mercoledì 15 ottobre 2025

Lucrezio De rerum natura I libro vv. 422-439. Con un excursus sulla natura che è tutta imparentata con sé stessa.


 

 

Il buon senso indica che il corpo ha un’esistenza sua

e se il crederlo stabile fin dal primo momento verrà invalidato,

non vi sarà sulle cose occulte dove riferirci

per potere affermare qualcosa con ragionamento della mente. 425

Se  poi non ci fosse il luogo e lo spazio che chiamiamo

vuoto, da nessuna parte i corpi potrebbero essere disposti

né andare affatto da qualche parte in direzioni diverse,

quello che ti abbiamo già dimostrato sopra poco fa.

In conclusione non c’è niente che tu possa dire separato 430

dalla materia nel suo insieme e distinto dal vuoto,

nulla che possa venire scoperto e annoverato come terza natura.

 

Excursus

Tutta la natura è imparentata con sé stessa. Tutto scorre e interferisce insieme.

Platone nel Menesseno  (238a) dice-non è la terra a imitare la donna, ma la donna a imitare la terra-". Del resto non bisogna dimenticare che, se nel Menesseno Platone scrive (precisamente) :"ouj ga;r gh' gunai'ka memivmhtai kuhvsei kai; gennhvsei(nella gravidanza e nel parto), ajlla; gunh; gh'n", nel Menone , 81d, il filosofo ateniese afferma che tutta la natura è imparentata con se stessa(th'" fuvsew" aJpavsh" suggenou'" ou[sh"), e, dunque, anche l'uomo è stretto parente della grande madre.

 

 

Cfr. anche il dionisiaco come lo intende Nietzsche e come lo rappresenta Schiller

Quindi vediamo l'inno Alla gioia

E’ originariamente un componimento giovanile di Friedrich Schiller (1759-1805). Con questa ode Schiller intendeva esprimere la sua visione idealistica sullo sviluppo di un legame di fratellanza fra le persone: « L'uomo è per ogni uomo un fratello! Che tutti gli esseri si abbraccino! Un bacio al mondo intero! ».

Beethoven condivise questa visione e scelse di musicare la poesia di Schiller nel movimento finale della sua Nona Sinfonia, che compose nel 1823. Il risultato fu la famosa melodia dell''Inno alla gioia'.

 

 

An die Freude

Freude, schöner Götterfunken,
Tochter aus Elysium,
Wir betreten feuertrunken ,
Himmlische, dein Heiligtum.
Deine Zauber binden wieder,
Was die Mode streng geteilt
Alle Menschen werden Brüder,
Wo dein sanfter Flügel weilt.
Wem der grosse Wurf gelungen,
Eines Freundes Freund zu sein,
Wer ein holdes Weib errungen,
Mische seinen Jubel ein!
Ja, - wer auch nur eine Seele
Sein nennt auf dem Erdenrund!
Und wer's nie gekonnt, der stehle
Weinend sich aus diesem Bund!
Freude trinken alle Wesen
An den Brüsten der Natur;
Alle Guten, alle Bösen
Golgen ihrer Rosenspur!
Küsse gab sie uns und Reben
Einen Freund, geprüft im Tod!
Wollust ward dem Wurm gegeben,
Und der Cherub steht vor Gott!
wie Froh, seine Sonnen fliegen
Durch des Himmels prächt'gen Plan,
Laufet, brüder, eure Bahn,
Freudig, wie ein Held zum Siegen.
Seid umschlungen, Millionen!
Diesen Kuss der ganzen Welt!
Brüder, über'm Sternezelt
Muss ein lieber Vater wohnen
Ihr stürzt nieder, Millionen?
Ahnest du den Schöpfer, Welt?
Such' ihn über'm Sternenzelt!
Über Sternen muss er wohnen!

 

Alla gioia

Gioia, bella scintilla divina,
figlia degli Elisei,
noi entriamo ebbri e frementi,
celeste, nel tuo tempio.
La tua magia ricongiunge
ciò che la moda ha rigidamente diviso,
tutti gli uomini diventano fratelli,
dove la tua ala soave freme.

L'uomo a cui la sorte benevola,
concesse di essere amico di un amico,
chi ha ottenuto una donna leggiadra,
unisca il suo giubilo al nostro!
Sì, - chi anche una sola anima
possa dir sua nel mondo!
Chi invece non c'è riuscito, lasci
piangente e furtivo questa compagnia!
Gioia bevono tutti i viventi
dai seni della natura;

tutti i buoni, tutti i malvagi
seguono la sua traccia di rose!
Baci ci ha dato e uva ,
un amico, provato fino alla morte!
La voluttà fu concessa al verme,
e il cherubino sta davanti a Dio!
Lieti, come i suoi astri volano
attraverso la volta splendida del cielo,
percorrete, fratelli, la vostra strada,
gioiosi, come un eroe verso la vittoria.
Abbracciatevi, moltitudini!
Questo bacio (vada) al mondo intero
Fratelli, sopra il cielo stellato
deve abitare un padre affettuoso.
Vi inginocchiate, moltitudini?
Intuisci il tuo creatore, mondo?
Cercalo sopra il cielo stellato!
Sopra le stelle deve abitare!

 

 

 

Dostoevskij nei Fratelli Karamazov, scrive: "il mondo è come l'Oceano: tutto scorre e interferisce insieme, in modo che, se tu tocchi un punto, il tuo contatto si ripercuote magari all'altro capo della terra. E sia pure una follia chiedere perdono agli uccelli, ma per gli uccelli , per i bambini, per ogni essere creato, se tu fossi, anche soltanto un poco, più leale di quanto non sei ora, la vita sarebbe certo migliore"(p.402).

Fine excursus

 

 Ma torniamo a Lucrezio e concludiamo per oggi

 Infatti qualunque cosa sarà, dovrà essere qualcosa esso stesso;

e se ci sarà un toccare sebbene leggero e breve,

con un aumento grande o piccolo infine, purché ci sia, 435

accrescerà il numero dei corpi ed entrerà nella somma.

Se invece sarà intangibile, poiché da nessuna parte

Può impedire a un corpo che procede di attraversarlo,

evidentemente ciò sarà quello che chiamiamo vuoto sgombro.  

 

Bologna 15 ottobre 2025 ore 11 giovanni ghiselli

p. s.

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