Alessandro-F. Marcucci Pinoli
di Valfesina: DIALOGHI TRA E CON LE PAROLE –EDIZIONI
GIUSEPPE LATERZA , Bari,
2022. Capitolo 27
Il capitolo 27 è intitolato FILAUTIA. Questa è una parola greca filautiva che significa “amore di se stesso”, “amor proprio”.
Ma partiamo dalla prima parte
(p. 95)
“Di solito d un certo punto
di quasi tutte le liti si finisce per offendere o cercare di offendere”
Le offese più comuni
consistono in insulti quali “stupido, cretino, imbecille, ecc”.
“Ma tra persone un po’
erudite o più sofisticate, che dir di voglia, si ricercano vocaboli più
offensivi, soprattutto se indirizzati a persone di un certo ‘peso’!”
L’autore fa l’esempio di
termini cone “VANITOSO”, ‘vanesio’ , presuntuoso, borioso o addirittura
vanaglorioso, tronfio!!! Ma anche egoista o ‘NARCISO’! Si arriva persino a
SUPERBO”.
“Vanitoso che proviene da
vano, vuoto” è dunque da associare alla vanitas
che è la condizione di carenza di sostanza e deriva da vanus “vuoto, inconsistente” appunto.
“ ‘ NARCISO’ rimanda al ‘narcisismo’ che
potrebbe anche essere un disturbo della personalità che può portare a
magnificare le proprie capacità”.
Spesso questo difetto di
educazione e di stile attira il disprezzo sul narcisista.
Nelle Metamorfosi di Ovidio, Narciso vedendo la propria immagine specchiata
nell’acqua dice uror amore mei (III,
464) , brucio di amore di me stesso, sic adtenuatus amore/liquitur (489- 490)
e così indebolito dall’amore si strugge e la morte chiuse gli occhi che
ammiravano tanta bellezza.
“Tum quoque se, postquam est inferna sede receptus,/in Stygia spectabat
aqua” (504- 505) anche dopo che fu ricevuto nella negli Inferi, fissava sé stesso nell’acqua
dello Stige.
Il narcisista nelle conversazioni
si rende odioso perché parla sempre di sé, non ascolta nessuno e non pone mai
domande.
Torniamo al Nostro
“ Mentre il VANESIO ci
ricorda uno che fa di se stesso il centro esclusivo e preminente del proprio
interesse”. Magari non rivolto soltanto
all’immagine corporea come nel caso di Narciso raccontato da Ovidio.
“Altra cosa è l’egoista, che
a mio avviso è proprio turpe e vergognoso, visto che gli Uomini dovrebbero
invece essere altruisti”.
Quelli che sanno che cosa
significa essere uomo infatti lo sono come si riscontra nel personaggio di
Teseo nell’ Edipo a Colono di
Sofocle, nell’Heautontimoroumenos di
Terenzio e nella Didone di Virgilio già citati sopra.
Questo capitolo termina con
un temine tra “i desueti e sconosciuti dai più (…) Penso alla FILAUTIA (…)
Provate a dire ad un malcapitato Tu sei proprio affetto da ‘FILAUTIA’ …Cosa?
Chi?
Mentre invece, in fondo, si
tratta semplicemente di “uno che si ama”, che ama se stesso…magari con un
eccessivo ed esagerato amore di sé” (p. 96)
In effetti la filautia può
essere presa in bonam partem.
Secondo Jaeger l’ aspirazione
alla gloria e alla perfezione della virtù viene intesa da Aristotele
"quale emanazione d'un amor di sé elettissimo, la filautiva". L'espressione si trova nell'Etica Nicomachea che séguita con questo
brano:"Invero vivere breve tempo in somma gioia sarà preferito, da chi sia
animato da tale amor di sé, ad una lunga esistenza in pigra quiete. Egli vivrà
piuttosto un anno solo per uno scopo elevato, che non condurre una lunga vita per
nulla. Compirà piuttosto un'unica magnifica e grande azione, che non molte
insignificanti"[1].
Rileggiamo la preghiera di
Pelope a Poseidone nell’ Olimpica I
di Pindaro
“CnPer questo gli immortali
gli inviarono il figlio di nuovo, 65
un'altra volta alla stirpe degli uomini dal
destino che cade veloce (to; tacuvpotmon ajnevrwn e[qno~).
Verso l'età fiorente quando
la peluria lo copriva nel
mento che diveniva nero,
pensò a un matrimonio pronto
sì da ottenere dal padre
signore di Pisa l'illustre70
Ippodamia. Andato vicino al
mare canuto, solo nella tenebra
invocava il dio del tridente
dal grave rimbombo; quello
gli
apparve vicino al piede.
Allora gli disse:" Se i
cari doni di Cipride75
rimangono in qualche modo
nella tua gratitudine,
avanti, Poseidone, inceppa
la lancia di bronzo di Enomao (pevdason e[gco~ Oijnomavou
cavlkeon),
e fammi giungere in Elide
sul carro
più veloce, e avvicinami
alla vittoria.
poiché dopo avere ucciso
tredici
pretendenti, procrastina le nozze
della figliola. Il grande
pericolo 81
non prende un uomo imbelle (oJ
mevga~ de; kivnduno~ a[nalkin ouj fw'ta lambavnei).
Per quelli per i quali
morire è necessario, perché uno dovrebbe
smaltire invano una
vecchiaia anonima seduto nell'ombra
senza parte di tutte le cose
belle? ( ajpavntwn kalw'n
a[mmoro~) ma questa
gara giacerà sotto di me: tu
dammi propizio l'evento".85
Così diceva; né lo toccò con
parole
senza effetto. E il dio
onorandolo
gli diede un cocchio d'oro e
cavalli
infaticabili per le ali.
L'autore di Paideia
conclude così:" In queste parole è espressa la fondamentale
concezione della vita dei Greci, nella quale ci sentiamo loro affini d'indole e
di razza: l'eroismo"[2].
L’uomo probo che è amico di
se stesso-filauto~- lo è pure di molti altri.
Nella commedia di Pirandello Ciascuno a
suo modo (1924), l'attrice
Delia Moreno afferma:"Sapete che cosa significa "amare
l'umanità"? Soltanto questo:"essere contenti di noi stessi".
Quando uno è
contento di se stesso "ama l'umanità" (atto I).
Bologna 27 ottobre 2025 ore 10, 11 giovanni ghiselli.
p. s.
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