venerdì 31 ottobre 2025

Dostoevskij Memorie del sotto suolo. undecima parte.


 

L’uomo del sottosuolo torna a casa sua calpestando la neve fradicia che cadeva a falde.  Fece un sonno di piombo e la mattina svegliatosi restò persino stupito della propria sentimentalità con Lisa. Questi commedianti si spaventano quando sfugge loro un attimo di sincerità.

Gli spaventi e le compassioni gli sembravano “accessi di nervi da donnetta isterica” (133)

“E poi perché le ho dato il mio indirizzo? E se viene? Del resto favorisca, venga pure; che mi fa?”

Quindi gli venne in mente che doveva salvare la sue reputazione con Zverkov e Simonov. A questo doveva del denaro. Lo chiese in prestito al capoufficio. Mentre firma  la ricevuta  si vanta della  “bella” serata precedente passata in “lieta” brigata”. Quindi scrive a Simonov chiedendo scusa per il comportamento della sera prima. Scuse da estendere a Zverkov. Il nostro è davvero un verme. Era contento della “leggerezza di tono” assunta dalla sua penna. “Confessare i passati errori non disonora il bravo” . Sente di essere “un uomo evoluto colto e cosciente del nostro tempo”. Un’ennesima posa. La sera esce e passeggia.

Al calar della sera e con l’infittirsi delle tenebre le sensazioni e i pensieri mutavano. Determinismo causato dal buio. Incrociava visi di mercanti, arugiani, preoccupati fino a diventare feroci mentre andavano a casa. Probabilmente verso una situazione tragica. Lui stesso soffriva di rigurgiti della coscienza.

“Mi tormentava di continuo il pensiero che sarebbe venuta Lisa”. Gli dispiaceva che vedesse in quali condizioni viveva “Ieri sera ho fatto con lei l’eroe. In casa la miseria è totale. La mia veste da camera un vero straccio. Il servo di casa, Apollon è un animale che tratta il padrone con disprezzo  Dovrò di nuovo mettermi  quella maschera disonesta, menzognera!” 136.

 E’ difficile dissimulare la miseria. E’ molto più facile simularla quando questa in certi ambienti anomali può farti attribuire del credito.

Poi la sua mente fa una svolta e cerca di rivalutare la sera  precedente: “Volevo appunto risvegliare in lei nobili affetti”. Lisa gli torna in mente  in vari modi e non lo lascia in pace. Ricorda “quando nella stanza avevo acceso il fiammifero e veduto il suo viso pallido e distorto,  e il suo sguardo da martire. E che penoso, che disumano torto sorriso aveva sulle labbra in quel momento! Ma non sapevo ancora che anche dopo quindici anni mi sarei figurata Lisa  proprio con quel penoso, torto, inutile sorriso che aveva avuto allora sulle labbra” 137

Un’immagine spettrale, comunque epifanica, rivelatrice della tragedia di questa povera, miseranda ragazza e dell’anima tenebrosa e malata di questo uomo del sottosuolo.

Bologna 31 ottobre 2025 ore 12, 06 giovanni ghiselli

 

p. s.

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