martedì 21 ottobre 2025

Lucrezio De rerum natura I, 459-468 traduzione e commento.

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Ugualmente il tempo non esiste di per sé, ma dalle cose stesse

 Consegue la percezione –sensus-di ciò che è passato nella durata -in aevo-

poi di quello che incombe e seguirà nel futuro.

 

-Aevum può essere la durata della vita o anche l’eternità come  

oJ aijwvn greco etimologicamente imparentato. Quello che i sensi possono percepire è il cambiamento delle persone e delle cose nella durata della vita. Epicuro definisce il tempo suvmptwma sumptwmavtwn, evento degli eventi. Il sensus del futuro non è ancora una percezione ma una congettura tratta dalla percezione di segni già avvertibili nel presente del decadimento o accrescimento futuro. Il tempo produce dei cambiamenti dunque.-

 

 

Né si deve ammettere che alcuno percepisca il tempo

separato dal movimento delle cose e dalla quiete tranquilla.

 

-La percezione del tempo cambia secondo  quello che vediamo e pure  da come lo interpretiamo secondo lo stato d’animo.

 

Infine quando dicono che la Tindaride è stata rapita

 

-Notare che Elena figlia di Zeus è chiamata figlia di Tindaro siccome gli dèi non si mischiano con i mortali

 

e che le genti troiane sono state soggiogate, dobbiamo badare

che questi racconti per caso non ci costringano ad ammettere

di esserci ancora / 

dal momento che quelle generazioni di uomini dei quali questi furono gli accidenti/

le ha portate via l’irrevocabile era passata 468.

 

Commento

Attraverso la "naturae species ratioque "(II, 61) la visione razionale della natura Lucrezio cerca di fare piazza pulita dei tanti miti precedenti la rivoluzione epicurea,  delle troppe favole mentite per sottomettere gli sprovveduti non abbastanza protetti dalla ragione.

 

Farrington in Scienza e politica nel mondo antico (trad. italiana Feltrinelli, 1976)  nel capitolo XIII sostiene che Lucrezio scrive contro l'oligarchia  impegnata a rafforzare  la religione di Stato. Cicerone proponeva un uso strumentale dei culti di Stato da parte del potere. Tutto lo stoicismo era stato riformato in questo senso da Panezio e Polibio: bisogna ingannare il popolo in fatto di religione.  Lucrezio vuole combattere il terrore di stato.

Cicerone nelle Leggi  sostiene che l'autorità degli auguri è di importanza vitale:"quid religiosius? ". Gli auguri infatti possono abolire le leggi e le riforme ingiuste, come quelle che insidiano la proprietà.

Però leggiamo dunque qualche parola de De legibus di Cicerone poiché Ferrington è piuttosto generico e vago nelle citazioni.

Ne  prendo un paio dal De legibus   (46 a. C  ) di Cicerone  Maximum autem et praestantissimum in re publica ius est augurum cum auctoritate coniunctum (II, 31), grandissimo e importantissimo è nello Stato il diritto degli auguri congiunto con l’autorità. Questo dunque per il portavoce degli Ottimati non è in eventum come sarebbe per Lucrezio.

Quid magnificentius quam posse decernere ut magistratu se abdicent consules? Quale prestigio maggiore di poter decidere che i consoli debbano abdicare?

Quid religiosius quam cun populo, cum plebe agendi ius aut dare aut non dare?, che cosa c’è di più solenne che concedere o rifiutare il diritto di trattare con il popolo, con la plebe?

Augusto tendeva a restaurare i culti che Lucrezio chiama vulnera vitae-non minimam parte mortis formidine aluntur (De rerum natura, III, 63-64)  ferite che sono in gran parte alimentate e tenute in vita con il terrore della morte. Dante lo farà con maggiore efficacia.

L'Eneide esclude una visione razionale della storia. Livio usa la storiografia come celebrazione nazionale.

Lucrezio invece diffonde la tradizione scientifica dei Greci con la filosofia della natura.

Le parole di Cicerone che plaude alla possibilità di annullare le elezioni mi fanno pensare alle recenti votazioni annullate in quanto sgradite. I pretesti si trovano sempre. Qui in Italia non è successo. Piuttosto sono stati annullati politicamente, e non solo, alcuni politici che, eletti e saliti al potere, non hanno obbedito ai potentati più forti del voto popolare. Penso in particolare a Moro, nobile e antico, e pure a Craxi.

 

Bologna 21 ottobre 2025 ore 18, 28 giovanni ghiselli

p. s.

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