.
Ugualmente
il tempo non esiste di per sé, ma dalle cose stesse
Consegue la percezione –sensus-di ciò che è passato nella durata -in aevo-
poi
di quello che incombe e seguirà nel futuro.
-Aevum può essere la durata
della vita o anche l’eternità come
oJ
aijwvn greco
etimologicamente imparentato. Quello che i sensi possono percepire è il
cambiamento delle persone e delle cose nella durata della vita. Epicuro
definisce il tempo suvmptwma
sumptwmavtwn,
evento degli eventi. Il sensus del
futuro non è ancora una percezione ma una congettura tratta dalla percezione di
segni già avvertibili nel presente del decadimento o accrescimento futuro. Il
tempo produce dei cambiamenti dunque.-
Né
si deve ammettere che alcuno percepisca il tempo
separato
dal movimento delle cose e dalla quiete tranquilla.
-La percezione del tempo
cambia secondo quello che vediamo e pure
da come lo interpretiamo secondo lo
stato d’animo.
Infine
quando dicono che
-Notare
che Elena figlia di Zeus è chiamata figlia di Tindaro siccome gli dèi non si mischiano
con i mortali
e
che le genti troiane sono state soggiogate, dobbiamo badare
che
questi racconti per caso non ci costringano ad ammettere
di
esserci ancora /
dal
momento che quelle generazioni di uomini dei quali questi furono gli accidenti/
le
ha portate via l’irrevocabile era passata 468.
Commento
Attraverso
la "naturae species ratioque "(II, 61) la visione razionale della
natura Lucrezio
cerca di fare piazza pulita dei tanti miti precedenti la rivoluzione epicurea, delle troppe favole mentite per sottomettere
gli sprovveduti non abbastanza protetti dalla ragione.
Farrington in Scienza
e politica nel mondo antico (trad.
italiana Feltrinelli, 1976) nel capitolo
XIII sostiene che Lucrezio scrive contro l'oligarchia impegnata a rafforzare la religione di Stato. Cicerone proponeva un
uso strumentale dei culti di Stato da parte del potere. Tutto lo stoicismo era
stato riformato in questo senso da Panezio e Polibio: bisogna ingannare il
popolo in fatto di religione. Lucrezio
vuole combattere il terrore di stato.
Cicerone nelle Leggi
sostiene che l'autorità degli auguri è di importanza vitale:"quid religiosius? ". Gli auguri
infatti possono abolire le leggi e le riforme ingiuste, come quelle che
insidiano la proprietà.
Però leggiamo dunque qualche
parola de De legibus di Cicerone
poiché Ferrington è piuttosto generico e vago nelle citazioni.
Ne prendo un paio dal De legibus (
Quid magnificentius quam posse decernere ut magistratu
se abdicent consules? Quale prestigio
maggiore di poter decidere che i consoli debbano abdicare?
Quid religiosius quam cun populo, cum plebe agendi ius
aut dare aut non dare?, che cosa c’è
di più solenne che concedere o rifiutare il diritto di trattare con il popolo,
con la plebe?
Augusto tendeva a restaurare i
culti che Lucrezio chiama vulnera vitae-non
minimam parte mortis formidine aluntur (De
rerum natura, III, 63-64) ferite che
sono in gran parte alimentate e tenute in vita con il terrore della morte.
Dante lo farà con maggiore efficacia.
L'Eneide esclude una visione razionale della storia. Livio usa la
storiografia come celebrazione nazionale.
Lucrezio invece diffonde la
tradizione scientifica dei Greci con la filosofia della natura.
Le parole di Cicerone che
plaude alla possibilità di annullare le elezioni mi fanno pensare alle recenti
votazioni annullate in quanto sgradite. I pretesti si trovano sempre. Qui in
Italia non è successo. Piuttosto sono stati annullati politicamente, e non solo,
alcuni politici che, eletti e saliti al potere, non hanno obbedito ai potentati
più forti del voto popolare. Penso in particolare a Moro, nobile e antico, e
pure a Craxi.
Bologna 21 ottobre 2025 ore
18, 28 giovanni ghiselli
p. s.
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