Non bisogna mangiare troppo. La valetudo non magno tibi constabit, si volueris bene valere (2), non ti costerà molto se avrai voluto stare bene.
Non c’è bisogno della palestra: stulta enim, mi Lucili, et minime conveniens litterato viro occupatio exercendi lacertos et dilatandi cervicem ac latera firmandi; cum tibi tori creverint nec vires umquam opimi bovis nec pondus aequabis, stolto è infatti e non si addice all’uomo di cultura l’occupazione consistente nell’esercitare i muscoli e dilatare il collo e irrobustire i fianchi, una volta che i muscoli siano sviluppati non ugiaglierai mai le forze né il peso di un bue ben pasciuto.
Inoltre il corpo appesantito infiacchisce l’anima: copia ciborum subtilitas impeditur (3) l’acutezza è impedita dall’abbondanza del cibo.
Dunque mangiare solo il necessario, poi exercitationes faciles et breves, quae corpus et sine mora lassent, che stancano presto il corpo et tempori parcant e non fanno perdere tempo, cursus, et cum aliquo pondere manus motae et saltus vel ille qui corpus in altum levat vel ille qui in longum mittit, vel ille, ut ita dicam, saliaris aut, ut contumeliosus dicam, fullonius (4), le corse e le mani in movimento con qualche peso, e il salto o wuello in alto o quello in lungo, o quello , per così dire dei Salii (una specie di danza piriica di questi sacerdoti assegnati dal re Numa al servizio di Marte) o per dirlo in maniera irriguardosa dei lavandai,
Quidquid facies, cito redi a corpore ad animum; illum noctibus ac diebus exerce (5) qualunque cosa farai, torna presto dal corpo allo spirito, esercitalo notte e giorno.
Orazio nell’Ars poetica prescrive: “vos exemplaria Graeca/nocturna versate manu, versate diurna” (vv. 268-269), voi leggete e rileggete i modelli greci, di notte e di giorno
Neque ego te iubeo semper imminere libro aut pugillaribus (tavolette): dandum est aliquod intervallum animo, ita tamen non ut resolvatur, sed remittatur ( 6), però non ti prescrivo di stare sempre curvo sui librin o sulle tavolette: si deve concedere dell’intervallo allo spirito, in modo però che non si infiacchisca ma si distragga.
Lo prescriverà anche Quintiliano "Danda est tamen omnibus aliqua remissio"[1] è comunque necessario concedere qualche intervallo a tutti.
Stulta vita ingrata est, trepida; tota in futurum fertur” ( 9), la vita degli stolti è poco piacevole, piena di timore; è tutta volta verso il futuro,
Si vis gratus esse adversus deos et adversus vitam tuam, cogita quam multos antecesseris. Quid tibi cum ceteris? Te ipse antecessisti (10), se vuoi essere grato agli dèi e alla tua vita, pensa ha quanti hai superato. Che cosa hai a che fare con gli altri? Hai superato te stesso te stesso.
Ecce hic dies ultimus est; ut non sit, prope ab ultimo est ( 11) Ecco
qui l’ultimo giorno; posto che non sia, gli è molto vicino
Bologna 14 0ttobre 2025 ore 11, 24 giovanni ghiselli
p. s.
Ottimo consiglio, di grande aiuto nei momenti difficili. Ricordare le tante gare vinte ginniche, intellettuali, amorose, morali. Queste non te le toglie nessuno.
Quando Giuliano, proclamato Augusto dai soldati nel 361 d. C. , si prepara ad attaccare Costanzo e parla al suo esercito dice: quid agi oporteat bonis successibus instruendi (erimus)- Ammiano Marcellino, XXI, 5, 6). E’ una regola aurea.
Ricordo uno scambio di posti in collegio dell’Irnerio di Bologna con uno studentato di Praga nella primavera del 1968. Durante il viaggio in aereo cercavo di abbronzarmi prendendo il sole attraverso il vetro rotondo illuminato dal sole. Non ero ancora sicuro di piacere. Altri studenti mi sembravano meno insicuri di me. Ma come fummo in aeroporto una signora anziana mi disse che ero “carinamente abbronzato” Quindi passai quelle notti della primavera di Praga con una studentessa diciottenne deliziosa: la prima delle Elene mie. Un nome sacro. Nessuno dei compagni di collegio e di viaggio, nemmeno quelli che mi erano sembrati più belli e più sicuri di me, ebbero in quei giorni tale grazia del cielo. Questo episodio mi aiutò a rinsavire.
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