domenica 26 ottobre 2025

Conferenza del 14 novembre a Pesaro. Quarta parte.


 

Dialoghi tra e con le parole di Alessandro –Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina.  EDIZIONI GIUSEPPE LATERZA , Bari, 2022.

Aggiungo Leopardi, Erodoto e Cazzullo.

 

Capitolo 35 INFORMAZIONE MANIPOLAZIONE.

 Sono contrapposti  questi due personaggi. Fanno venire in mente i dialoghi del “beffardo Luciano” che Leopardi menziona come modello delle sue Operette morali.

“Così a scuotere la mia povera patria, e secolo, io mi troverò avere impiegato le armi dell’affetto e dell’entusiasmo e dell’eloquenza e dell’immaginazione nella lirica, e in quelle prose letterarie ch’io potrò scrivere, le armi della ragione, della logica, della filosofia, ne’ Trattati filosofici ch’io dispongo; e le armi del ridicolo ne’ dialoghi e novelle Lucianee ch’io vo preparando” (Zibaldone, 1394)-

Il tono del Nostro non è quello del censore che castiga i costumi accigliato; piuttosto castigat ridendo mores.

Vediamo dunque il dialogo con il contrasto tra INFORMAZIONE e MANIPOLAZIONE.

Mi interessa molto perché uno dei compiti giornalieri che mi sobbarco è seguire le notizie per commentarle secondo le  reazioni che suscitano nel mio abito critico.

Lo sguardo di Pinoli-“Nani per gli amici”- come si legge nella quarta di copertina è più olimpico e sereno. I suoi dialoganti possono anche litigare urlando  con furia  ma il loro esegeta  conclude con nobile semplicità e quieta grandezza.

I due personaggi di questo dialogo dunque “stavano litigando e…litigando alla brutta!” tanto che “Si sentiva urlare a squarciagola!” (p. 117)

L’INFORMAZIONE accusa la MANIPOLAZIONE di screditarla presso la gente mettendo in dubbio la  sua obiettiva veridicità  e togliendole credibilità.

La MANIPOLAZIONE risponde che non c’è niente di obiettivo.

Afferma dunque il relativismo di ogni credenza e costume.

E’ possibile far risalire a Erodoto tale critica rivolta contro ogni ortodossia di pensieri e di usi. Ciascuno pensa e vive secondo la propria soggettività.

Questo è vero solo in parte secondo me. Di fatto molti seguono le orme del gregge.

 

Cito comunque il passo di Erodoto relativo alla relatività dei costumi

Nel terzo libro troviamo un episodio che afferma il valore della tolleranza. Lo riferisco subito poiché mi sembra uno dei più alti insegnamenti della storiografia antica. Il re Dario dunque aveva domandato a dei Greci se sarebbero stati disposti a cibarsi dei loro padri morti, ed essi risposero che non l'avrebbero fatto per niente al mondo. Quindi il re dei Persiani chiese agli Indiani chiamati Callati" oi{ tou;" goneva" katesqivousi"( III, 38, 4) che mangiano i genitori, a quale prezzo avrebbero accettato di bruciarli nel fuoco, e quelli, gridando forte, lo invitavano a non dire tali empietà.  Così, conclude Erodoto, queste usanze sono diventate tradizionali, e a me sembra che  Pindaro abbia fatto affermando che la  consuetudine è regina di tutte le cose ("novmon pavntwn basileva fhvsa" ei\nai").

 

Ma queste duellanti discutono sofisticamente per prevalere più che per affermare la verità. 

L’INFORMAZIONE replica affermando che si attiene ai fatti e che riferisce solo questi.

La MANIPOLAZIONE ribatte che la scelta dei fatti presentati da chi informa è comunque un giudizio significativo di una preferenza trasmessa a chi viene informato non certo in maniera obiettiva e dunque manipolato.

Aggiungo che l’informazione manipola non solo scegliendo i fatti ma presentando anche una gerarchia  dell’importanza di questi. Quelli che devono essere considerati prevalenti hanno una collocazione  e un tempo che significa la loro supremazia.

