venerdì 17 ottobre 2025

F. Marcucci Pinoli di Valfesina: DIALOGHI TRA E CON LE PAROLE –EDIZIONI GIUSEPPE LATERZA , Bari, 2022. Capitolo 9.


Il nono capitolo paragona le parole PARALOGISMO e SOFISMA

“La prima parola è un sostantivo che raffigura un ragionamento che deriva da una imperfezione insita nel procedimento logico e quindi erroneo, fallace. Mentre la seconda rappresenta proprio il SOFISMA, cioè l’errore nell’argomentazione che è intenzionale”.

 

Molto chiaro è l’esempio che posso trarre dalle Baccanti di Euripide su questa seconda parola.

Nel secondo episodio della tragedia, Penteo il re di Tebe che si oppone a Dioniso arrivato nella città dov’è nato per introdurvi dei baccanali corrotti secondo la supposizione malevola e maliziosa del sovrano, dice dio suo cugino: “Tu devi pagare il fio dei tuoi  espedienti  malvagi ” Espedienti in greco è sofísmata.

 

Dunque “SOFISMA esprime chiaramente la malafede” (p. 35)

Aristotele nella Poetica evidenzia  quattro  tipi di  riconoscimento nelle tragedie : il quarto  avviene ejk sullogismou'  (1455a, 4 ), attraverso un sillogismo ,  come nelle Coefore  di Eschilo, dove Elettra deduce che il fratello  Oreste è arrivato, con un ragionamento fatto dopo avere trovato sulla tomba del padre "un ricciolo tagliato" (oJrw' tomai'on tovnde bovstrucon tavfw/, Coefore,  v.168), una ciocca di capelli simili ai propri: qualcuno che mi assomiglia è stato qui, ma solo  Oreste mi somiglia, dunque quello era Oreste. Quindi Elettra trova un secondo  indizio: tracce di piedi simili alle sue:” kai; mh;n stivboi ge, deuvteron tekmhvrion,-podw'n, oJmoi'oi, toi'~ t j ejmoi'sin( Coefore, vv.205-206).

 Non è il  riconoscimento  ottimo, ma quello  che deriva dagli stessi fatti (pasw'n de; beltivsth ajnagnwvrisi~ hJ ejx aujtw'n tw'n pragmavtwn1455a, 16), come nell’Edipo rei di Sofocle e nell’Ifigenia in Tauride poiché  era verosimile voler mandare una lettera da parte della giovane lontana dalla patria e dalla famiglia (eijko;~ ga;r bouvlesqai ejpiqei'nai gravmmata, 1455a, 19 ).

Questo riconoscimento delle Coefore  comunque noni fatti bensì da un sillogismo, mentre viene  criticato  duramente quale paralogismós da Euripide nella tragedia Elettra [1] dove la stessa figlia di Agamennone polemizza con il  presunto sillogismo di Eschilo riproposto dal vecchio che l’ha allevata, in quanto, dice, i capelli di Oreste non possono essere simili ai miei, siccome egli è un uomo cresciuto nelle palestre; io invece sono una donna che usa il pettine; del resto molti hanno riccioli simili senza essere parenti ( Elettra , vv.527-531).

 

Ma torniamo al Nostro autore che ricorda la sua esperienza di avvocato penalista, una professione esercitata per 14 anni durante i quali ha visto imputati che si proclamavano non colpevoli in buona fede, ossia consci della propria innocenza, e altri che si professavano innocenti pur sapendo di non esserlo.

Questa è la conclusione: “Ebbene, ora lascio a Voi decidere e dire quale dei due sia nel campo del PARALOGISMO e quale invece del SOFISMA. (Coraggio!)”

Dovreste andare sul sicuro, cari lettori, dopo avere sentito tali maestri. “Sì ch’ io fui quarto tra cotanto senno”

 

Bologna 17 ottobre 2025 ore 17, 52 giovanni ghiselli

p. s.

 

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[1] Composta in una anno tra il 416 e il 413.


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