”.

 Le davano fastidio i nastri nuovi della cuffietta della padrona di casa vestita a lutto. L’ex impiegato disse del morto: “sì gli piaceva bere, ci dava dentro” mentre svuota il dodicesimo bicchierino di vodka.

Katerina fa l’elogio del morto buono e generoso di animo nobile. A volte lo avrebbe accarezzato ma non lo faceva per paura che si ubriacasse di nuovo. Solo con la severità si poteva tenerlo un poco a freno. L’impiegato al tredicesimo bicchierino la provocava e lei era pronta per una scenata. I presenti ne godevano, ma Rodion era disgustato. Non manca qualche tocco di buffoneria in questa tragedia.

Katerina ce l’ha con le cutrettole tutte in fronzoli (cutrettola cauda trepida è un uccello che batte la coda). Amalia la padrona di casa vantava il suo Vater aus Berlin, padre di Berlino che metteva sempre le mani nelle tasche facendo Puf Puf, e  Katerina replicò che quella non aveva un padre ma era una finlandese ubriacona ex cuoca, e suo padre doveva essere di quei finlandesi andati a Pietroburgo a vendere il latte.

  Le due donne stavano per venire alle mani quando entrò Luzin, poi Andrej. Luzin accusa Sonja di aver portato via dal suo tavolo 100 rubli. “Non ne so nulla”, disse Sonja. La ragazza poi  ribadisce che non ha preso nulla e vuole restituire anche  i 10 rubli avuti in regalo. Li prende la matrigna, ne fa una pallottola e la tira in un’occhio a Luzin. Poi lo insulta, difende Sonja e chiama Amalia miserabile zampa di pollo prussiana in crinolina. Katerina rovescia le tasche di Sonja e ne esce un biglietto da 100 rubli. Comunque continua a difenderla: il foglio giallo, la carta di riconoscimento delle prostitute, l’ha presa per aiutare i bambini che morivano di fame.

C’era tanta sofferenza in Katerina che tutti parvero impietositi. Luzin fa il generoso dicendo che perdonerà mademoiselle.

Andrej però dice “che infamia!”. Poi dà del calunniatore a Luzin e del farabutto. L’aveva visto infilare di nascosto il biglietto in una tasca di Sonja. Luzin prova a dire che Andrej mente: ce l’avete con me perché non sono d’accordo con le vostre dottrine sociali empie e irreligiose.

Interviene Raskolnikov dicendo “quest’uomo è malvagio e non vale il dito mignolo di Sonja. Lo ha fatto, spiega, per odio contro di me, siccome mi stanno a cuore l’onore e la felicità di Sonja.

Tutti insultavano Luzin che però continua a minacciare: adirò le vie legali e i giudici non presteranno fede a due atei dichiarati, liberi pensatori e sovversivi

Sonja sapeva che era più facile rovinare lei che qualunque altra persona e che chiunque poteva offenderla quasi impunemente.

La padrona di casa vuole cacciare Katerina e i figli.

 

Raskolnikov si diresse a casa di Sonja che lo accolse dicendo: che ne sarebbe di me, senza di voi!

Rodion chiede a Sonja cosa farebbe se dovesse scegliere tra la vita di Luzin e quella di Katerina con i bambini.

Sonja non vuole rispondere: non posso conoscere le intenzioni della divina provvidenza. Non può decidere lei sul conto della vita degli altri

Rodion vede in Sonja uno sguardo tormentato. Sentiva che non c’era più un istante da perdere. E le confessa il suo delitto

Tutti e due presero l’espressione del bambino spaventato, la stessa che Rodionodion aveva visto nel viso di Lizaveta poco prima di ucciderla. Sonja gli si getta davanti in ginocchio, poi si alza e lo abbraccia. E disse: “in tutto il mondo non c’è nessuno più infelice di te”  (p. 463) e si mise a piangere. Anche a Raskolnikov vennero lacrime agli occhi,

“Non mi lascerai Sonja?”

“No, no, ti seguirò dappertutto. Ma perché non sei venuto prima da me?”

“Ecco, sono venuto”

“Verrò con te ai lavori forzati”

“Io non ho ancora deciso di andarci”

Rodion spiega che i soldi rubati non li ha usati.

“Io volevo diventare Napoleone, perciò ho ucciso. Pensavo che Napoleone, se non avesse avuto nessun’altra strada per fare carriera, avrebbe ucciso la ridicola vecchia senza la minma esitazione. Io ho seguito un esempio tanto autorevole”

Poi  aggiunge che l’ha fatto per pagarsi l’Università. “Naturalmente ho fatto male. Comunque io ho ucciso un pidocchio inutile e dannoso”

“Pidocchio una creatura umana?”,  domandò Sonja e si torceva le mani disperata.

