domenica 12 ottobre 2025

Lucrezio, De rerum natura, I, 370- 399. Il vuoto (inane) Traduzione e commento.


Sono costretto a prevenire quello che in questo argomento potrebbe sviarti dal vero: quello che alcuni immaginano falsificando./

Affermano che le acque lasciano il posto agli squamosi

 che si spingono avanti con forza/

e aprono passaggi nell’acqua poiché i pesci dietro di sé

 lascerebbero  spazi dove potrebbero confluire le onde nel loro riflusso./

Così anche altri corpi potrebbero spostarsi scambievolmente 375

e cambiare luogo, sebbene l’intero universo sia pieno.

E’ chiaro che tutto ciò è assunto con falso ragionamento.

Infatti dove gli squamosi potranno procedere chiedo,

se le acque non avranno concesso dello spazio? E dove potranno

poi ritirarsi le onde, una volta che i pesci non potranno

avanzare?/ 380

Dunque o si deve privare del moto ogni corpo

o bisogna dire che alle cose è mescolato il vuoto

da dove ogni cosa prende l’abbrivio del movimento.

Infine se due grandi corpi dopo un incontro

si separano in fretta è certo necessario che tutta l’aria 385

riempia il vuoto che si forma tra loro.

Essa d’altra parte sebbene confluisca con rapidi soffi

non potrà tuttavia riempire in un solo momento

tutto lo spazio; infatti è necessario che quella prima

occupi un luogo per volta, poi tutto ne sia posseduto. 390

E se per caso qualcuno ritiene che quando i corpi si sono staccati

 allora ciò avvenga poiché l’aria si comprime

erra; infatti allora si forma il vuoto che prima non c’era

e insieme si riempie il vuoto che esisteva prima,

né in tale maniera può addensarsi l’aria 395

né, se pure potesse, potrebbe senza il vuoto, suppongo,

contrarsi in se stessa e portare in un solo aggregato le parti.

Perciò , sebbene  ti attardi adducendo molte obiezioni

è necessario tuttavia che tu ammetta che nei corpi c’è il vuoto. 399

 

L’attardarsi invero lo trovo nell’autore di questi versi scarsi di forza e di chiarezza. Per capirli meglio devo ricorrere alle mie eperienze di vita e pensare ai corpi di due amanti. Quando si lasciano, se lo fanno reciprocamente constatata la perduta intesa, in un primo momento ciascuno sente il vuoto intorno a sé e pure dentro di sé perché davvero c’è una commistione anche mentale tra vuoto e pieno. Poi se il vuoto non ha svuotato l’intera persona rendendola incapace di reagire, arrivano altri interessi a riempire  qell’inane  , vuoto appunto, lasciato dall’amante. Psicologicamente funziona in tale maniera. Fisicamente non saprei dirlo e nemmeno Lucrezio a parer mio l’ha scritto con chiarezza. I pesci sono spesso simpatici e decorativi ma in questo contesto mi paiono delle zeppe.   Ho cercato di tradurre letteralmente e nello stesso tempo comprensibilmente. Ho fatto del mio meglio per rendere in italiano il latino di Lucrezio che non era al suo meglio. Insomma quandoque bonus dormitat Lucretius. Vedremo presto i versi seguenti se vorrete, lettori.

 

Bologna 12 ottobre 2025 ore 18, 17 giovanni ghiselli.

p. s.

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