Non so che cosa stiano dicendo in piazza i “famosi” che stanno parlando al popolo. Se verranno trasmesse le parole di alcuni le commenterò.
Intanto premetto che se non verrà bandita- nel senso di proscritta- la guerra con la povertà materiale e mentale, con l’assistenza medica negata ai bisognosi, con l’Università chusa ai figli dei tanti poveri, le parole non saranno lovgoi, verba dotati di pensiero, bensì ciance ingannevoli anche se dette da personaggi che concionano spesso nelle televisioni e scrivono “autorevolmente” sui giornali più “autorevoli”.
Poi magari ben pochi li leggono o li ascoltano ma a loro ben altro importa.
Nelle Fenicie di Euripide Polinice afferma: “ ajplou'ς oJ mu'qoς th'ς ajlhqeivaς e[fu” (469), il discorso della verità è semplice.
Quello che è giusto non ha bisogno di interpretazioni ricamate (“kouj poikivlwn dei' ta[ndic j eJrmhneumavtwn” , 470) in quanto “e[cei ga;r aujta; kairovvn” (471) ha in sé la misura opportuna. Invece il discorso ingiusto “oj d j a[dikoς lovgoς” (471) essendo malato in sé, ha bisogno di rimedi sofistici (“nosw'n ejn auJtw'/ farmavkwn dei'tai sofw'n”, 472).
Seneca traduce Euripide con queste parole: “ut ait ille tragicus
’veritatis oratio simplex est’ ideoque illam implicari non
oportet “(Ep. 49, 12) e perciò non bisogna complicarla.
Prevedo che molti oratori di Piazza del popolo ricorreranno ad artifici subdoli e pure ossimorici per sostenere che rispettata è solo una pace guerresca, che se vuoi la pace devi preparare la guerra, che per prevenire la guerra bisogna iniziarla, e altri logori, ingannevoli sofismi del genere.
Bologna 15 marzo 2025 ore 17, 30 giovanni ghiselli
p. s.
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