martedì 28 ottobre 2025

Conferenza del 14 novembre nell’Hotel Alexander di Pesaro. Undicesima parte capitolo 9.


F. Marcucci Pinoli di Valfesina:   DIALOGHI TRA E CON LE PAROLE  

EDIZIONI GIUSEPPE LATERZA , Bari, 2022.

Il nono capitolo paragona le parole PARALOGISMO e SOFISMA

“La prima parola è un sostantivo che raffigura un ragionamento che deriva da una imperfezione insita nel procedimento logico e quindi erroneo, fallace. Mentre la seconda rappresenta proprio il SOFISMA, cioè l’errore nell’argomentazione che è intenzionale”.

 

Molto chiaro è l’esempio che posso trarre dalle Baccanti di Euripide su questa seconda parola.

Nel secondo episodio della tragedia, Penteo il re di Tebe che si oppone a Dioniso arrivato nella città dov’è nato per introdurvi dei baccanali corrotti secondo la supposizione malevola e maliziosa del sovrano, dice al dio suo cugino: “Tu devi pagare il fio dei tuoi  espedienti  malvagi ” divkhn se dou`nai dei` sofismavtwn kakw`n (v. 389) 389 Espedienti in greco è dunque sofísmata.

 

Dunque “SOFISMA esprime chiaramente la malafede” (p. 35)

Aristotele nella Poetica evidenzia  quattro  tipi di  riconoscimento nelle tragedie : il quarto  avviene ejk sullogismou'  (1455a, 4 ), attraverso un sillogismo ,  come nelle Coefore  di Eschilo, dove Elettra deduce che il fratello  Oreste è arrivato, con un ragionamento fatto dopo avere trovato sulla tomba del padre "un ricciolo tagliato" (oJrw' tomai'on tovnde bovstrucon tavfw/, Coefore,  v.168), una ciocca di capelli simili ai propri: qualcuno che mi assomiglia è stato qui, ma solo  Oreste mi somiglia, dunque quello era Oreste. Quindi Elettra trova un secondo  indizio: tracce di piedi simili alle sue:” kai; mh;n stivboi ge, deuvteron tekmhvrion,-podw'n, oJmoi'oi, toi'~ t j ejmoi'sin( Coefore, vv.205-206).

 Non è il  riconoscimento  ottimo questo, bensì quello  che deriva dagli stessi fatti (pasw'n de; beltivsth ajnagnwvrisi~ hJ ejx aujtw'n tw'n pragmavtwn1455a, 16), come nell’Edipo re di Sofocle e nell’Ifigenia in Tauride poiché  era verosimile voler mandare una lettera da parte della giovane lontana dalla patria e dalla famiglia (eijko;~ ga;r bouvlesqai ejpiqei'nai gravmmata, 1455a, 19 ).

Questo riconoscimento delle Coefore  che secondo Aristotele deriva  da un sillogismo,  viene invece  criticato  duramente quale paralogismós da Euripide nella tragedia Elettra [1] dove la stessa figlia di Agamennone polemizza con il  presunto sillogismo di Eschilo riproposto dal vecchio che l’ha allevata, in quanto, dice, i capelli di Oreste non possono essere simili ai miei, siccome egli è un uomo cresciuto nelle palestre; io invece sono una donna che usa il pettine; del resto molti hanno riccioli simili senza essere parenti ( Elettra , vv.527-531).

 

Ma torniamo al Nostro autore che ricorda la sua esperienza di avvocato penalista, una professione esercitata per 14 anni durante i quali ha visto imputati che si proclamavano non colpevoli in buona fede, ossia consci della propria innocenza, e altri che si professavano innocenti pur sapendo di non esserlo.

Questa è la conclusione: “Ebbene, ora lascio a Voi decidere e dire quale dei due sia nel campo del PARALOGISMO e quale invece del SOFISMA. (Coraggio!)”

Dovreste andare sul sicuro, cari lettori, dopo avere sentito tali maestri. “Sì ch’ io fui quarto tra cotanto senno”. Quarto dopo  Euripide, Aristotele e l’amico Nani l’ autore di questo bel libro che mi ha offerto lo spunto per rinverdire o miei classici

 

Bologna 28 ottobre 2025 ore 9, 22 giovanni ghiselli

 

p. s.

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[1] Composta in una anno tra il 416 e il 413.


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