L’IMFORMAZIONE si infuria e reagisce rivendicando la propria buona fede anche quando si sbaglia, mentre rinfaccia alla sua rivale di questo torneo oratorio “l’uso di ‘macchinazioni’, imbrogli veri e propri (...) al fine di manovrare secondo i tuoi fini e interessi gli orientamenti politici, morali, ecc. dei lettori e ascoltatori; come tutte le persone più colte e preparate ben sanno”.

In effetti la cultura è un buon farmaco contro la volontà manipolatoria di queste due contendenti.

La MANIPOLAZIONE replica rinfacciando alla controparte l’accusa di fare un gioco sporco e pure subdolo in quanto nasconde le verità capitali assolutamente rivelatrici, epifaniche, apocalittiche, pure se rivela alcune briciole poco significative del Vero.

Verità in greco è ajlhvqeia, non latenza mentre l’INFORMAZIONE   omette e  nasconde quanto non le conviene rendere palese.

L’ INFORMAZIONE  alza la voce e grida che il sistema della MANIPOLAZIONE è costantemente volto a deformare i fatti per cambiare il pensiero e il comportamento degli altri “usando schemi e metodi davvero subdoli e ingannevoli, che possono anche sfociare perfino nell’abuso psicologico (…) c’è sempre il tuo zampino, cioè una MANIPOLAZIONE dei fatti realmente accaduti e delle verità nascoste, sottaciute o realmente travisate” (p. 118) .

L’ultima parola è giustamente quella dell’autore, sereno e olimpico come ho già scritto. Non vuole entrare in questa rissa plebea che non si addice alla sua educazione e al suo rango.

Sentiamolo

“Beh, io direi di lasciarle litigare e di affidare il giudizio ai lettori o ascoltatori preparati, alla loro Cultura, e alla speranza o consiglio che si affidino a più fonti possibili, scegliendo le più serie e attendibili e soprattutto all’Onestà intellettuale dei Divulgatori, Opinionisti, Giornalisti, Cronisti e,  perchè no, degli Storici, che però a mio avviso…dovrebbero intervenire solo “a bocce ferme”, quando gli interessati direttamente o indirettamente non ci sono più” (p. 119) .

Sulle fonti che a parer mio sono sempre da consultare, talora addirittura da venerare come la sacra Kastalìa del Parnaso, voglio fare una piccola aggiunta. Queste sono spesso ignorate o trascurate o falsificate tanto dalla manipolazione quanto dall’informazione. Faccio un esempio già utilizzato in un mio post di due o tre giorni fa.

Da qualche tempo il divulgatore principe è Cazzullo. Mercoledì scorso ha presentato Cleopatra risalendo ai faraoni piuttosto che alla Macedonia originaria della stirpe tolemaica. Fin qui può stare in quanto Cleopatra, se da una parte discendeva da Tolomeo compagno d’armi di Alessandro Magno, dall’altra fu l’ultima regina d’Egitto. E’ stato invece un errore nominare tra le fonti del citato dramma di Shakespeare Antonio e Cleopatra non precisati testi latini, mentre quel barbaro non privo d’ingegno  si è avvalso di una traduzione della Vita di Antonio di Plutarco, greco e sacerdote delfico. Se

Quando divulgava la Bibbia e il massacro dei Palestinesi non suscitava ancora lo sdegno generale e ufficiale, il buon Cazzullo diceva che i Palestinesi corrispondevano ai Filistei, perfidi giustamente puniti da Sansone,  e presentava il genocidio di Gerico, città votata allo sterminio di uomini donne bambini e animali dal dio biblico come un legittimo e religioso atto di guerra. Allora anche il genocidio di Gaza secondo molti commentatori era solo un atto di guerra. Anzi su chi parlava di genocidio cadeva l’anatema. In fondo gli inermi uccisi o lasciati morire non erano ancora nemmeno trentamila.  Dopo i cinquantamila morti il vento della manipolazione è cambiato e questo “maestro del pensiero” si  è adattato. Devo riconoscere del resto che Cazzullo non è tra i peggiori e non è  del tutto inascoltabile come tanti altri.

Bologna  26 ottobre 2025 ore 10, 42 giovanni ghiselli

p. s.

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