“Forse potevo cavarmela dando lezioni-continua Raskolnikov.- “Mi davano mezzo rublo l’una. Ma io mi arrabbiai e mi rintanai nel mio cantuccio, come un ragno. Tu hai visto il mio canile. Posti del genere opprimono l’anima. Eppure stavo lì tutto il giorno. Pensare era la mia unica occupazione. Ora so che chi è forte di spirito domina il suo prossimo, che chi osa più di tutti, più di tutti ha ragione, chi è capace di sputare sulle cose grandi diventa il loro legislatore”.

Era in preda a un tetro entusiasmo.

Sonja capiva che quel cupo catechismo era diventata la sua fede e la sua legge.

Raskolnikov: “ allora capii che il potere spetta a chi osa chinarsi per raccoglierlo, C’è una cosa sola da fare: osare. Io ho voluto osare e ho ucciso”.

 

 

Cfr. la Medea di Euripide  prima di uccidere i figli:

“Ma che cosa mi succede? voglio espormi alla derisione

lasciando i miei nemici impuniti?

 Bisogna osare questo –tolmhtevon tavd  j- che debolezza però la mia (Euripide, Medea,  1050)

anche solo l’ammettere nell'anima parole tenere!

E capisco quale abominio sto per compiere,  1078

ma più forte dei miei proponimenti è la passione

 che è causa dei mali più grandi per i mortali. 1080

 

Sonja gli dice che si è allontanato da Dio che lo ha abbandonato al diavolo.

Raskolnikov: “non l’ho fatto per denaro, volevo solo sapere se ero capace di scavalcare l’ostacolo. Ora so che sono un pidocchio come tutti gli altri. Ho ucciso me stesso, non la vecchietta Cosa devo fare?”

A Sonja lampeggiarono gli occhi:

.mentr  “Vai subito fuori, fermati al crocicchio, inginocchiati e bacia la terra che hai insozzato e prosternati davanti a tutto il mondo in tutte e quattro le direzioni e di’ a tutti a voce alta: ho ucciso. Allora Dio ti restituirà la vita. Devi accettare la sofferenza e con essa riscattarti”

“Andare a costituirmi? Essi stessi uccidono gli uomini a milioni e lo considerano pure una virtù”

Sonja gli dà una croce sua, mentre  lei tiene quella che le ha dato Lizaveta: “andremo a soffrire insieme, porteremo insieme la croce!”

“Non ora Sonja, più tardi”.

 

 

 

Arriva Andrej a raccontare che Katerina è impazzita.

Rodion torna nel suo stambugio dove va a trovarlo la sorella che gli dà la propria totale disponibilità ad aiutarlo, fino alla abnegazione, al sacrificio di sé.

Il fratello le raccomanda Razumichin.

Andrej lo trova in giro verso il tramonto e gli dice che Katerina batte su una padella e costringe i bambini a ballare. Loro piangono. Si fermano ai crocicchi e gente stupida li segue. Sonja cercava di riportare la matrigna a casa ma la donnaodion era irremovibile. Arriva R e vede Katerina in pieno delirio : intanto si esibiscono lì, dice la pazza La, poi andranno sul Nèvkij Prospèkt dove c’è più gente dell’alta società e ci noteranno subito. Bisogna cantare in francese per fare capire che siamo nobili. Canta un paio di strofette in francese, quelle che intonano nelle case dell’aristocrazia per cullare i bambini, dice. Kolja deve tenere le manine sui fianchi, Lenja girare nel senso opposto mentre lei e Polina canteranno

Un funzionario le porse un biglietto verdastro da tre rubli. Poi si avvicina una guardia a dire che è proibito per la strada. I due bambini più piccoli stavano scappando. La madre inseguendoli cadde con un’emorragia dai polmoni. La portarono a casa di Sonja dove comparve anche Svidrigàjlov. La morente non vuole un prete: non mi lascio dietro peccati. Dio mi deve perdonare anche così. Lui sa quanto ho sofferto.

Disse: “ Basta è giunta l’ora Addio, mia poverina. L’hanno proprio conciata per le feste la vecchia rozza! E’ crepata!”

 

Svidrigaiolov dice a Raskolnikov che sistemerà i bambini in un buon orfanotrofio e aiuterà anche Sonja. Dice che lo fa per umanità e cita delle frasi dette da Rodion a Sonia. Le aveva sentite poiché abita al di là della parete e aveva origliato. Poi dice al ragazzo  che prova un grande interesse per lui.

 

Bologna 16 ottobre 2025 ore 19, 41 giovanni ghiselli

 

p. s.

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